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Finance & Administration

Gli eventi dell’area Finance & Administration (AFC) sono rivolti ad una community di oltre 40.000 manager che operano nella divisione AFC di multinazionali, grandi aziende e PMI italiane che hanno l’opportunità di aggiornarsi professionalmente e confrontarsi in expo internazionali, annual conferences, corsi di formazione ed eventi ad hoc.

Gli eventi flagship dell’area sono 3 tra i più importanti appuntamenti in Italia in ambito AFC: CFO summit, Finance Award e Re-Inventing Finance.

TAG: Amministrazione, Audit, Bilancio, Budget, Cash Flow, CFO, Contabilità, Controllo di Gestione, Corporate Governance, Fatturazione Elettronica, Finanza, Fiscale, IAS-IFRS, Recupero Crediti, Reporting, Tesoreria.


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eventi realizzati
The Future of CFO for Business Sustainability Goals Roma, 4 aprile 2023 MoMeC - Montecitorio Meeting Centre, Via della Colonna Antonina, 52 -12 giorni all'evento
CFO Summit 2023 Milano, dal 14 giugno 2023 al 15 giugno 2023 Allianz MiCo, Via Gattamelata, 5 - Gate 14 e 15 www.businessleaders.it -83 giorni all'evento save the date
Global Risk Forum 2023 Milano, dal 14 giugno 2023 al 15 giugno 2023 Allianz MiCo, Via Gattamelata, 5 - Gate 14 e 15 www.businessleaders.it -83 giorni all'evento save the date
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eventi futuri
Excel per l'amministrazione Live Streaming, dal 17 novembre 2022 al 1 dicembre 2022
Valutare gli investimenti industriali Live Streaming, 7 novembre 2022
Stati Generali del Dlgs 231/2001 Live Streaming, 26 ottobre 2022
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News & Media

COME CAMBIA IL RUOLO DEL CFO? OGGI, IL 22% DEI CEO A LIVELLO GLOBALE E' STATO DIRETTORE FINANZIARIO DELLA PROPRIA AZIENDA

Sempre più CFO diventano CEO. Potremmo riassumere così un trend che, da ormai cinque anni, riguarda sempre più aziende che fanno parte delle classifiche Fortune500 e S&P500. Da una recente indagine di Michael Page, infatti, emerge che l’8,1% degli amministratori delegati italiani, prima di diventare CEO, ricopriva il ruolo di CFO. Una crescita continua e costante dal 2017, quando il dato si attestava circa al 6%.

 

Un'evidenza decisamente interessante e rilevante anche nei confronti delle dinamiche e della trasformazione dei ruoli all'interno dei board delle aziende, in un momento di grande incertezza come quello che stiamo vivendo, che abbiamo voluto comprendere meglio, anche in vista della prossima edizione del CFO Summit - l'evento dedicato al mondo dei direttori dell'area Amministrazione Finanza e Controllo, organizzato da Business International - Fiera Milano e previsto il 14 e 15 giugno 2023 presso gli spazi dell'Allianz MiCo - Milano Convention Centre, all'interno del Business Leaders Summit -, per capire come sta evolvendo il mondo del business e quali saranno le nuove logiche che lo guideranno in futuro.

 

UN TREND GLOBALE

A livello globale la situazione non cambia: se analizziamo i dati di Heidrik & Struggles, infatti, possiamo notare che, all’interno delle maggiori aziende di 25 mercati mondiali (tra cui l’Italia), il 22% dei CEO attualmente in carica è stato precedentemente direttore finanziario, un valore in aumento rispetto al 18% del 2020. Sotto questo profilo, e tanto più in uno scenario volatile come quello che permea l'era post-covid, sembra sempre di più che le aziende di tutto il mondo stiano decidendo di affidarsi ai CFO, probabilmente, anche per dare un segnale di fiducia, sicurezza economica e visione strategica del proprio futuro ai mercati che mai come ora necessitano di costanti feedback finanziari e rassicurazioni di stabilità e solidità. “Il clima di incertezza che ha caratterizzato l’economia dopo l’avvento della pandemia e che, purtroppo, permane a causa del conflitto in Ucraina e tutte le conseguenze che ne derivano – precisa Edoardo Conti, Responsabile della divisione Finance & Accounting di Michael Pageha reso ancora più preziose le capacità dei CFO.  Da sempre i CFO sono chiamati a gestire con prudenza e concretezza situazioni estremamente complesse e caratterizzate da alta volatilità. Il ruolo del CFO, per questo, sta diventando di anno in anno sempre più strategico e centrale: capacità di previsione, di pianificazione e di analisi sono competenze indispensabili per poter fronteggiare le sfide che arrivano da mercati globali sempre più competitivi e complicati, anche a causa delle recenti e, sempre più frequenti, interruzioni nelle catene di approvvigionamento e ad un importante aumento dell’inflazione. In uno scenario simile, scegliere la continuità con una risorsa interna è una strategia utilissima anche per minimizzare il più possibile i rischi in quanto conoscono già la macchina aziendale”. 

 

CFO SEMPRE PIU' DIGITALI E DATA-DRIVEN PER GOVERNARE L'INCERTEZZA 

Ai  CFO di oggi – continua Edoardo Conti – viene chiesto di migliorare e velocizzare le capacità predittive e di analisi dei dati per comprendere in tempo reale i cambiamenti e di accelerare la trasformazione digitale, anche grazie all’utilizzo di intelligenza artificiale e soluzioni cloud". Due tecnologie emergenti che sono sempre più importanti nell'evoluzione e nella trasformazione del business e che richiedono nuove competenze e approcci digitali trasversali, in grado anche di offrire inedite opportunità, per esempio, nell'analisi di scenario e nella valutazione dei rischi e dei benefici che determinano lo sviluppo del business. "La capacità di prendere decisioni basate sull'analisi di informazioni orientate ai dati - prosegue il manager -, genera sicuramente una riduzione dei costi almeno in termini di efficacia delle decisioni e del tempo impiegato per prendere le decisioni stesse". Questo processo però, rende automaticamente necessario che il dipartimento finance sia posto al centro di ogni veicolazione informativa e che la raccolta dei dati permei ogni ambito e ambiente dell'organizzazione, imponendo conseguentemente una rivoluzione anche nel modello organizzativo e nello sviluppo e articolazione dei flussi di lavoro. Una nuova cultura aziendale, quindi, che vede nelle soft skill e nella collaboration interfunzionale uno degli asset più preziosi da tenere in considerazione.

 

LE SKILL VINCENTI PER DIVENTARE UN CEO DI SUCCESSO

PageGroup ha intervistato più di 100 ex CFO divenuti CEO negli ultimi 5 anni per capire quali siano le caratteristiche del CEO di successo. Gli intervistati esprimono un’opinione molto precisa su quali siano i tratti distintivi che contraddistinguono un buon amministratore delegato: capacità di determinare i driver del business value, leadership consapevole, pianificazione strategica e capacità di comunicare con gli azionisti. Secondo i dati emersi dalla survey, infatti, oltre ad avere una profonda conoscenza del business, nell'opinione degli intervistati, un leader di successo deve saper sfruttare tutte le informazioni disponibili per prendere decisioni. Una stretta collaborazione con l’AD precedente è cruciale per acquisire competenze relative alle dinamiche di mercato, comprendere la cultura corporate e conoscere i processi interni. Esperienze all’estero, di tipo commerciale lato finance (negoziazioni), di operazioni straordinarie o scouting di nuovi capitali (nuovi PE) rappresentano certamente un plus. Indubbiamente però, avere la capacità di individuare i veri fattori chiave del valore e dello sviluppo di un'impresa risulta un elemento essenziale per poter guardare al futuro con solidità, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo, nel quale la trasformazione è imprescindibile, ma la tradizione e le radici culturali del modello aziendale non vanno trascurate.

Per fare questo, è chiaro come gli stakeholder devono fidarsi, poichè le organizzazioni sono comunque e sempre composte da persone che necessitano rassicurazioni sul passato e indicazioni sul futuro. In questo senso, quindi, non sarà meno importante la gestione delle relazioni con le persone affinché si riescano a tenere alta motivazione e livelli di performance. A essere determinante è, però, soprattutto l’empatia, senza la quale sarebbe impossibile creare un piano di sviluppo del business a lungo termine. Proporre una leadership valoriale, coerente, innovativa e consistente, dunque, è la chiave per promuovere una visione differente che sappia mettere al centro le persone per poterle guidare in una nuova direzione, in grado di trasformare concetti e preconcetti, portando la cultura aziendale, i modelli, i processi e anche lo sviluppo economico dell'impresa su un altro livello. Sotto questo profilo, la leadership ha un valore inestimabile, poichè, se riconosciuta, può produrre benefici inaspettati sulle performance.

Risultati, che ovviamente, però, non possono arrivare da soli, ma che comunque devono essere sostenuti da una vision di azienda estremamente chiara e pragmatica – che deve essere accompagnata da una perfetta comprensione dei ruoli, dei costi e dei processi aziendali – è fondamentale per creare un’impresa di successo. La pianificazione passa anche attraverso una sempre più accurata analisi dei dati che sulla base di sistemi di business intelligence diventano predittivi delle azioni future e non più strumento per verificare il passato. Una nuova dimensione, questa, che sposta sempre di più la posizione del direttore finanziario da mero controllore a stratega del business in grado di anticipare le tendenze dei mercati e di consigliare con mano sapiente le decisioni da prendere per anticipare rischi e cogliere preventivamente opportunità spesso difficili da interpretare in anticipo. Un nuovo ruolo che calza a pennello su una figura dalle molteplici sfaccettature a cui si chiede non più solo di verificare i numeri, ma anche di comprenderli e a volte costruirli per poter rispondere non solo alle esigenze di business, ma anche degli stakeholder e dei territori in cui le realtà operano e si inseriscono per produrre valore aggiunto per la società e l'ambiente circostante. Uno sguardo alla sostenibilità, questo, che porta il CFO a dover fare i conti con la ricaduta concreta delle azioni intraprese e delle scelte promosse dal board.

Decisioni che, poi, vanno condivise non solo internamente, ma anche verso l'esterno con una comunicazione con gli azionisti che proponga una modalità di approccio differente e condivisa dagli stakeholder che sostengono l'azienda. Elementi che compongono la capacità relazionale tra i direttori finanziari e chi offre loro fiducia per portare avanti una strategia di successo. Negli ultimi anni, infatti, gli azionisti hanno iniziato a preoccuparsi maggiormente dei processi di corporate governance. Spesso, però, non sono ancora coinvolti in modo adeguato e questo causa una perdita di vantaggi per entrambe le parti. Ci sono maggiori possibilità che gli investitori supportino le decisioni del CdA se esiste un legame di forte fiducia che porti ad una strategia aziendale chiara e condivisa. Assumere un ruolo di leadership ed essere motore del processo di cambiamento della propria impresa è il primo passo per ambire a posizioni di vertice. Per questo sempre di più i CFO sono chiamati a saper rispondere e presentare con efficacia, non tanto i numeri del business, quanto le scelte, le azioni e i risultati concreti di quei simboli rappresentativi ma asettici, che spesso non trasferiscono concretamente il vantaggio prodotto da una determinata attività sul contesto in cui quest'ultima è atterrata. Un fattore cruciale, questo, che deve diventare invece la bussola della crescita sia personale, sia professionale di un chief financial officer che voglia mirare al vertice della propria organizzazione per consentire a quest'ultima di abbracciare davvero quel cambiamento necessario per progredire, superando con successo il periodo di incertezza in cui stiamo vivendo.

 

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MILAN FINTECH SUMMIT, ANNUNCIATA LA QUARTA EDIZIONE: 9, 10 E 11 OTTOBRE 2023

Nonostante il contesto economico e geopolitico che stiamo vivendo il Fintech italiano ha dimostrato nel 2022 di essere resiliente, raccogliendo oltre 900 milioni di euro, secondo i dati dell'Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano, e facendo crescere il numero delle nuove realtà operanti nel settore portandole a più di 630 realtà. Dati che sottolineano come Embedded Finance e Banking-as-a-Service, abilitando realtà di tutte le industry a offrire servizi finanziari, si stanno affermando come modelli di riferimento per la nascita di nuovi business, creati nel segno della collaborazione per rispondere a un utente finale evoluto. Risultato? Il fintech è ormai parte della nostra vita! Spesso invisibile, è sempre più pervasivo e integrato nell’esperienza quotidiana di tutti. Ci sono, però, ancora settori inesplorati e operatori che non hanno ancora compreso appieno il modello e i vantaggi. Come accelerare la tendenza? Qual è l'impatto dell'Open Collaboration e dell'Embedded Finance sul settore finanziario tradizionale?

 

Questi i punti di partenza della quarta edizione del Milan Fintech Summit, l’evento internazionale promosso e organizzato da Fintech District e Business International - Fiera Milano, con il supporto del Comune di Milano tramite Milano&Partners, previsto il prossimo 9, 10 e 11 ottobre 2023 all’interno degli spazi dell’Allianz MiCo – Milano Convention Centre.

 

I risultati dell’ultima edizione – oltre 120 relatori italiani ed internazionali, tra cui 5 unicorni, e la partecipazione di oltre 1.100 persone (+67% rispetto all’edizione precedente) – hanno spinto i promotori a puntare sull’evento con sempre maggiore forza e decisione. Importanti quindi le novità di quest’anno:

 

NUOVI OBIETTIVI: confermare il ruolo di Milano come capitale dell’innovazione a livello europeo e accendere i riflettori sul resto del Paese; portare l’ecosistema fintech italiano - ormai maturo - nella prossima fase evolutiva; rafforzare l’interesse e gli investimenti da parte di player internazionali.

NUOVA LOCATION: all’Allianz MiCo – Milano Convention Centre si riuniranno esperti da tutto il mondo, CEO delle eccellenze Fintech italiane e internazionali, player finanziari, Istituzioni e investitori.

NUOVO FORMAT: un Welcoming Party e, a seguire due giorni di dibattito, incontri, appuntamenti nell’area espositiva. Sarà a breve attiva la call internazionale per gli speaker provenienti dalle fintech e, novità del 2023, una call per incumbent che possono proporsi per raccontare sul palco i migliori progetti di open collaboration e innovation. Da gennaio 2024, inoltre, il Milan Fintech Summit inizierà un roadshow nel resto d’Italia per promuovere non solo l’eccellenza meneghina, ma valorizzare anche le innovative capacità e potenzialità dell’interno territorio peninsulare.

NUOVA ISPIRAZIONE: l’edizione 2023 si ispirerà alla letteratura internazionale: ogni sessione farà riferimento al titolo di un libro o racconto noto, a partire dal claim principale “Tomorrowland”. Agli speaker sarà chiesto di condividere il proprio libro preferito per creare la TBR del #MFS.

 

Clelia Tosi, Head of Fintech District, commenta: “I dati mostrano un ecosistema Fintech italiano ormai maturo da tutti i punti di vista: numero di realtà, solidità, capacità di attrarre investimenti. L’Open Innovation si conferma la strada per una vera trasformazione del settore finanziario. Rimangono però elementi su cui lavorare e nuove sfide da porsi: Milano deve continuare a guidare l'innovazione, ma è il momento di accendere i riflettori anche sulle eccellenze del resto del Paese; sono necessari una burocrazia meno invasiva e incentivi agli investimenti. Serve poi una strategia di sistema per attrarre e trattenere talenti. La mission di Fintech District è promuovere iniziative che supportino lo sviluppo dell’ecosistema e la cultura fintech, Il Milan Fintech Summit ha questa finalità. L'incontro e il confronto tra tutti gli stakeholder è fondamentale per una crescita sana e costante del settore, siamo certi che la nuova edizione dell’evento, come accaduto in passato, avvicinerà il fintech italiano verso gli obiettivi posti e verso traguardi sempre più importanti”.

 

Carlo Antonelli, direttore di Business International – Fiera Milano ha dichiarato:“La quarta edizione di un evento come il Milan Fintech Summit è la conferma che l’Italia non si è fermata, ma anzi sta navigando a gonfie vele, nonostante l’incertezza economica e geopolitica che stiamo vivendo da mesi. La capacità innovativa delle nostre imprese e della filiera del Finance Technology italiano ha superato ormai qualunque aspettative. Lo testimoniano i due unicorni che sono nati nel 2022 e che abbiamo avuto ospiti proprio nella scorsa edizione della manifestazione. Un segnale forte, questo, che sottolinea ancora una volta come l’eccellenza innovativa dei nostri talenti è e deve rimanere il vero motore per guardare al futuro e alla crescita della nostra economia. Per questo in questa nuova edizione del MFS abbiamo scelto di ampliare i nostri orizzonti e anche propri i nostri spazi espositivi, entrando in una location di grande prestigio come è quella dell’Allianz MiCo. A testimonianza dell’impegno di Fiera Milano nel sostenere un settore come quello del fintech che sempre di più rappresenta un esempio di sviluppo e crescita per il nostro sistema Paese”.

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CURRENCY IMPACT REPORT: NEGLI ULTIMI 12 MESI, 47 MILIARDI DI DOLLARI DI FLUTTUAZIONI NEGATIVE PER LE MULTINAZIONALI

Inflazione, costi delle materie prime e gestione della business continuity. Nell'era post covid, sono queste le tre vere sfide che ogni giorno le aziende devono affrontare per rimanere resilienti e guardare al futuro.

 

Un mix di difficoltà che ogni organizzazione interpreta come può e come riesce, ma che sicuramente subiscono le influenze e gli impatti delle politiche monetarie continentali, comprese quelle relative al rialzo dei tassi d'interesse recentemente implementate dalla Banca Centrale Europea e che potrebbe subire un ulteriore aumento proprio nei prossimi giorni. Uno scenario che abbiamo cercato di comprendere meglio attraverso l'analisi di una recente ricerca realizzata da Kyriba con il titolo "Currency Impact Report" (Resoconto sull'impatto valutario). Un resoconto trimestrale completo, che illustra nel dettaglio l'impatto delle esposizioni ai cambi di valuta (foreign exchange, FX) tra 1.200 multinazionali con sede in Nord America e in Europa e con almeno il 15% dei ricavi provenienti dall'estero e di cui vi proponiamo una sintesi di seguito, anche in vista della prossima edizione del CFO Summit, l'evento dedicato al mondo dei direttori finanziari, organizzato da Business International - Fiera Milano e previsto all'Allianz MiCo - Milano Convention Centre il prossimo 14 e 15 giugno 2023 all'interno della grande manifestazione dedicata ai migliori C-Level del momento, Business Leaders Summit

 

L'IMPATTO DELLE FLUTTUAZIONI NEGATIVE

L'elemento più importante che emerge dal report è il fatto che, secondo i dati, negli ultimi 12 mesi ci siano stati oltre 64,22 miliardi di dollari di impatti complessivi sugli utili dovuti alla volatilità delle valute. L'insieme delle società coinvolte nell'indagine, nello specifico, ha registrato 47,18 miliardi di dollari di fluttuazioni negative e 17,04 miliardi di dollari di fluttuazioni positive nel terzo trimestre del 2022.

In particolare, le aziende nordamericane hanno registrato 43,15 miliardi di dollari di fluttuazioni negative, il 26,6% di incremento rispetto al trimestre precedente. Mentre, le aziende europee hanno registrato un aumento del 33,3% degli impatti valutari negativi, con aziende che hanno registrato 4,03 miliardi di dollari di fluttuazioni negative legati ai cambi di valuta. "Abbiamo visto i tassi di cambio e di interesse fluttuare maggiormente nell'ultimo anno che nell'ultimo decennio e ci aspettiamo una maggiore volatilità nel 2023", ha dichiarato Wolfgang Koester, Chief Evangelist di Kyriba. "La volatilità degli FX sta costando alle aziende cifre record, come abbiamo visto nell'ultimo trimestre con fluttuazioni positive e negative per un totale di 64 miliardi di dollari, un chiaro segnale per i CFO della necessità di esaminare i propri processi di gestione del rischio dei cambi di valuta. I CFO e i tesorieri devono adottare un approccio moderno per affrontare questi imprevedibili cambiamenti del mercato, che rendono la stagione degli utili (earnings season) più impegnativa in quanto la certezza dei flussi di cassa futuri è meno chiara."

 

IL PESO DELLE MONETE

Guardando, poi, più da vicino le altre evidenze della ricerca si può notare come l'impatto medio sugli utili per azione (EPS) registrato dalle società nordamericane nel terzo trimestre del 2022 sia stato di 0,05 dollari. Se è vero, inoltre, che le società nordamericane quotate in borsa hanno registrato 43,15 miliardi di dollari di fluttuazioni negative, è altrettanto vero che le società nordamericane quotate in borsa hanno anche registrato solo 0,26 miliardi di dollari di fluttuazioni positive. Nel momento in cui, poi, le realtà intervistate hanno ragionato sugli impatti proposti dalle singole valute monetarie, la maggior parte di esse ha indicato l'euro (EUR) come la valuta di maggior impatto: il 33,3% delle aziende l'ha indicata come valuta avente un impatto sui ricavi; il dollaro canadese (CAD) si è classificato al secondo posto con il 26,7%, mentre il rublo russo (RUB) si è posizionato al terzo posto con il 20%. L'euro, inoltre, è stata la valuta più citata come impattante anche dalle società europee durante la presentazione degli utili (earnings calls), seguita dalla corona e dal dollaro.

I sei settori che hanno subito il maggiore impatto dalle valute in Nord America sono stati (in ordine di classifica): attrezzature e forniture sanitarie, servizi professionali, biotecnologie e prodotti farmaceutici, macchinari, commercio e distribuzione, strumenti e servizi per le scienze della vita. "Oggi più che mai, gli analisti del settore pongono domande durante la presentazione degli utili (earnings calls) su come i CFO stiano proteggendo il valore per gli azionisti e analizzano le vulnerabilità dei risultati finanziari trainati dai cambi di valuta. Impatti consistenti e inspiegabili sugli utili indicano l'opportunità di migliorare la gestione aziendale del rischio dei cambi di valuta tramite la rilevazione dell'intero spettro delle esposizioni ai cambi, la mitigazione dell'EPS a rischio e la riduzione dei costi di copertura", ha dichiarato Koester. Analisi queste che i direttori finanziari si trovano a dover interpretare ormai ogni giorno e su cui non c'è ovviamente un'unica strategia per tutto il mondo del business, ma su cui bisogno concentrare la propria soluzione per trovare soluzioni dedicate ed efficaci per ogni singola organizzazione di qualunque dimensione sia e a qualunque livello si ponga, proponendo in questo modo una vera trasformazione anche del ruolo stesso del CFO che passa in questo modo e sempre di più dall'essere un mero controllore dei costi all'esere un vero e proprio stratega, essenziale per consentire alle aziende di prendere decisioni migliori, più precise e soprattutto in grado di basarsi su  analisi valoriali approfondite e a 360 gradi.

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