Gli eventi dell’area Finance & Administration (AFC) sono rivolti ad una community di oltre 40.000 manager che operano nella divisione AFC di multinazionali, grandi aziende e PMI italiane che hanno l’opportunità di aggiornarsi professionalmente e confrontarsi in expo internazionali, annual conferences, corsi di formazione ed eventi ad hoc.
Gli eventi flagship dell’area sono 3 tra i più importanti appuntamenti in Italia in ambito AFC: CFO summit, Finance Award e Re-Inventing Finance.
TAG: Amministrazione, Audit, Bilancio, Budget, Cash Flow, CFO, Contabilità, Controllo di Gestione, Corporate Governance, Fatturazione Elettronica, Finanza, Fiscale, IAS-IFRS, Recupero Crediti, Reporting, Tesoreria.
Nel mondo del business, oggi, la sostenibilità è un concetto che si sta allargando a macchia d’olio, comprendendo anche la valutazione di criteri d’interesse che valicano gli aspetti puramente economico finanziari e orientando anche l’attenzione dei Chief Financial Officer verso aspetti come il benessere e la salute dei dipendenti, la ricaduta sociale, ambientale e territoriale delle attività aziendali e gli impatti di compliance normativa, legata al mondo ESG, che ogni scelta o decisione manageriale può produrre. L’implementazione delle iniziative di sostenibilità all’interno delle strategie di sviluppo aziendale, così, passa dall’essere una buona prassi valoriale al diventare un must have reputazionale nei confronti degli stakeholder, al rendersi asset fondante di crescita futuribile. Una trasformazione in fieri che deve arrivare ancora al suo stadio evolutivo finale, ovvero a quello status di mile stone attorno al quale far ruotare tutte le logiche e le dinamiche imprenditoriali su cui ancora troppe poche realtà oggi stanno concentrando la propria attenzione.
Tuttavia, è sempre più evidente come le imprese, a livello globale, stiano iniziando a capire in maniera sempre più consolidata come la generazione di vantaggi competitivi a lungo termine prodotta da queste iniziative green, che comprendono nuove opportunità di crescita e una maggiore resilienza nel mercato di riferimento, siano importanti per rimanere al passo con i tempi. A tal punto che secondo la recente “CFO Sustainability Outlook Survey”, realizzata da BDO, il 91% delle organizzazioni, che stanno attivamente integrando gli aspetti ESG nelle proprie strategie aziendali, prevede un aumento dei ricavi nel 2025 e l'80% stima che il proprio impegno nella definizione di strategie di sostenibilità aumenterà o rimarrà invariato durante i prossimi 12 mesi.
Dati ed evidenze, queste, che abbiamo voluto approfondire meglio in questo articolo, proprio attraverso un’analisi commentata del report, prodotto dall’organizzazione internazionale dedicata alla fornitura di servizi professionali alle imprese. Una sintesi dello studio, che ha coinvolto un campione di 500 CFO a livello globale e che vi proponiamo di seguito, anche in vista della prossima edizione del CFO Summit, l’evento dedicato al mondo dell’area Amministrazione, Finanza e Controllo, previsto il prossimo 19 e 20 giugno 2025 presso l’Allianz MiCo di Milano, all’interno del Business Leaders Summit – la grande manifestazione organizzata da Business International, la knowledge unit di Fiera Milano e pensata per riunire in un’unica location i migliori C-level dell’impresa contemporanea.
IL RETURN ON INVESTMENT DELLE ATTIVITÀ SOSTENIBILI DEGLI ULTIMI 5 ANNI
Dall’indagine, inoltre, emerge un altro aspetto estremamente importante per questo segmento di mercato, ovvero il fatto secondo il quale sembrerebbe che i CFO stiano comprendendo l’importanza di porre la sostenibilità al centro della propria attività. In questo senso, infatti, il 47% di essi prevede di aumentare il proprio coinvolgimento nella definizione delle strategie di sostenibilità nel corso dei prossimi 12 mesi. Un aspetto, questo, che deriverebbe dai risultati ottenuti fino a questo momento, evidenziando il valore oggettivo generato da questo radicale cambio di approccio. Se, infatti, analizziamo il Return on Investment (ROI) delle iniziative di sostenibilità realizzate dalle aziende negli ultimi cinque anni, i CFO segnalano di aver conseguito benefici sia nelle performance finanziarie che in quelle operative, tra cui un aumento dell'innovazione e delle nuove opportunità di business (nel 37% dei casi), una crescita dei ricavi (nel 36%) e un più facile accesso a finanziamenti a condizioni favorevoli (nel 34%). In particolare, l’aumento dei ricavi rispetto alle iniziative ESG viene segnalato dal 40% delle imprese del comparto manifatturiero, dal 43% di quello tecnologico e dal 37% di quello della sanità. I vantaggi generati dai progetti sostenibili si riscontrano anche in una crescita del grado di innovazione, soprattutto per i settori Technology (42%) e Life sciences (39%), grazie al loro orientamento particolare sulle attività di ricerca e sviluppo.
LA VALUTAZIONE DELLE DIVERSE FONTI DI RISCHIO PER LE AZIENDE NEL 2025
Guardando, poi, ai possibili rischi relativi agli investimenti prodotti nell’ultimo periodo da parte delle aziende, gli analisti di BDO evidenziano come, secondo il 45% dei CFO intervistati, nel 2025, i fattori ESG ricoprano la terza posizione, dopo i rischi operativi (48%) e quelli legati al servizio o prodotto offerto (46%), che occupano le prime due posizioni della graduatoria. Un dato, questo, che in qualche modo viene anche confermato come non prioritario dalla percezione che, nonostante quanto detto finora, vede il mondo green ancora come un segmento a se stante, isolato dal resto delle strategie improntate per la crescita da parte delle imprese o comunque non ben integrato all’interno dei loro schemi evolutivi. Nonostante i CFO intervistati abbiano segnalato evidenti benefici aziendali derivanti dagli investimenti in campo ESG, infatti, secondo i dati del rapporto, molte organizzazioni considerano ancora la sostenibilità come un'iniziativa a sé stante anziché come una componente fondamentale della strategia aziendale generale. A tal punto che, secondo gli esperti internazionali, oggi, la maggior parte dei progetti in materia di sostenibilità viene sviluppato prevalentemente come risposta alle pressioni esterne da parte dei regolatori (30%) o di altri stakeholder (40%). Poco più di un quinto (21%) degli intervistati sta, però, lavorando attivamente all'integrazione dei progetti ESG nella strategia aziendale più ampia. Una frazione che, però, risulta essere ancora significativamente minoritaria rispetto al totale per poter effettivamente considerare come consolidato il cambiamento in atto, che indubbiamente risulta avere bisogno di tempo per poter attecchire concretamente negli approcci reali dell’industria globale.
LE PROSPETTIVE DEGLI INVESTIMENTI IN SOSTENIBILITÀ
Nonostante l’incertezza dovuta alla crisi economica e geopolitica, oltre che alle nuove politiche sull’ambiente e sui dazi dettate dall’amministrazione americana del governo Trump, guardando al futuro, la maggior parte delle aziende intervistate prevede di mantenere (33%) o aumentare (44%) i propri investimenti in progetti ESG. Tra i settori più propensi a un’implementazione di queste iniziative ci sono quello tecnologico (55%) e retail (45%). Concentrandoci, infine, sugli ambiti in cui le aziende stanno orientando o prevedono di orientare i propri investimenti in sostenibilità, sul podio troviamo la promozione della salute e del benessere dei dipendenti (40%), lo sviluppo di prodotti sostenibili (39%) e la riduzione dei costi (35%), che, differentemente da quanto ci si aspetterebbe nell’ambito dell’Office of Finance, per come veniva considerato e interpretato fino a qualche tempo fa, compare solo in terza posizione, sottolineando come l’approccio strategico nei confronti del business e della sostenibilità stia completamente rimodellando le logiche di approccio anche del’area Amministrazione Finanza e Controllo. Un concetto sottolineato, proprio a corredo della survey, anche da parte di Carlo Luison, Partner BDO Sustainable Innovation: “Sebbene la maggior parte delle organizzazioni intervistate si trovi ancora nelle prime fasi del proprio percorso di sostenibilità – ha dichiarato il manager –, i vantaggi dell'integrazione strategica delle iniziative in ambito ESG emergono chiaramente dalla nostra ricerca,” commenta Carlo Luison, Partner BDO Sustainable Innovation. “Una netta maggioranza di aziende che stanno già lavorando per integrare la sostenibilità nella strategia aziendale prevede una crescita dei ricavi nell’anno in corso, indicando quindi come un approccio maturo alla sostenibilità aziendale possa diventare un fattore chiave di differenziazione competitiva. Il percorso da seguire richiede anche un cambiamento nella mentalità organizzativa e prevede l’adozione, da parte dei CFO, di una visione aziendale più completa per garantire che le considerazioni sulla sostenibilità siano integrate nella gestione del rischio, nella generazione di ricavi e nella pianificazione strategica, allineando le iniziative in ambito ESG con gli obiettivi aziendali. Risulta quindi cruciale effettuare questa transizione - e iniziarla ora - per aumentare il valore aziendale a lungo termine e la resilienza dell’organizzazione.”
Secondo il recente #AI Barometer di EY, l’Italia è tra i primi tre Paesi dell’Unione Europea per adozione di #intelligenzaartificiale, con il 77% dei professionisti che già la utilizza, il 24% pronto ad affermare che questa tecnologia stia già influenzando il proprio lavoro e il 46% che prevede un incremento dell’impatto delle applicazioni AI nel business nei prossimi 3 anni.
Nonostante questi dati positivi, però, le imprese italiane, quando si parla di questi temi si trovano poi ad affrontare criticità come la mancanza di infrastrutture di rete, che secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano colpisce il 65% dei casi e pone l’Italia al 23esimo posto in Europa, e il gap di competenze digitali, dove l’Italia si posiziona 25esima.
Qual è, allora, il vero stato dell’arte dell’adozione di AI nella nostra penisola e come approcciarla nel migliore dei modi?
Un tema che, come #BusinessInternational, knowledge unit di Fiera Milano, peraltro, abbiamo approfondito anche durante l’ultima edizione del #BusinessLeaders Summit (www.businessleaders.it), svoltosi a Roma il 26 e 27 novembre 2024, e che cercheremo di approfondire e capire meglio, anche nel corso di questa nuova puntata di "#OneQuestion", insieme a Luca Bui, Pre-Sales & PSM Manager, Board Italia.
Con il 2025 ormai alle porte, molte aziende stanno pianificando il futuro e ridefinendo le proprie strategie. In questo scenario, la scelta della banca giusta diventa un passo fondamentale per garantire risorse adeguate e un supporto strategico a lungo termine. Una decisione importante che per un CFO può diventare l'ago della bilancia tra il successo e la sostenibilità del proprio business. Come è possibile, però, scegliere la banca giusta? Un quesito, questo, a cui abbiamo cercato di rispondere nel seguente articolo anche attraverso l'opinione di Valerio Vimercati, esperto di finanza e founder di Ratinglab, che ci ha spiegato come la fine dell’anno sia il momento ideale per le aziende di rivalutare i propri rapporti bancari e pianificare il futuro con maggiore consapevolezza. In questo contesto, la scelta della banca giusta non si limita all’offerta di credito, ma si traduce in una collaborazione strategica.
COME SCEGLIERE IL PARTNER FINANZIARIO GIUSTO
In un mercato sempre più dinamico e competitivo, infatti, la banca non è solo un fornitore di credito, ma un partner strategico. “Scegliere la banca giusta significa non solo guardare ai numeri, ma individuare un alleato che capisca davvero le dinamiche del tuo settore e possa offrire soluzioni su misura per far crescere il tuo business, - sottolinea Vimercati -. Per esempio, è fondamentale capire come la banca valuti il rischio e la sostenibilità finanziaria dell’azienda. Le metodologie adottate combinano analisi quantitative e qualitative, tra cui bilanci, dati della Centrale Rischi di Banca d’Italia e algoritmi specifici. Questi strumenti non solo misurano la solidità finanziaria e la gestione delle passività, ma considerano anche il comportamento dell’azienda sia verso la banca stessa (andamentale interno) sia verso il sistema bancario (andamentale esterno), offrendo così una visione completa della sua affidabilità".
Una decisione motivata da vari aspetti, dunque, che, secondo l'esperto, per raggiungere il suo scopo, può basare il proprio orientamento su sei pillar strategici:
Tutti spunti molto importanti su cui riflettere prima di scegliere e che sicuramente propongono anche una questione di fiducia tra l'azienda e l'istituto creditizio che, al netto dell'adozione di algoritmi di nuova generazione e di investimenti in digitalizzazione, può essere consolidata solo grazie alla capacità relazionale e professionale tra il manager e il consulente. Un elemento essenziale che rimette al centro la persona, la sua competenza analitica e soprattutto la sua intelligenza analitica ed emotiva.