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In un mercato in costante evoluzione, accelerato dall’avvento dell’IA generativa, la figura del Chief Information Officer (CIO) si trova al centro di una profonda trasformazione. Essere un esperto di tecnologia non basta più: oggi le aziende italiane cercano leader capaci di coniugare competenze tecniche, visione strategica e intelligenza emotiva.
Ma quali sono allora le caratteristiche vincenti di un CIO del futuro? In vista della prossima edizione cel CIO Summit, l'evento dedicato al mondo dei Direttori IT e previsto il 19 e 20 giugno 2025 presso l'Allianz MiCo di Milano, all'interno del Business Leaders Summit - la grande manifestazione organizzata da Business Internaitonal, la knowledge unit di Fiera Milano e pensata per l'incontro e il confronto con i migliori C-Level dell'impresa contemporanea -, abbiamo cercato di rispondere a questa domanda attraverso l'analisi e il commento di un recente whitepaper a firma di Fabio Pascali, Regional Vice President Italy, Greece & Cyprus di Cloudera, che ha cercato di riassumere le principali caratteristiche da acquisire per chi ricopre oggi un ruolo che sta vivendo una profonda trasformazione, passando da gestore dell'hardware e del software aziendale ad abilitatore dell'innovazione d'impresa.
Secondo il manager, infatti: "Non esiste una ricetta magica per diventare un CIO di successo, ma ci sono alcuni aspetti chiave che contribuiscono senza dubbio al raggiungimento di questo ruolo". Chiaramente, si fa riferimento a specifiche caratteristiche personali e competenze, perché oggi il CIO è molto più di un esperto di tecnologia: "Questa figura - prosegue l'esperto - è diventata il catalizzatore della trasformazione digitale in azienda". In questo senso, secondo il Gartner 2025 CIO Agenda Survey, che ha coinvolto oltre 3.100 CIO a livello globale, solo il 48% delle iniziative digitali a livello aziendale raggiunge o supera gli obiettivi di business prefissati. Si tratta di un risultato che evidenzia l’importanza di un approccio strategico alla leadership tecnologica. "Oggi - continua Pascali - i CIO hanno di fronte una sfida imponente: non solo gestiscono l’infrastruttura tecnologica e l’evoluzione IT della propria azienda, ma devono anche possedere una visione strategica, promuovere l’innovazione e ispirare i propri collaboratori. Non basta più limitarsi a risolvere problemi tecnici e implementare nuove tecnologie. Le aziende cercano CIO che siano veri e propri leader, capaci di coniugare eccellenza tecnologica e intelligenza emotiva".
Ma cosa ha portato a questa radicale trasformazione del ruolo? "Che il responsabile IT debba comprendere i processi aziendali non è una novità - commenta l'esperto -. La vera novità è che oggi l’intero staff manageriale di un’azienda deve comprendere la tecnologia. Il CIO diventa quindi una guida strategica, che non si limita a tradurre in soluzioni tecnologiche le richieste altrui, ma promuove attivamente il cambiamento, con l’obiettivo primario di preparare l’azienda al futuro". In quest’ottica, quindi, risulta chiaro come l’IT si trasformi in un asset strategico, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo dei dati e l’intelligenza artificiale. L’IA generativa, in particolare, come evidenziato nel Gartner 2025 CIO Agenda report, sta rivoluzionando il modo in cui le aziende operano, aprendo nuove opportunità ma anche nuove sfide in termini di sicurezza e gestione dei dati. Oltre l’80% dei CIO prevede di investire in capacità fondamentali come cybersecurity, IA generativa, business intelligence, analisi dei dati e tecnologie di integrazione come le API. I CIO stessi dichiarano di dedicare sempre più tempo all’allineamento delle iniziative IT con gli obiettivi di business. Guardando a questa prospettiva, quale dovrebbe essere però il segreto del successo? "Concentrarsi sulle persone", sottolinea l'esperto.
DATI E NUOVE GENERAZIONI: LE CHIAVI DEL FUTURO PER I CIO
"I CIO che ottengono i migliori risultati (i cosiddetti “Digital Vanguards” identificati da Gartner) - sosteniene Pascali - si concentrano sulla creazione di una user experience complessiva efficace per tutti gli utenti tecnologici dell’azienda. Strumenti come l’intelligenza artificiale (IA) e le piattaforme di dati, se ben integrati nel contesto aziendale, possono essere una vera e propria chiave di volta". Il ruolo centrale dei dati, sotto questo profilo, è innegabile: "Sono fattori che hanno il potenziale per alimentare innovazione ed efficienza - commenta il manager -. Tuttavia, molte aziende non riescono a sfruttare questo potenziale perché i dati rimangono intrappolati in silos, inaccessibili a chi potrebbe utilizzarli al meglio. Il compito del CIO, quindi, non si limita a garantirne il flusso dal punto di vista tecnico, ma si estende alla creazione di una cultura aziendale basata sulla condivisione della conoscenza e sulla valorizzazione dei dati come capitale strategico, non come semplice astrazione". Altrettanto cruciale, poi, è il coinvolgimento delle nuove generazioni, non solo per compensare il progressivo pensionamento dei baby boomer e la conseguente carenza di personale qualificato. "Millennial e Generazione Z - evidenzia l'esperto -, in particolare, portano nuove prospettive e un approccio innovativo ai processi aziendali. Saper integrare questa energia e questo nuovo modo di pensare nella strategia aziendale è fondamentale. I CIO “Digital Vanguards” hanno quasi tre volte più probabilità di dare priorità al supporto delle aree di business nella previsione delle proprie esigenze di competenze tecnologiche. Un vero team player, in questo contesto, è chi riesce a far interagire esperienza, apertura al nuovo e progresso tecnologico".
COMUNICAZIONE, RESILIENZA E FLESSIBILITA': IL TRIS VINCENTE PER IL CIO MODERNO
Secondo Pascali: "Per un CIO, l’eccellenza nella comunicazione è imprescindibile". Dal punto di vista dell'esperto, in questo senso: "Non si tratta solo di spiegare concetti tecnici in modo chiaro, ma di trasmettere la propria visione in modo coinvolgente e di progettare processi di trasformazione che ispirino e motivino l’intera azienda. Oltre alla chiarezza, serve l’arte di saper coinvolgere le persone e generare entusiasmo per il cambiamento". Pensando, poi, al momento che stiamo vivendo, all'incertezza che influisce sui mercati e alla necessità di investire sull'innovazione, nonostante i possibili gap digitali endogeni ed esogeni al settore industriale italiano, il manager riflette sul fatto che: "Le crisi rappresentano il banco di prova definitivo per un CIO. Essere preparati aumenta la resilienza, ma la vera differenza sta nella capacità di prendere decisioni rapide e mantenere il team concentrato e operativo. Pianificare è importante, ma quando le cose si complicano la flessibilità è cruciale, perché il business deve andare avanti, i processi non possono incepparsi e i clienti devono essere sempre informati". Questo, chiaramente, significa, nel quotidiano, sapersi ritagliare lo spazio per pensare in modo strategico e delegare o automatizzare le attività di routine, così da non sacrificare innovazione e sviluppo. Non a caso, l’86% dei CIO afferma che l’innovazione è sempre più al centro dell’attenzione, come evidenzia uno studio di Foundry. "I CIO che riescono a trovare questo equilibrio - aggiunge Pascali - fanno la differenza, sia nei momenti di calma che in quelli di crisi. In situazioni di emergenza, serve un CIO che sappia definire priorità chiare, comunicare con trasparenza e prendere decisioni rapide. Allo stesso tempo, la resilienza permette di preparare il team ad affrontare le difficoltà, garantendo una risposta calma ed efficiente anche nei momenti più impegnativi".
APERTURA AL CAMBIAMENTO: LA FORZA DI UN CIO DI SUCCESSO
Un altro aspetto essenziale nella visione del manager, parlando delle principali qualità che dovrebbe avere un buon direttore dell'area IT, è la necessità di un vero e proprio cambio culturale nell'approccio strategico e operativo al business moderno da parte dei professionisti del settore. "Sbagliare è umano - spiega l'esperto -. Considerare gli errori come opportunità di apprendimento e ricercare attivamente il feedback rafforza la fiducia nel team e promuove una cultura orientata all’innovazione. Un CIO di successo si distingue per la sua apertura, sia nei confronti del feedback che del cambiamento. In un settore in continua evoluzione, il CIO deve essere un esempio di adattabilità, mostrando al team come affrontare le nuove sfide. Opporsi al cambiamento può infatti frenare sia la crescita professionale che quella dell’azienda".
IL CIO: ARCHITETTO DEL CAMBIAMENTO
La strategia e le competenze tecniche, però, non sono gli unici fattori di successo per un direttore IT di nuova generazione. Anche i leader più brillanti, infatti, possono cadere in errore. Tra le trappole più comuni, sicuramente, ci sono la rigidità di fronte al cambiamento e una visione eccessivamente focalizzata sugli aspetti tecnici. Sotto questo profilo, secondo il manager: "La tecnologia è e rimane fondamentale, ma il fattore umano è determinante. Per un CIO, perdere il contatto con il proprio team è particolarmente rischioso. Comunicazione ed empatia non sono quindi qualità accessorie, ma requisiti fondamentali. Proprio qui risiede la grande opportunità del ruolo: essere CIO non è solo un lavoro, ma la possibilità di plasmare intere organizzazioni. Chi riesce a combinare abilmente tecnologia, strategia e leadership, lascia un segno indelebile nell’azienda, diventandone una figura chiave per una crescita sostenibile".
Il panorama tecnologico che si prospetterà nei prossimi 12 mesi sarà sempre più complesso e dinamico. Se da una parte l'incertezza economica e i rapidi cambiamenti nei comportamenti dei consumatori stanno creando un contesto sempre più sfidante per le aziende, dall’altra l'intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo di fare business. In questo scenario diventa dunque fondamentale anticipare i trend e identificare le tecnologie che avranno un impatto nel lungo periodo, per fare in modo che le sfide si trasformino in opportunità.
Un obiettivo, questo, che deve essere al centro della mission di ogni executive, al fine di poter impostare strategie di business in grado di generare un reale valore aggiunto competitivo per la propria realtà imprenditoriale, tanto sui mercati, quanto all’interno dei contesti economici in cui operano. Un tema su cui si concentrerà anche la prossima edizione primaverile del Business Leaders Summit, prevista a Milano il 19 e 20 giugno 2025, e che abbiamo voluto approfondire meglio in questo articolo attraverso i risultati di un recente studio realizzato da Cisco.
“Il 2025 segnerà la conclusione del primo quarto di secolo e rappresenterà un punto di svolta nel percorso tecnologico per ridefinire l'ambiente tecnologico aziendale attraverso la convergenza di AI, cybersecurity, governance dei dati e sostenibilità. Affrontare queste tendenze con una visione strategica e pragmatismo permetterà alle aziende di superare le sfide e cogliere nuove opportunità di crescita ed eccellenza”, ha commentato Liz Centoni, Vicepresidenta Ejecutiva y Directora de Experiencia del Cliente di Cisco. Una visione che la realtà, leader nel settore IT a livello globale, ha declinato in cinque fondamentali asset di tendenza su cui porre una particolare attenzione nei prossimi mesi da parte di tutte quelle aziende che vogliono davvero abbracciare questo futuro in costante evoluzione.
IA AGENZIALE: LA NUOVA FRONTIERA DELLA PERSONALIZZAZIONE E DELL'EFFICIENZA
Nel 2025, l’intelligenza artificiale non sarà più solo uno strumento, bensì un vero e proprio collaboratore. In questo senso, gli esperti di Cisco fanno notare che, in particolare, bisognerà iniziare a interpretarla non più solo come uno strumento a se stante, ma come una cosiddetta IA agenziale. Un’identificazione che si distingue per la capacità di apprendere dell’AI in modo continuo dai dati dell'utente, integrando informazioni contestuali come lo storico dell’account, l’ambiente di rete, modelli comportamentali e preferenze degli utenti. Ciò le permette di prendere decisioni autonome. A differenza degli approcci attuali, che richiedono istruzioni specifiche, l'IA agenziale opererà in modo proattivo. Pensiamo, ad esempio, a un servizio clienti IA che sappia anticipare le richieste degli utenti o a un’IA per la gestione di rete capace di risolvere autonomamente i problemi, assicurando continuità del servizio, o ancora ad agenti IA che collaborino tra loro per automatizzare funzioni avanzate, come la gestione della supply chain, coordinandosi per prevedere la domanda, ottimizzare le scorte, coordinare le consegne e persino negoziare con i fornitori.
ROBOT UMANOIDI LAVORERANNO INSIEME AGLI UMANI
Lo abbiamo visto anche dal vivo al METS – Milano Emerging Technologies Summit dello scorso 11 e 12 novembre a Milano, i Robot umanoidi potenziati dall’IA sono già entrati a far parte della forza lavoro delle imprese e, secondo probabilmente già nel 2025 la loro adozione diventerà massiva. Le aziende dovranno, quindi, ripensare completamente le dinamiche nei luoghi di lavoro, e le tecnologie che le alimentano. Sarà necessario garantire una connessione di rete adeguata per supportare le operazioni complesse dei robot basate sull’elaborazione e analisi dei dati in tempo reale. Allo stesso modo, sarà fondamentale garantire sicurezza non solo dei dati elaborati dai robot umanoidi (e dalle persone), ma anche dei robot stessi, proteggendoli da attacchi informatici e manipolazioni pericolose al loro software e ai loro comandi. Il tutto mantenendo la trasparenza necessaria in un ambiente di lavoro ibrido in cui uomini e macchine perseguono insieme obiettivi comuni.
CYBERSECURITY: NUOVE MINACCE E SFIDE NELL'ERA DELL'IA E DEL QUANTUM COMPUTING
La diffusione dell'IA porterà a nuove sfide per la cybersecurity. Nel 2025, secondo gli analisti del Tech Giant statunitense, le aziende dovranno rafforzare le proprie misure di sicurezza per far fronte a minacce completamente nuove, come ad esempio gli attacchi di tipo prompt injection, in cui input dannosi vengono camuffati da messaggi apparentemente legittimi e introdotti nei sistemi di intelligenza artificiale generativa. Anche gli avanzamenti nell’ambito del quantum computing metteranno in discussione i metodi tradizionali di crittografia. Allo stesso tempo, l'espansione degli ecosistemi e delle piattaforme digitali renderà il panorama ancora più complesso: le connessioni si moltiplicheranno e, con esse, crescerà anche la sofisticazione degli attacchi. Nei prossimi mesi, quindi, il rischio di attacchi di social engineering e alle supply chain è destinato ad aumentare ulteriormente. Vedremo dunque le aziende integrare l'intelligenza artificiale per ampliare le capacità umane e rendere la rete il pilastro centrale della difesa e dell'applicazione delle policy.
AI E AUTOMAZIONE: LA CHIAVE PER RETI PIÙ EFFICIENTI E AFFIDABILI
Oltre il 40% delle interruzioni di rete è causato da configurazioni sbagliate, che potrebbero costare alle aziende fino al 9% del fatturato annuale. Strumenti intelligenti e automatizzati basati sull’IA rivoluzioneranno le modalità di gestione della rete, imparando e riducendo al minimo gli errori, assicurando così un’attività di rete continua. Le interconnessioni necessarie alla crescita e all’internazionalizzazione dell’impresa, infatti, baseranno sempre di più la propria strategia sulla creazione di infrastrutture solide e flessibili al tempo stesso, in grado di offrire l’esperienza utente migliore e al contempo una capacità di elaborazione e gestione dei dati sempre più performante e in grado di offrire soluzioni e servizi di collaboration e cloud computing in real time. Poter garantire, infatti, una fluidità di lavoro in movimento e da remoto che sappia essere sicura, ma insieme anche funzionale sarà sempre più importante per rispondere alle nuove generazioni di professionisti.
RETI ENERGETICHE, UN IMPEGNO PER LA SOSTENIBILITÀ
L'IA richiede un elevato consumo energetico, con un impatto significativo sulle emissioni di carbonio. Entro il 2025, secondo le stime di Cisco, l’energia annuale utilizzata dai data center per l’IA sarà paragonabile a quella consumata da un paese della grandezza dei Paesi Bassi. La sfida per le aziende sarà, quindi, quella di bilanciare crescita e sostenibilità in questa nuova era. Una delle innovazioni chiave sarà “l’energy networking”, che combina funzionalità SDN (software-defined networking) con sistemi di alimentazione elettrica composti da micro-griglie a corrente continua (DC) che offriranno maggiore visibilità sulle emissioni e una piattaforma basata sull’IA per ottimizzare l’uso, la distribuzione e lo stoccaggio dell’energia.
L’11 e il 12 novembre 2024, presso gli spazi di Monte Rosa 91 a Milano, sarà RoBee, il robot umanoide cognitivo e guidato dall’intelligenza artificiale creato da Oversonic Robotics, ad aprire la prima edizione di METS – Milano Emerging Technologies Summit. Un evento ideato da Fiera Milano, attraverso il lavoro della sua knowledge unit, Business International, a partire dall’esperienza accumulata fin dal 2018 con format di grande valore quali AIXA – Artificial Intelligence Expo of Applications e OnMetaverse. Due summit che negli ultimi anni hanno guidato la community dell’innovazione italiana in un percorso complesso e spesso difficile da interpretare, ma che, al netto delle sfide proposte, ha saputo regalare soprattutto grandi opportunità.
Da questa consapevolezza, quindi, nasce il progetto di un’iniziativa dedicata all’applicazione reale delle tecnologie emergenti per il business, che ha deciso di valorizzarle, con uno sguardo sempre rivolto alle lessons learned acquisite, all’attualità e a quel presente esteso che chiamiamo futuro. Un mix di fattori straordinari che hanno portato anche al coinvolgimento di content partner d’eccellenza, come Microsoft Italia, istituzioni nazionali e internazionali, come la Commissione Europea, il MADE Competence Center, l’ITI - Information Technology Industry Council, il Politecnico di Milano, l’Istituto Italiano di Tecnologia, e la Fondazione Bruno Kessler, oltre che di associazioni di categoria come Assintel, AIdAM – Associazione Italiana di Automazione Meccatronica, Anitec-Assinform e AssoSoftware, oltre che al supporto di realtà come McKinsey & Company che realizzerà una sessione dedicata al mondo del marketing.
“Da sempre Fiera Milano crede nell’innovazione e nella sua promozione – ha commentato Roberto Foresti, Vice Direttore Generale di Fiera Milano –. La presenza di un umanoide come RoBee ad aprire il nostro nuovo progetto dedicato alle applicazioni di tecnologie emergenti per il business non è altro che l’espressione concreta della nostra mission. Sempre di più oggi il mondo dell’impresa è influenzato e permeato da intelligenza artificiale, realtà immersive e robotica applicata. È ormai evidente, quindi, che prima impareremo a interagire in maniera competente e consapevole con questi fattori di sviluppo e prima potremo davvero accelerare la crescita della nostra economia, tanto come sistema industriale, quanto come sistema Paese, riuscendo a mantenere quella qualità e competitività produttiva che i mercati ci riconoscono”.
PAROLA ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
La prima edizione del METS – Milano Emerging Technologies Summit, sarà dunque una mescolanza di interazioni tra uomo e macchina, passato e presente, storia e innovazione. Fin dal suo incipit, il nuovo progetto di Fiera Milano dedicato al mondo delle emerging technologies offrirà una fotografia di come la collaborazione e l’integrazione di queste due anime, oggi imprescindibili per lo sviluppo del business, in generale, e delle aziende, in particolare, sia essenziale per poter guardare al futuro. Basti pensare che, a livello globale, secondo una recente ricerca di Interact Analysis, il valore della robotica collaborativa, ovvero il segmento della robotica potenziata dall’intelligenza artificiale, nel 2023 ha superato un ammontare pari al miliardo di dollari e nel 2024 è previsto un ulteriore incremento di oltre il 22% e, all’interno di questo scenario, il mercato italiano è il sesto su scala mondiale e secondo in Europa.
Ed è proprio in questo contesto che si inserirà l’intervento di apertura tenuto da RoBee, il robot umanoide cognitivo creato da Oversonic, che attualmente rappresenta uno degli esempi più performanti e interessanti legati al potenziale della robotica collaborativa di matrice italiana in ambito industriale. Il progetto robotico, realizzato dalla software company brianzola, nata nel 2020 (Top Linkedin Startup 2024), grazie all’integrazione dell’AI, è in grado di riconoscere i processi e l’ambiente circostante e interpretarli.
Al METS – Milano Emerging Technologies Summit, RoBee mostrerà una reale interazione con il pubblico dal palco e, provando addirittura a ispirare i professionisti presenti in sala, portandoli in un percorso che, dalla sua genesi ai giorni nostri, racconterà la storia dell’innovazione, consentendo alla tecnologia di raccontare e spiegare se stessa agli essere umani, creando così un concreto ponte di dialogo tra i due mondi. RoBee, infatti, è una macchina dotata di intelligenza artificiale, che trasferisce le proprie capacità cognitive nell’ambiente reale attraverso una struttura corporea che replica esteticamente e meccanicamente quella del corpo umano: alto fino a 185 cm, di peso fino a 120 kg, a seconda della configurazione di utilizzo, è attrezzato di 40 giunti mobili, che gli consentono la mobilità degli arti e di dispositivi di presa intercambiabili (end effectors), che gli consentono di eseguire in maniera efficace diversi task, funzionali ad attività relazionali (quindi per semplici gesti come indicare o contare) o alla manipolazione di oggetti. L’interazione con lo spazio circostante avviene attraverso complessi algoritmi attivati da un set completo di sensori che, tramite computer vision, gli consentono di riconoscere oggetti e persone, muoversi agevolmente e in sicurezza in spazi condivisi con il pubblico e selezionare in ogni occasione il comportamento più adeguato. È in grado di dialogare tramite voicebot, che implementa competenze di linguaggio sviluppate attraverso piattaforma Open AI.
“Presentare RoBee al METS – Milano Emerging Technologies Summit, è per noi un’importante occasione per condividere la nostra visione su come l’integrazione della robotica umanoide possa trasformare in modo positivo vari settori industriali”, ha affermato Paolo Denti, CEO di Oversonic. “Crediamo che RoBee possa non solo potenziare i processi produttivi ma anche creare nuove opportunità per una gestione più sostenibile e collaborativa delle risorse tecnologiche. Partecipare a questo evento ci permette di avvicinarci a partner e investitori con cui condividere un impegno verso un futuro dove innovazione e accessibilità tecnologica sono alla portata di tutti. Inoltre, essere presenti e potersi confrontare con i decision maker di settore è fondamentale per poter aumentare la consapevolezza del mercato nei confronti di una tecnologia dalle enormi potenzialità per il futuro del mondo del lavoro come la robotica collaborativa”.
PAROLA AGLI ESPERTI
Nella meccanica di interazione uomo-macchina, però, in questa occasione, l’intervento di Robee sarà seguito anche dalle parole di esperti, accademici, manager e imprenditori del mondo dell’innovazione e non solo. Così, tra i relatori che in questa prima edizione di METS – Milano Emerging Technologies Summit porteranno la propria esperienza per animare le conversazioni sul futuro delle tecnologie emergenti applicate al mondo del business ci saranno anche opinion leader come Brando Benifei, Eurodeputato, co-Relatore del Regolamento europeo sull’Intelligenza Artificiale (AI Act), Luca Berdondini, Coordinatore dell’unità Microtechnology for Neuroelectronics, Istituto Italiano di Tecnologia, co-fondatore, Corticale, Vittorio Calaprice, AI Focal Point, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Riccardo Di Stefano, Presidente Giovani Imprenditori, Confindustria, Nicola Gatti, Professore Associato e Direttore dell'Osservatorio Artificial intelligence, Politecnico di Milano, Paola Generali, Presidente, Assintel, Mario Nobile, Direttore Generale, AgID, Calogero Oddo, Professore Associato di Bioingegneria e Coordinatore - Neuro-Robotic Touch Lab, Istituto di Biorobotica, Scuola Sant’Anna, Daniele Ottaviani, Responsabile Quantum Computing Lab, CINECA, Carlo Rodomonti, Responsabile Marketing Strategico e Ditigal, Rai Cinema, e Presidente Unione Editori e Creators Digitali, Anica, Marco Sacco, Dirigente di Ricerca, responsabile sede secondaria, CNR-STIIMA a Lecco, e Vice-Presidente, EuroXR European Association for eXtended Reality, Paolo Traverso, Direttore Pianificazione Strategica, Fondazione Bruno Kessler e molti altri.