a cura di Marco Landi, Presidente QUESTIT | 04/11/2023
L'AI promette di rivoluzionare il mondo del lavoro, far crescere la nostra produttività come mai prima nella storia. Ma quale potrebbe essere la competitività dell'Europa in questa corsa all'innovazione se ci limitassimo a costruire il nostro futuro usando porti, autostrade, aeroporti e infrastrutture di altri? Se la nostra produttività decidessimo di lasciarla nelle mani di terzi?
Gli investimenti privati negli Usa sull'intelligenza artificiale sono arrivati a 47,4 miliardi di dollari nel 2022, più del triplo di quanto ha investito la Cina (13,4 miliardi di dollari) indica l'AI Index 2023, pubblicato dallo Stanford Institute. Il rapporto avverte anche che la proporzione di aziende che usano l'AI è più che raddoppiata rispetto al 2017 e sta andando verso il 60 per cento, a livello mondiale. E' con questa realtà che dobbiamo confrontarci.
Non può esistere un' Europa che compete senza una AI Europea, basata sulle nostre regole, la nostra etica e i nostri principi. Un' AI sotto il nostro controllo, disponibile a tutte le imprese europee che vorranno costruire il futuro su questa infrastruttura. Eppure oltre il 73 per cento dei grandi modelli linguistici (Large Language Model) che hanno consentito l'exploit dell'AI Generativa sono di origine americana. Dopo le promesse iniziali, gli entusiasmi eccessivi, la curiosità che ha portato 100 milioni di utenti in pochi mesi a provare Chat-GPT, ora è arrivato il momento delle critiche e delle riflessioni.
L'AI Generativa fa paura. Persino ai suoi stessi creatori. Clamoroso il caso di Geoffrey Hinton, uno dei padri del machine-learning e guru dell'AI di Google, che ha dato le dimissioni "per poter meglio parlare dei pericoli a cui andiamo incontro". Migliaia di ricercatori, tra cui grandi personalità come Steve Wozniak e Joshua Bengio, preoccupati dalla velocità a cui avanza l'AI Generativa, hanno lanciato a fine marzo un appello con il Future of Life Institute, per chiedere una pausa di riflessione, spiegando che "I sistemi di AI dotati di un'intelligenza concorrenziale con quella umana rappresentano dei rischi profondi per la società e l'umanità". Un appello che ha fatto breccia, al punto che la Casa Bianca ha dato il via a una serie di consultazioni con le BigTech per discutere dei pericoli per la democrazia, le conseguenze economiche e l'impatto sul lavoro.
E' diventato evidente che occorrono regole per inquadrare lo sviluppo di un'intelligenza artificiale sempre più potente, ancora poco affidabile, che minaccia di far dilagare la disinformazione, creare discriminazioni, provocare forti conflitti sociali. Ora tutti le chiedono le regole. Persino OpenAI e Google, che hanno creato per prime i due modelli concorrenti, Chat-GPT e Bard. Sam Altman, Ceo di OpenAI, davanti al Congresso americano ha riconosciuto la necessità di regolare l'uso dell'AI Generativa, ha quasi invocato la creazione di standard di sicurezza. Sundar Pichai gli ha fatto eco a fine maggio sul Financial Times dicendo: "l'AI è una tecnologia che sta diventando troppo importante, non solo per l'industria, per l'intera umanità, e occorre regolamentarla bene". Pichai ha invitato anche ad una cooperazione internazionale tra Stati Uniti ed Europa, per dar vita a un quadro di riferimento solido per un AI Responsabile.
In realtà la posizione di questi leader sembra piuttosto quella di chi ha lanciato il sasso e poi nasconde la mano, passando la palla ai governi. Il capo di Alphabet ha considerato finora l'Europa come un mercato, sul quale ha impedito ad oggi il rilascio di Bard e degli altri prodotti basati sulla sua AI Generativa (rilasciati in 180 paesi nel mondo) proprio perchè teme le regole che l'Europa sta imponendo. E in attesa dell'AI Act, che sarà votato a metà giugno, anche Sam Altman mette già le mani avanti, temendo sia troppo restrittivo: "Se potremo rendere conforme la nostra tecnologia lo faremo – ha dichiarato - altrimenti dovremo cessare l'attività sul continente europeo".
L'Europa ha già dimostrato, a partire dal 2018 e dal GDPR di essere all'avanguardia in termini di regolamentazioni e di protezione dei cittadini. E le Big Tech, quando non si sono adeguate, hanno ricevuto pesanti multe. Ma la regolamentazione non basterà a proteggerci dal rischio di perdita di sovranità tecnologica e di competitività delle nostre aziende di fronte all'impatto dirompente di questi grandi modelli di AI Generativa.
Perchè in Europa non ci sono iniziative di successo delle dimensioni di ChatGPT? Eppure di eccellenze ne abbiamo: scienziati di altissimo livello, aziende straordinarie, decine di start-up arrivate ad essere delle licorne e tutto sommato anche risorse economiche. Perché non provare a competere in questa corsa all'AI, perché non provare ad esportare in tutto il mondo la nostra visione dell'AI e del futuro? Quando parlo di visione dell'AI è quella human-centered, di beneficio, e non di danno o di concorrenza per gli esseri umani, che è promossa dalla Commissione Europea, che ho adottato da sempre creando iniziative, come l'Institut-EuropIA, la Maison de l'intelligence artificielle à Sophia Antipolis e il World AI Cannes Festival (Waicf), sulla Costa Azzurra in Francia, e che cerco di continuare a promuovere, partecipando sempre a momenti di incontro e confronto, come quello proposto da AIXA - Artificial Intelligence Expo of Applications, organizzato da Business International, la knowledge unit di Fiera Milano, e previsto il prossimo 8 e 9 novembre 2023 all'Allianz MiCo di Milano.
Dobbiamo agire perché l'AI non finisca per diventare De-generativa. Senza nasconderci i rischi, ma tenendo ben presenti gli obiettivi e i benefici per settori come la Sanità, la Sicurezza, l'Educazione, l'Industria, il Turismo.
Perchè allora non ci siamo ancora dotati di grandi modelli di linguaggio di tipo LLM? Non è solo una questione di investimenti, perchè è vero che il costo di questi modelli destinati all'AI Generativa è molto alto. Credo che sia perchè manca la capacità di fare sistema e condividere anche le grandi risorse di calcolo, che pertanto abbiamo. Ogni paese persegue la sua strategia. La Francia ha creato i suoi quattro poli specializzati di ricerca sull'AI, finanziati da un piano nazionale e dedicati a settori diversi. La Germania ha l'iniziativa LEAM (Large European AI Models), promossa dall'Associazione tedesca per l'intelligenza artificiale, che ha posto la necessità di creare un'infrastruttura di super calcolo adeguata allo sviluppo degli LLM. Costo stimato tra i 350 e 400 milioni di euro.
E l'Italia? "Potremmo presto trovarci a vivere una crisi tecnologica ben più grave dell'attuale crisi energetica" avverte Emanuela Girardi, che fa parte del board direttivo dell'AixIA (l'Associazione italiana per l'intelligenza artificale). "Serve un'iniziativa forte, coraggiosa e ambiziosa di tutti i paesi europei per un'AI responsabile, etica e sostenibile e per tornare a partecipare da concorrenti, non da semplici spettatori, alla corsa dell'intelligenza artificiale". Non dimentichiamo che l'Europa si è costruita in passato su grandi progetti comuni: CECA, GSM, Airbus. Deve confidare di più sulla propria innovazione e non limitarsi a "regolamentare".
Occorre lanciare un grande piano europeo per le tecnologie del futuro. Un New Génération EU Plan per lo sviluppo di progetti di AI e tutto cio' che li supporta: Cloud computing, Quantum computing, IOT, semi-conductors. Anche l'Italia ha un grande ruolo da giocare, un'opportunità per il Governo di Giorgia Meloni di mostrare il reale cambiamento, puntare sulla nostra gioventù, assicurarne il futuro. Potrebbe destinare una parte più considerevole dei finanziamenti del PNRR per lanciare un grande Piano Italiano per l’Intelligenza Artificiale: mobilitare start-up, centri di ricerca, grandi imprese, università per creare modelli di IA che possano competere con quanto viene dall’altra parte dell’Oceano. QuestIT, una delle aziende leader nel settore, è pronta a prendere la leadership di questo piano: abbiamo la tecnologia e l'esperienza. QuestIT già ha aperto la strada degli assistenti intelligenti, usati oggi da oltre un centinaio di imprese e pubbliche amministrazioni in tutt'Italia. E ha sviluppato anche il Lis, l'unico assistente virtuale al mondo che parla la lingua dei segni. L'AI Generativa puo' assicurare un grandissimo salto di qualità per gli assistenti intelligenti e favorire in molti campi una più facile interazione uomo-macchina. Non perdiamo quest'occasione!