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FRANCESCHINI (BAKER HUGHES): AMBIENTE, L’ELEMENTO CHIAVE SU CUI CONCENTRARSI PER DARE VALORE ALLA DIVERSITÀ

di Matteo Castelnuovo | 27/03/2023

Il tema della Diversity Equity ed Inclusion è uno di quegli aspetti che potrei definire non negoziabile”. Gabriele Franceschini, Executive Human Resources Director di Baker Hughes, approccia da subito in maniera decisa un argomento come quello della D&I che ormai rappresenta un asset fondamentale di cui prendersi cura nelle strategie di business e su cui  - anche in vista della prossima edizione di HR Directors Summit, l'evento pensato per mettere a confronto i direttori delle risorse umane, previsto il 14 e 15 giugno 2023 presso l'Allianz MiCo - Milano Convention Centre, all'interno del Business Leaders Summit - abbiamo voluto ragionare con il manager a margine della presentazione della nuova edizione della ricerca Future of Work, dedicata quest'anno alla Diversity Equity and Inclusion, per l'appunto, e realizzata da Inaz in collaborazione con Business International - Fiera Milano.

 

IL VALORE DELLA DIVERSITA'

Sotto questo punto di vista – prosegue il manager –, quello che poi è il nostro più importante risultato è vedere come la nostra visione e quello che i nostri dipendenti vivono quotidianamente siano assolutamente coerenti, sia negli investimenti e nello sviluppo del talento interno ed esterno, sia nelle azioni e nei comportamenti”. La diversità va collocata, quindi, in un contesto globale che consente a qualunque persona con diverso background, razza, genere, o semplicemente modo di pensare e di agire, di accedere a prospettive illimitate di crescita. “Nella nostra organizzazione genere e cultura – prosegue Franceschini – sono considerati in piena equità e, anzi, riteniamo che più diversità di punti di vista e competenze ci siano in un’azienda, più questa si arricchisca. In Italia nello specifico siamo forti sostenitori anche della diversità di genere tanto complessa da individuare in un settore estremamente tecnico come il nostro. Devo ammettere, però, che negli ultimi anni la volontà ed i risultati eccezionali delle donne nello svilupparsi in ambiti così storicamente maschili stia portando un cambiamento estremamente positivo di cui stiamo beneficiando non solo come azienda, ma direi anche come “società” tout court”.

 

LA TRASFORMAZIONE CULTURALE NECESSARIA

Una trasformazione culturale, questa, su cui probabilmente l’Italia, come sistema Paese, deve ancora lavorare, ma che sta iniziando a raccogliere i primi importanti risultati. “Ritengo – precisa il manager – che la parola ambiente sia il tema chiave per avere successo in questa nuova dimensione valoriale. In azienda abbiamo investito molto per rendere le nostre strutture più pronte ad accogliere talenti di ogni genere e tipo, anche con un’attenzione dedicata alla disabilità, rendendo cosi l’ambiente di lavoro stesso più adeguato a far vivere a tutti i professionisti l’esperienza lavorativa nel miglior modo possibile”. Un obiettivo di grande importanza, quest’ultimo, soprattutto nell’era di quella Great Resignation che sta impattando in maniera così dirompente il mondo del lavoro. “A conferma di questo, per altro – racconta Fransceschini –, vorrei citare un caso di cui siamo particolarmente fieri e che sta anche cambiando il nostro modo di lavorare, perché la diversità contamina sempre in senso positivo. Oltre un anno fa abbiamo assunto una persona con una profonda disabilità che aveva voglia di mettersi in gioco in un contesto nuovo. Altrettanto abbiamo fatto noi come azienda, scegliendo di credere che fosse possibile integrare la disabilità ed abbiamo imparato innumerevoli dettagli che fino ad allora ci erano sconosciuti. Oltre a quanto sia importante affidarsi a nuove tecnologie, abbiamo imparato come tutto possa essere vissuto e percepito in molteplici forme diverse a seconda delle prospettive della diversità: che il tono della voce è più importante di quello che mostriamo su una slide, che sorridere mentre si parla al telefono con qualcuno conta più di quanto si pensi perchè chi ci ascolta può percepire il nostro sorriso, che per certe disabilità scrivere bianco su nero è meglio del contrario, che dobbiamo vivere in un campus più sicuro con percorsi pedotattili e che non dobbiamo lasciare nessuno indietro, per alcuna ragione. La persona a cui faccio riferimento non si è soltanto distinta per aver fatto sua la trasformazione culturale che aziendalmente stiamo vivendo, ma ha fatto in modo che tutte le persone intorno la percepissero. È stata inoltre riconosciuta come meritevole di un premio globale in tema DEI, il GRIT e siamo orgogliosi di lei, siamo orgogliosi di noi”.

 

LA CURA DELLE PROPRIE PERSONE: IL VERO MOTORE DELLO SVILUPPO DEL BUSINESS MODERNO

Un orgoglio che è sinonimo di crescita personale ancor prima che professionale e che sottolinea come ormai la cura delle proprie persone rappresenti il vero motore di sviluppo di un business guidato più dai valori e dal talento che non dal profitto e dall’economia, anche in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo. “Il talento da noi è fonte di cura indipendentemente dalla diversità, sia essa di genere o di disabilità o di altro tipo – evidenzia il manager –. Le aziende devono imparare che attenzioni e crescita professionale valicano i confini di qualunque differenza di genere ed origine culturale. Il talento viene prima di ogni cosa e i numeri parlano per noi”. Un percorso, questo, che chiaramente e in ogni caso, richiede anni di profonda trasformazione culturale dell’impresa, dove la fiducia e l’assenza di pregiudizi sono chiave per questa stessa evoluzione. “Avere donne di talento che guidino il percorso di trasformazione assieme agli uomini – spiega Franceschini – è l’elemento cruciale per bilanciare l’equazione. Chiara visione condivisa dell’importanza del DEI, scelte decise, investimenti specifici per creare solide competenze nelle giovani assunte e nessun tentennamento nella direzione intrapresa sono state poi motivo attrattivo e di successo in questo processo”. Una strada fatta di prove complesse da superare, nella quale l’importante è credere in ciò che si sta promuovendo e costruendo insieme. “Per rendere i principi guida della Diversity & Inclusion il vero DNA su cui basare la crescita, la strutturazione e il cuore pulsante della propria impresa in futuro – aggiunge il manager – le organizzazioni dovranno creare un ambiente dove tutto quello che ho finora descritto sia auto sostenibile, senza alcuna necessità che una funzione – neppure HR! – sia percepita come unico veicolo di trasformazione. Un luogo o, meglio, un ecosistema in cui ogni leader e dipendente continuino a dare il buon esempio, per educare i giovani al rispetto e alla valorizzazione della diversità. Solo continuando a focalizzarsi costantemente su questi temi, parlando e soprattutto agendo nel concreto attraverso assunzioni, piani di crescita e promozioni ovunque nel mondo si potrà raggiungere una vera inclusione tanto delle persone, quanto della diversità”.