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Top Management

Il club organizza incontri pensati per condividere e scambiare idee e best practice, accedere a fonti di informazione e aggiornamento professionale, facilitare nuovi contatti e individuare opportunità di business. L’obiettivo principale dell’executive club è quello di essere una fonte costante di ispirazione e un supporto nell’interpretazione dei fattori chiave di successo dell’impresa del futuro.

WebSite: club.businessinternational.it


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eventi futuri
Mercati globali e imprese. Scenari, strategie e fattori critici di successo Milano, 12 novembre 2015 Excelsior Hotel Gallia , Piazza Duca d’Aosta 9 club.businessinternational.it
IVRI Security Forum Rho - Fiera Milano - Fiera Sicurezza, 5 novembre 2015 Sala Diana - Padiglione N. 24, S.S. del Sempione 28
Pa Digital Agenda: Sanità Digitale - Work In Progress Milano, 28 ottobre 2015 Palazzo Parigi & Live Streaming, Corso di Porta Nuova 1
Il cibo racconta: le nuove frontiere del food Rho, 28 ottobre 2015 Convention Center di EXPO (Orogel), EXPO 2015 - Ingresso SUD (Porta Merlata)
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eventi realizzati
Gestire e misurare la performance di un team Live Streaming, 22 ottobre 2024 -8 giorni all'evento iscriviti
Public Speaking Milano, 15 novembre 2024 -32 giorni all'evento save the date
Finance per NON Finance Manager Live Streaming, 2 dicembre 2024 -49 giorni all'evento save the date
The Art of Negotiation Milano, dal 12 dicembre 2024 al 20 dicembre 2024 -59 giorni all'evento save the date
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News & Media

ABILITÀ, MOTIVAZIONE, CARATTERISTICHE PERSONALI: L’EQUAZIONE CHE MISURA IL SEGRETO DI UNA PERFORMANCE DI SUCCESSO

Che cosa fa di un atleta un campione olimpico? Quali fattori rendono un chirurgo un esperto di primo piano? Cosa permette ad un artigiano di realizzare con maestria il suo lavoro? Che cosa c’è alla base di un esame universitario superato il modo brillante? Da molto tempo la psicologia del lavoro, le scienze dell’educazione e il management si interrogano sui fattori che permettono di ottenere alte prestazioni in qualunque ambito. Con un lavoro durato oltre dieci anni, un gruppo di ricerca guidato da Filippo Ferrari, professore al Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna, è riuscito a identificare i fattori che sono alla base della performance e misurarli con un’equazione che comprende la somma di abilità, motivazione e caratteristiche personali, a cui si aggiunge il contesto esterno. Un rapporto che abbiamo voluto comprendere meglio in questo articolo, anche in vista della prossima edizione autunnale del Business Leaders Summit - la grande manifestazione dedicata ai migliori C-level dell'impresa contemporanea, organizzata da Business International, la knowledge unit di Fiera Milano, che si terrà il prossimo 26 e 27 novembre 2024 presso lo SPAZIO FIELD all'interno di Palazzo Brancaccio a Roma

 

LO STUDIO

Lo studio – pubblicato sul Business Process Management Journal – mostra che i fattori personali influiscono tra il 40 e il 65% sul risultato finale della prestazione, mentre una quota compresa tra il 35 e il 60% è determinata da fattori esterni. "Questa equazione fornisce un quadro oggettivo per misurare i fattori che influenzano le prestazioni dei dipendenti e offre quindi spunti strategici per la gestione delle risorse umane", spiega Filippo Ferrari. "Si tratta di un modello che aiuta le organizzazioni a concentrarsi sulle competenze specifiche che sono più critiche per le prestazioni, consentendo una formazione mirata e ignorando le competenze meno rilevanti".

 

L'EQUAZIONE

Ma come funziona questa equazione? Vediamo un esempio. Cosa rende Jannick Sinner un campione? Per prima cosa è dotato di un fisico e di una personalità adeguati al gioco del tennis (caratteristiche personali). Poi possiede eccellenti livelli di tecnica tennistica (abilità). E infine si allena e gareggia con intensità, tenacia e dedizione (motivazione). Questi fattori sono alla base della performance di qualunque tennista, anche mediocre, ma in Sinner hanno valori estremamente elevati.

Lo stesso discorso può valere per uno studente universitario: per superare brillantemente un esame deve avere certe attitudini personali (intelligenza, attitudine per la materia), e queste sono le caratteristiche personali. Poi deve impegnarsi con costanza ed intensità nel preparare ed affrontare l’esame, e questa è la motivazione. Infine, deve possedere determinate competenze: deve sapere prendere appunti a lezione, saper riassumere testi, essere in grado di usare al meglio le tecnologie che possono aiutarlo nello studio, e queste sono le abilità. "Dal punto di vista teorico, è possibile che una carenza in un singolo fattore sia compensata da livelli particolarmente elevati in altri fattori, ma dal punto di vista matematico i tre fattori non possono essere simultaneamente pari a zero, altrimenti la prestazione sarebbe impossibile, o meglio sarebbe dovuta solo a fattori non legati al soggetto", precisa Ferrari. "Oltre a competenze, motivazione e caratteristiche personali ci sono infatti molti fattori situazionali che possono influenzare la performance, ad esempio lo stile di leadership e il clima psicologico: un ulteriore valore da inserire nell'equazione".

L’equazione permette quindi di misurare quale parte della prestazione dipende dalle capacità del singolo individuo e quale dal contesto, attribuendo di conseguenza le giuste responsabilità al singolo ed evitando di valutare la prestazione anche per aspetti che sono al di fuori del suo controllo. Collegando competenze, motivazione e caratteristiche personali, il modello messo a punto dagli studiosi dell'Università di Bologna permette di stimare le prestazioni future e fornisce quindi un metodo più affidabile rispetto alla misura delle capacità cognitive generali, che è spesso meno accurata. Così facendo, il modello permette di implementare oggettivamente e con efficacia tutte le pratiche legate alla selezione, gestione, orientamento e sviluppo del personale. E può contribuire a un sistema di valutazione delle prestazioni più equo, riducendo al minimo i pregiudizi e migliorando la giustizia organizzativa.

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SPECIALE SOSTENIBILITÀ E IMPRESA: DOVE STANNO ANDANDO E QUALI SONO I PROSSIMI PASSI PER LE AZIENDE ITALIANE?

Mentre il #GreenDeal europeo sta lentamente prendendo forma, affrontando numerosi ostacoli politici e anche rischi imprevisti, soprattutto sotto un profilo economico e degli investimenti, secondo i dati della ricerca “Sostenibilità e innovazione: dalla visione all’azione”, realizzata da Impronta Etica con il contributo di Sustainability Makers, in Italia la sostenibilità è sempre più centrale per il mondo del business.

Il 79,3% delle aziende nella nostra penisola ha intrapreso percorsi di innovazione e cambiamento, focalizzandosi sul miglioramento dell’impatto sociale e ambientale delle proprie attività. Il 51,1% ha al suo interno gruppi di lavoro impegnati nell’innovazione sostenibile. Mentre, il 53,3% ha destinato un budget specifico ad attività sostenibili. Dati questi che fanno ben sperare, anche se, come sottolinea l’ultima analisi proposta da Cerved sul tema, l’Italia ha ancora molta strada da fare in questo senso, posizionandosi, rispetto alle altre nazioni del Vecchio Continente, come ultima sotto il profilo dello sviluppo economico legato alla sostenibilità, 15esima nella classifica generale e 9* sotto il profilo della sicurezza ambientale.

Qual è allora il vero stato dell’arte della sostenibilità italiana? Ne abbiamo parlato in questo episodio speciale di "Question from the Club", dedicato al tema, insieme al Ministro dell’ambiente e sicurezza, Gilberto Pichetto Fratin, Monica Mantovani, Client Officer di Ipsos e Alessandro Foti di AIAS - Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza, che abbiamo avuto modo di incontrare nel corso dell’ultima edizione dell’Innovation Training Summit di Roma, organizzato da Ecosistema Formazione Italia - EFI.

 

 

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IL 2024 SARA' L’ANNO DELLA ROBOTICA AVANZATA E DELL'AUTOMAZIONE

Secondo gli analisti internazionali di MarketsandMarkets, il mercato globale dell’industrial robotics ha raggiunto i 17 miliardi di dollari nel 2023 e potrebbe superare i 32.5 miliardi di dollari nel 2028, con un tasso di crescita anno su anno del 13.8%. La crescente domanda di robot collaborativi in differenti settori, e l’aumento dell’adozione di sistemi di industry 4.0 e di algoritmi di intelligenza artificiale, sono tra i principali fattori che stanno contribuendo allo sviluppo del settore. A tal punto che se guardiamo nello specifico al mercato dei robot collaborativi, notiamo come secondo gli esperti il mercato nel 2024 potrebbe raggiungere gli 1.9 miliardi di dollari a livello globale e nel 2030 potrebbe superare gli 11.8 miliardi di dollari con un tasso di crescita composito annuo del 35.2%.

 

Cifre che portano i ricercatori a dire che questo sarà l’anno della robotica avanzata e dell’automazione per il mondo dell’industria.

 

Quali sono però i passi giusti da compiere per approcciare e gestire questa innovazione nel modo giusto? Ne abbiamo parlato insieme ad Alessandro Eros Piscioneri, Global Head of Product and Solution Management di Comau, in questo nuovo episodio di "#QuestionfromtheClub".

 

 

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