L’area Healthcare propone progetti che rispondano direttamente alle esigenze del comparto farmaceutico-sanitario attraverso alcuni strumenti tra cui: Healthcare Lab, momenti di formazione e confronto su tematiche chiave. Formazione in house e finanziata, percorsi specifici non solo a livello accademico, ma anche pratico-operativo. Formazione FAD, rivolta a figure chiave del comparto sanitario-farmaceutico, attraverso partnership con Provider, consulenti d’eccellenza e associazioni di categoria Quaderni Cost of Illness per veicolare informazioni qualificate sulla value proposition di un farmaco/dispositivo biomedicale verso i principali stake holder di riferimento
Ieri pomeriggio a Roma si è svolto il convegno Farmacia Italiana di Business
International – Fiera Milano Media con il patrocinio di Federfarma Lazio e la
partecipazione dell’associazione NOVA, sul nuovo ruolo delle farmacie sul
territorio e l’evoluzione del settore.
A introdurre il dibattito, due figure di peso: Franco Caprino, il presidente di
Federfarma Lazio, ed Emilio Croce, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di
Roma. Fil rouge della giornata è stato il tema del cambiamento della Farmacia
italiana: una vera e propria istituzione radicata sul territorio, che vive oggi
una intensa fase di trasformazione ed evoluzione. “La farmacia italiana è un
qualcosa di bello e che funziona, oggi parliamo di come evolverà”, questa
l’introduzione del presidente Caprino.
Croce ha sottolineato la puntualità e l’opportunità del convegno giunto un mese
dopo che il Governo ha approvato l’articolo 33 del Disegno di Legge sulla
Concorrenza: “Si tratta dell’apertura della proprietà della farmacia alle
società di capitali: un evento storico” ha detto Croce. “Se la legge verrà
approvata così com’è, modificherà profondamente il regime giuridico
farmaceutico: prima l’ordinamento prevedeva la possibilità di possedere una
farmacia solo ed esclusivamente per i farmacisti o per le società di farmacisti;
in seguito a questa norma, la situazione cambierà: qualsiasi persona fisica o
giuridica (anche senza farmacisti) potrà possedere una farmacia: tutte le leggi
precedenti saranno dunque in discussione”.
Successivamente l’Onorevole Federico Gelli, responsabile del settore sanità del
Partito Democratico, ha risposto affermando che “si tratta di un Disegno di
Legge su cui si potrà discutere e ci potranno essere dei cambiamenti” e ha
aggiunto: “perdere un patrimonio imponente come le farmacie sarebbe un danno,
economico e qualitativo”. L’Onorevole Raffaele Calabrò, membro della XXII
Comm.ne Affari Sociali – Sanità della Camera dei Deputati ha poi aggiunto che
“il Patto della Salute cambia il ruolo delle farmacie, le rende il vero front
office della sanità” e successivamente ha affermato che c’è bisogno di “definire
alcuni paletti rigidi per le successive stesure della legge”: e su questo punto
ha delineato un panorama delle norme dei principali paesi europei.
Tra i temi affrontati, anche il nodo liberalizzazioni, spesso viene visto come
un’opportunità per fare crescere l’economia e diminuire i prezzi per i
consumatori, ma – come ha sottolineato il chairman del convegno, il professore
di Economia sanitaria e farmaceutica Fabrizio Gianfrate: “se il mercato è fermo,
le liberalizzazioni non servono e spesso provocano un calo di personale e posti
di lavoro”.
L’intervento di Nomos Lab – Laboratorio Politiche Sanitarie, ha poi esposto una
sintesi delle principali riforme del settore degli ultimi 10 anni, dai Decreti
Storace, Bersani, alle riforme di Monti, fino a oggi, ed ha snocciolato alcuni
dati del comparto. Tra i numeri esposti da Nomos, anche quelli per cui “in
Italia nel 2014 circa il 70% delle vendite del mercato farmaceutico è stato
gestito dalle piccole farmacie rurali e urbane. Nel nostro Paese c’è un
farmacista ogni 1.050 pazienti e un medico generale ogni 1.200”.
Secondo Claudio Montaldo, vicepresidente e Assessore alla salute, politiche
della sicurezza dei cittadini della Regione Liguria e responsabile del settore
Sanità, Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome
“bisogna passare a una logica per cui la remunerazione si aggancia alla presa in
carico del paziente”. Carla Bruschelli, Medico di Medicina Generale SIMG ha
evidenziato come “bisogna insistere sull’aderenza alla terapia che, se
appropriata, è il migliore modello per il contenimento dei costi: il problema
più grande (dopo l’adeguatezza della terapia) è infatti proprio costituito dal
paziente che non si cura e che molto probabilmente avrà dei problemi diventando
quindi un costo. In questo contesto sono centrali i ruoli del medico e del
farmacista perché presenti e radicati sul territorio”.
Dopo una carrellata significativa dei principali reati commessi in Italia negli
ultimi anni, in materia farmaceutica e di contraffazione, curata dal Comandante
dei NAS di Roma Dario Praturlon, che ha messo in luce l’elevato numero di questi
reati, spesso in relazione a vendite avvenute sul web, l’evento si è avviato
alla conclusione. Il settore farmaceutico è in forte evoluzione: in questo
processo di cambiamento uno dei temi centrali è senz’altro l’ingresso del
capitale nelle farmacie, ma anche l’evoluzione del ruolo stesso della farmacia
che deve essere ripensato, per valorizzare e non disperdere il grande patrimonio
di etica professionale, radicamento sul territorio e presidio sanitario, che ha
per tutta la popolazione italiana. La sfida è lanciata.
Roma, 13 novembre 2014 - SEiD, piattaforma per l'identificazione e
Certificazione dei singoli beni di consumo, rappresentata dall’Amministratrice
Francesca Rizzo, ha partecipato in qualità di sponsor al convegno "Le
novità su anticontraffazione e tracciabilità per il Packaging farmaceutico",
organizzato da Business International a Roma presso la sede di Ernest & Young
(via Po, 32).
"Uno dei campi in cui il packaging è diventato centrale per tenere sotto
controllo il settore distributivo è quello dei farmaci –ha dichiarato Francesca
Rizzo, la quale ha presentato in qualità di relatore la proposta italiana per
l’attuazione della direttiva europea in materia di tracciabilità del farmaco –
“un packaging con un sistema anticontraffazione efficace, infatti, apporterebbe
dei notevoli vantaggi all'industria farmaceutica come ulteriore strumento
conoscitivo del mercato, consentendo di effettuare recall mirati e contribuendo
a gestire in tempo reale le scorte interne e nel mercato; sarebbe utile anche
per i distributori, le farmacie, i centri sanitari per tracciare il prodotto con
operazioni semplici, dalla presa in carico fino alla vendita finale.
Naturalmente a trarne beneficio sarebbero anche i consumatori che avrebbero
tutte le informazioni (sul farmaco in generale e sulla scatola in particolare),
in qualsiasi momento, comodamente e senza costi aggiuntivi".
Nello specifico durante l’intervento Francesca Rizzo ha presentato un’overview
della situazione europea in merito agli stumenti di identificazione dei farmaci
nei paesi U.E., dal quale emerge in linea generale l’assenza di sistemi adeguati
in grado di garantire una codifica di sicurezza dei prodotti. Ne deriva quindi
la necessità di adottare proposte operative in grado di codificare le confezione
dei farmaci garantendo il rispetto delle clausole di sicurezza dell’imballaggio
del farmaco dettate dalla direttiva europea.
Francesca Rizzo ha poi descritto la proposta SEiD per l’identificazione e la
tracciabilità dei prodotti farmaceutici, basata sulla presenza di una banca dati
a disposizione delle istituzioni e dei prodottori, un codice dotato di rigide
caratteristiche di sicurezza ed un sigillo di sicurezza.
La soluzione proposta non andrebbe ad incidere sui costi delle applicazioni per
l’adeguamento e sulle industrie farmaceutiche, permettendo anzi un risparmio del
57% se paragonato ai costi del bollino ottico farmaceutico. Una soluzione quindi
in grado di adeguarsi alle nuove esigenze delle istituzioni , dei produttori e
dei consumatori.
La giornata di approfondimento si è conclusa con l’auspicio che il gruppo di
lavoro possa sinergicamente continuare a contribuire allo studio e
all’individuazione di soluzione idonee e definitive in vista della fase
attuativa della direttiva.
"Se è vero che sviluppare un farmaco costa quasi 3 mild di dollari (1), allora più che mai l’ attenzione andrebbe intensificata sull’intero portfolio prodotti . In particolare la franchise dei “mature brands “ rappresenta per l’Azienda un “tesoretto” da curare nei particolari . Dai dati 2013 di Assosalute si è potuto dimostrare che circa 12 millioni di unità di farmaco , sono andate al “macero” . Circa 30 millioni di € , sono quindi andati persi in larga parte per variazioni di packaging . I soli fogli illustrativi nel 2013 hanno subito 5000 variazioni , solo per portare un esempio.
Sulla base di una nostra esperienza (2)svolta presso alcune aziende , è stato
possibile approfondire l’argomento , valutando come le variazioni di packaging
incidono con costi importanti sulla filiera farmaceutica . Abbiamo potuto
dimostrare come una Società Farmaceutica genera una serie di costi nella
variazione di un packaging che proviamo qui di seguito ad elencare :
FTE ( Full Time Equivalent) dedicati al processo di deposito delle variazioni
all’AIFA controllo verifica ed invio di testi certificati agli Stabilimenti di
produzione . A loro volta gli Stabilimenti di produzione dedicano altri FTE
dedicati ( Controlli qualità etc) per il packaging , prima ancora di passare al
processo produttivo vero e proprio.
LaComunicazione tra Reparti ( Regulatory ; Marketing ; Legal ; Produzione)
genera leadtime temporali che incidono sul costo dei write off , sul planning di
produzione , sui Back Orders , sui costi di immagazzinamento. Con un migliore
procedurizzazione della comunicazione basata su web tools, analisi migliorativa
del leadtime ,basandoci su sistemi più snelli e condivisi, si sono potuti
dimostrare cost saving interessanti. Il modello prevedeva l’introduzione di web
tools che hanno permesso in una condizione di circa 45 sku’s che incidevano con
450 controlli di Artwork/anno ,un risparmio di circa il 50% del tempo dedicato .
Questo risparmio temporale ha avuto riflessi sul plant , dove si è guadagnato
circa 1 mese di pianificazione produttiva . In termini di costi ( saving
diretti, indiretti e write off) si sono potuti risparmiare circa 125.000 € , ai
quali andrebbero sommati i costi di migliore ammortamento delle macchine
produttive ,riduzione di Back Orders ,riduzione del magazzino presso la
distribuzione, riduzione del recall e/o riconfezionamento di prodotto. Se si
potesse approfondire l’analisi anche su questi costi , i risultati sarebbero
senza ombra di dubbio ancora più di interesse e di attenzione , soprattutto in
un momento di crisi economica ,quale l’attuale ."
Roberto Adrower, Consigliere, AIMF- Bee-BIP& Co Sas
1) Tufts Center for the Study of Drugs Development 2014
2)Roberto Adrower Bee-BIP&Co sas 2013 -2014