di Matteo Castelnuovo | 28/02/2023
Inflazione, costi delle materie prime e gestione della business continuity. Nell'era post covid, sono queste le tre vere sfide che ogni giorno le aziende devono affrontare per rimanere resilienti e guardare al futuro.
Un mix di difficoltà che ogni organizzazione interpreta come può e come riesce, ma che sicuramente subiscono le influenze e gli impatti delle politiche monetarie continentali, comprese quelle relative al rialzo dei tassi d'interesse recentemente implementate dalla Banca Centrale Europea e che potrebbe subire un ulteriore aumento proprio nei prossimi giorni. Uno scenario che abbiamo cercato di comprendere meglio attraverso l'analisi di una recente ricerca realizzata da Kyriba con il titolo "Currency Impact Report" (Resoconto sull'impatto valutario). Un resoconto trimestrale completo, che illustra nel dettaglio l'impatto delle esposizioni ai cambi di valuta (foreign exchange, FX) tra 1.200 multinazionali con sede in Nord America e in Europa e con almeno il 15% dei ricavi provenienti dall'estero e di cui vi proponiamo una sintesi di seguito, anche in vista della prossima edizione del CFO Summit, l'evento dedicato al mondo dei direttori finanziari, organizzato da Business International - Fiera Milano e previsto all'Allianz MiCo - Milano Convention Centre il prossimo 14 e 15 giugno 2023 all'interno della grande manifestazione dedicata ai migliori C-Level del momento, Business Leaders Summit.
L'elemento più importante che emerge dal report è il fatto che, secondo i dati, negli ultimi 12 mesi ci siano stati oltre 64,22 miliardi di dollari di impatti complessivi sugli utili dovuti alla volatilità delle valute. L'insieme delle società coinvolte nell'indagine, nello specifico, ha registrato 47,18 miliardi di dollari di fluttuazioni negative e 17,04 miliardi di dollari di fluttuazioni positive nel terzo trimestre del 2022.
In particolare, le aziende nordamericane hanno registrato 43,15 miliardi di dollari di fluttuazioni negative, il 26,6% di incremento rispetto al trimestre precedente. Mentre, le aziende europee hanno registrato un aumento del 33,3% degli impatti valutari negativi, con aziende che hanno registrato 4,03 miliardi di dollari di fluttuazioni negative legati ai cambi di valuta. "Abbiamo visto i tassi di cambio e di interesse fluttuare maggiormente nell'ultimo anno che nell'ultimo decennio e ci aspettiamo una maggiore volatilità nel 2023", ha dichiarato Wolfgang Koester, Chief Evangelist di Kyriba. "La volatilità degli FX sta costando alle aziende cifre record, come abbiamo visto nell'ultimo trimestre con fluttuazioni positive e negative per un totale di 64 miliardi di dollari, un chiaro segnale per i CFO della necessità di esaminare i propri processi di gestione del rischio dei cambi di valuta. I CFO e i tesorieri devono adottare un approccio moderno per affrontare questi imprevedibili cambiamenti del mercato, che rendono la stagione degli utili (earnings season) più impegnativa in quanto la certezza dei flussi di cassa futuri è meno chiara."
Guardando, poi, più da vicino le altre evidenze della ricerca si può notare come l'impatto medio sugli utili per azione (EPS) registrato dalle società nordamericane nel terzo trimestre del 2022 sia stato di 0,05 dollari. Se è vero, inoltre, che le società nordamericane quotate in borsa hanno registrato 43,15 miliardi di dollari di fluttuazioni negative, è altrettanto vero che le società nordamericane quotate in borsa hanno anche registrato solo 0,26 miliardi di dollari di fluttuazioni positive. Nel momento in cui, poi, le realtà intervistate hanno ragionato sugli impatti proposti dalle singole valute monetarie, la maggior parte di esse ha indicato l'euro (EUR) come la valuta di maggior impatto: il 33,3% delle aziende l'ha indicata come valuta avente un impatto sui ricavi; il dollaro canadese (CAD) si è classificato al secondo posto con il 26,7%, mentre il rublo russo (RUB) si è posizionato al terzo posto con il 20%. L'euro, inoltre, è stata la valuta più citata come impattante anche dalle società europee durante la presentazione degli utili (earnings calls), seguita dalla corona e dal dollaro.
I sei settori che hanno subito il maggiore impatto dalle valute in Nord America sono stati (in ordine di classifica): attrezzature e forniture sanitarie, servizi professionali, biotecnologie e prodotti farmaceutici, macchinari, commercio e distribuzione, strumenti e servizi per le scienze della vita. "Oggi più che mai, gli analisti del settore pongono domande durante la presentazione degli utili (earnings calls) su come i CFO stiano proteggendo il valore per gli azionisti e analizzano le vulnerabilità dei risultati finanziari trainati dai cambi di valuta. Impatti consistenti e inspiegabili sugli utili indicano l'opportunità di migliorare la gestione aziendale del rischio dei cambi di valuta tramite la rilevazione dell'intero spettro delle esposizioni ai cambi, la mitigazione dell'EPS a rischio e la riduzione dei costi di copertura", ha dichiarato Koester. Analisi queste che i direttori finanziari si trovano a dover interpretare ormai ogni giorno e su cui non c'è ovviamente un'unica strategia per tutto il mondo del business, ma su cui bisogno concentrare la propria soluzione per trovare soluzioni dedicate ed efficaci per ogni singola organizzazione di qualunque dimensione sia e a qualunque livello si ponga, proponendo in questo modo una vera trasformazione anche del ruolo stesso del CFO che passa in questo modo e sempre di più dall'essere un mero controllore dei costi all'esere un vero e proprio stratega, essenziale per consentire alle aziende di prendere decisioni migliori, più precise e soprattutto in grado di basarsi su analisi valoriali approfondite e a 360 gradi.