di Matteo Castelnuovo | 25/01/2024
Per la prima volta nella storia del World Economic Forum, l'Intelligenza Artificiale è stata l'indiscussa protagonista. Non analisi economiche, non interpretazioni geopolitiche, non anticipazione di trend, rischi, sfide e opportunità per i business leaders, ma l'AI nelle sue varie forme e soprattutto i dubbi sulla sua reale e concreta affidabilità. Un tema che secondo alcune recenti ricerche di EY oggi coinvolge oltre il 70% dei CEO a livello globale che non sono sicuri degli investimenti da produrre su questa tecnologia emergente proprio a causa delle implicazioni etiche e i concreti vantaggi che può portare con sé.
Eppure, nonostante le avvertenze degli esperti e le discussioni sulla questione, il mercato dell'artificial intelligence a livello globale è in grande e rapida crescita. A tal punto che, sempre secondo i dati di EY, entro il 2032 il settore potrebbe arrivare a superare 1 trillione di dollari, con un tasso di crescita annua composito del 42%. Dati, questi, che fanno capire come, al di là delle indecisioni ormai le imprese non possano più prescindere dal puntare su questa tecnologia, e sull'innovazione in senso generale, per poter guardare al futuro e al successo. Un concetto ancora più vero se si guarda al mondo industriale e manifatturiero che, soprattutto in un momento di grande volatilità dei mercati e bassa crescita economica, per non dire recessione, sono alla costante ricerca di nuovi modi per automatizzare e ottimizzare i processi al fine di migliorare le performance e ridurre i costi, mantenendo la business continuity.
Un argomento, quest'ultimo, che, anche in vista della prossima edizione di AIXA - Artificial Intelligence Expo of Applications, abbiamo voluto comprendere meglio attraverso le parole di Morten Rohlfes, Edge director, EMEA, Red Hat, che in un recente white paper ha spiegato come l'AI e le tecnologie emergenti saranno sempre di più il motore della crescita e dello sviluppo industriale e manifatturiero globale.
"Se guardiamo all’evoluzione delle linee produttive - spiega il manager -, alcuni casi d’uso come la manutenzione predittiva sono ormai passati dalla fase di innovazione a quella di adozione precoce, se non addirittura di adozione diffusa". Altri casi d’uso promettenti, però, per esempio sono basati sulla tecnologia edge e riguardano la sicurezza dei lavoratori e la computer vision. "Per quanto riguarda la prima - spiega l'esperto -, si osservano investimenti destinati a sensori e telecamere collegati tramite l’edge a un’unità intelligente in sede centrale con l’obiettivo di proteggere i lavoratori dal rischio di essere feriti da un robot o da un veicolo autonomo. Per quanto riguarda invece la computer vision, le sperimentazioni attuali comprendono l’utilizzo di telecamere e sensori nell’area di produzione per identificare ed eliminare i prodotti difettosi, al fine di migliorare la qualità complessiva della produzione". L’identificazione di un prodotto non idoneo deve essere effettuata in pochi millisecondi e, non essendoci il tempo di inviare i dati a un cloud o a un’unità centrale, è necessaria un’intelligenza vicino alla produzione. "Per questo motivo - sottolinea Rholfes -, Digital twin e programmable logic controller (PLC) virtuali saranno le prossime tecnologie ad essere coinvolte in questo importante processo sviluppo e crescita, mentre la formazione in realtà virtuale (VR) e l’e-Kanban richiederanno probabilmente più tempo per affermarsi".
Il settore manifatturiero ha visto un aumento della presenza di Linux rispetto alle soluzioni tradizionali, grazie alla rapida crescita delle piattaforme software-defined. "Stiamo assistendo alla fine dell’hardware proprietario abbinato a software non connesso e difficile da aggiornare - conferma il manager -. In un futuro in cui ogni anno vengono installati migliaia di nuovi dispositivi edge, sensori, telecamere e PLC, sono necessarie soluzioni IT per risolvere questi problemi OT". Il futuro ideale è quello in cui i responsabili degli impianti di produzione potranno sincronizzare automaticamente molti, se non tutti, questi dispositivi con un solo click, eseguendo anche aggiornamenti over-the-air. "In passato - commenta l'esperto - questa automatizzazione non era prevista in molti impianti di produzione. La convergenza OT-IT con modelli software-defined basati su standard aperti e democratici come l’architettura unificata OPC e Linux è fortunatamente molto vicina e può contribuire allo sviluppo di casi d’uso di questo tipo sia nell’industria manifatturiera che in quella di processo".
Il successo delle implementazioni produttive dei casi d’uso edge dipende dal lavoro di squadra di diversi operatori del mercato. Un fornitore OT deve assicurarsi che i provider dei sistemi di esecuzione della produzione (MES) utilizzino una piattaforma industriale edge matura ed entrambi dovranno fare affidamento su un system integrator per combinare le varie componenti della soluzione. "È interessante continuare a osservare come il mondo industriale si stia aprendo all’open source - aggiunge l'esperto -, intensificando i processi di collaborazione verso un’ulteriore standardizzazione. Esiste un certo parallelo tra il settore delle telecomunicazioni e l’industria manifatturiera sotto questo profilo. Il primo ha intrapreso un percorso di disaccoppiamento del software dall’hardware a partire dal 2017 e oggi dispone di standard aperti, hardware meno proprietario e costoso in bundle con il software e ulteriori sistemi connessi basati su Linux e container. Per questo ci aspettiamo che l’industria manifatturiera raggiunga nei prossimi anni risultati simili, introducendo standard aperti come l’architettura unificata OPC, l’hybrid cloud, Linux e i container all’interno di una struttura software-defined".