di Matteo Castelnuovo | 21/03/2023
E’ il procurement officer, ovvero lo specialista degli acquisti, il lavoro più richiesto nel 2023 secondo Indeed, che ha analizzato le offerte postate sul proprio portale italiano per individuare le professioni che offrono le migliori possibilità occupazionali. A questo seguono poi, al secondo posto nella classifica, il manutentore elettromeccanico/manutentore meccanico, quindi il farmacista (3°), l’HR specialist, ovvero l’addetto alle risorse umane (4°), e l’impiantista, il progettista elettrico, il payroll specialist, l'addetto alla pianificazione della produzione, il contabile senior.
Perchè, però, lo specialista del rapporto con i fornitori è così ricercato? Abbiamo cercato di comprenderlo meglio attraverso le parole di alcuni esperti che ci hanno spiegato qual è oggi il contesto in cui questi professionisti si devono muovere, anche in vista della prossima edizione del CPO Summit, l'evento dedicato al mondo del Procurement, organizzato da Business International - Fiera Milano e previsto il 14 e 15 giugno 2023 presso gli spazi dell'Allianz MiCo - Milano Convention Centre all'interno del Business Leaders Summit (la grande manifestazione dedicata ai C-level dell'impresa contemporanea).
"Non stupisca che una professione sino a ieri non così nota, il procurement officer appunto, abbia oggi così tanta domanda" – spiega Fabio Zonta, autore insieme a Lorenzo Zacchetti del best seller “Procurement Rievolution” (Franco Angeli) -. Pandemia, guerra e crisi globali hanno infatti fortemente impattato sulle nostre economie, sottoponendole a grande stress con una crisi degli approvvigionamenti (dall’energia, ai chip, ai componenti industriali, ai materiali edili, al grano) che ha influenzato negativamente le catene di fornitura, modificando strutturalmente il macrosistema economico e produttivo. “Per questo, frettolosamente, le aziende a livello globale stanno modernizzando la direzione acquisti rafforzando i team, non solo in termini numerici ma soprattutto – evidenzia l’esperto - in termini di qualità e competenze professionali e in un mix uomo/donna necessariamente equilibrato. Peraltro nella classifica ‘Procurement Top 100 Women’ stilata dalla testata internazionale ‘Procurement Magazine’ in collaborazione con EY è italiana la migliore direttrice degli acquisti al mondo, ovvero Anna Spinelli, Chief Procurement Officer di Deutsche Post DHL". Manager che, tra l'altro, come Bimag abbiamo avuto l'opportunità di intervistare proprio lo scorso giugno, in occasione della sua premiazione nel corso dell'edizione 2022 del CPO Summit, sempre all'interno del Business Leaders Summit che si era tenuto presso il Museo Diocesano di Milano.
Anche in Italia si è manifestata questa forte esigenza in un contesto però, rispetto agli USA ad esempio, che ci vede partire da un livello culturale. nella gestione moderna degli acquisti un po’ più arretrato e per giunta in un’economia caratterizzata prevalentemente da piccole e medie imprese che facilmente non hanno né mezzi né competenze per attuare velocemente questo urgente cambio di paradigma nella loro organizzazione. “In Italia - spiega Zonta - la direzione acquisti deve evolversi significativamente, assommando a sé competenze che spaziando dall’AI, al risk management, alla comprensione dei modelli predittivi, tecniche di negoziazione internazionale, gestione delle risorse umane, finanche alle competenze tecniche. Una figura per la quale serve, e molto velocemente, formare una classe dirigente per riposizionare la funzione al centro delle scelte strategiche aziendali e quale primo consigliere dell’amministratore delegato”.
Un'evoluzione, questa, su cui però bisognerà lavorare molto nei prossimi anni per arrivare ad avere dei risultati che possano mutuare il percorso di trasformazione avvenuto per esempio nel finance e che, sicuramente può rappresentare un esempio concreto da seguire. Anche perchè, sempre di più oggi, uno dei fattori sostanziali su cui si instaura la linea di demarcazione tra una realtà di successo e una realtà che invece stenta a raggiungere gli obiettivi, risulta essere proprio la conoscenza e la relazione stretta con gli stakeholder appartenenti alla propria filiera di riferimento e che, nel mercato italiano, vanno a comporre l'ossatura fondamentale di tutto l'ecosistema economico in cui si insediano, operano e si muovono le nostre aziende. “Fatta salva questa fotografia – riflette infatti Mario Mantovani, presidente di ManagerItalia – va però, come nota positiva, considerato che i manager italiani sono ben preparati in quella che è la loro specializzazione o settore, ma soprattutto sono elastici, eclettici, ‘fantasiosi’ e quindi più capaci di giocare nell’emergenza fuori dagli schemi. Questo a differenza ad esempio di cinesi, americani o tedeschi, tanto per citare tre economie, che invece sono molto più ‘diligenti’ e che nell’emergenza confidano molto più su schemi e modelli, che però oggi non esistono. Inoltre l’Italia col suo cosmo di imprese super-specializzate potrebbe avvantaggiarsene, tiportando valore sullo stesso tessuto produttivo”. Una strategia che indubbiamente potrebbe proporre dei benefici, ma che ovviamente non può prescindere comunque sia dallo sviluppo di schemi predittivi, ormai imprescindibili e generabili anche e soprattutto grazie all'utilizzo di nuove tecnologie emergenti. Sistemi all'avanguardia, su cui il nostro sistema Paese dovrebbe puntare maggiormente. “Per le aziende è diventata fondamentale la valutazione e gestione dei rischi esterni per una efficace continuità d’impresa nonché l’investimento nella formazione di manager con competenze specifiche che consenta all’azienda di prevenire e indirizzare il proprio business verso la costante crescita anche diversificando le attività – spiega Marina Verderajme, Presidente Nazionale di GIDP Associazione Direttori Risorse Umane – La figura professionale si trasforma pertanto dall’attuale responsabile acquisti con una retribuzione tra i 50 e 60 mila euro a un Chief Procurement Officer che nelle grandi imprese raggiunge fino a 500mila Euro". Un valore decisamente differente questo dalle logiche del mercato italiano, su cui però le aziende, sempre di più, si troveranno a dover ragionare per far fronte a una tale volatilità dei mercati e anche degli scenari di rischio, da non poter sottovalutare o ignorare l'esigenza stringente di munirsi di un professionista in grado di gestire qualunque criticità con consapevolezza, competenza e conoscenza delle opzioni proposte dal mercato nazionale e internazionale.