Tramite il sito sono installati cookie di terze parti anche profilanti. Clicca su "OK" o nella pagina per accettare detti cookie. Per maggiori informazioni o disattivazione consulta l’informativa cookie. OK

NUOVI CRITERI DI MISURAZIONE DELLE PERFORMANCE D'IMPRESA PER LO SVILUPPO DI UN VALORE CONDIVISO

di Matteo Castelnuovo | 31/01/2023

La vita di ogni impresa dipende in buona parte dalla gestione delle sue finanze. Una gestione che è in capo ai direttori finanziari: figure professionali che oggi richiedono a gran voce maggiore sinergia con gli interlocutori, più informazioni in tempo reale e soprattutto più digitalizzazione al fine di creare report più precisi e rapidi per offrire maggiori opportunità di comprensione dei mercati al proprio board e conseguentemente permettere migliori decisioni strategiche. Come impostare, però, un sistema integrato ed affidabile di sviluppo di criteri di misurazione utili a comprendere le reali performance, le esigenze ed il potenziale delle risorse necessarie alla crescita del business mettendo al centro persone, sostenibilità, innovazione e ricadute sul territorio?

 

Per rispondere a questa domanda Business International - Fiera Milano ha realizzato un indagine per capire meglio come misurare e monitorare le performance aziendali in modo da rendere sempre più sostenibile il business a 360 gradi. Una survey che, in vista della prossima edizione del CFO Summit (14-15 giugno 2022 | Allianz MiCo - Milano Convention Centre) all'interno del Business Leaders Summit, abbiamo voluto analizzare più approfonditamente per comprendere quali saranno i trend che guideranno le scelte e le decisioni dei direttori finanziari nei prossimi mesi.

 

L'IMPORTANZA DEI REPORT DI SOSTENIBILITA'

Come sottolineato anche negli scorsi mesi in Egitto, durante la COP 27 (il vertice dedicata al coinvolgimento dei leader mondiali sui temi del climate change), dove è stato necessario prolungare l’iter dei lavori per raggiungere un accordo sulle politiche globali relative al cambiamento climatico, risulta chiaro come il potenziale di crescita delle imprese, secondo anche quanto emerge dalla survey, è strettamente connesso alla sfida della riduzione degli impatti ambientali delle aziende. L’83% degli intervistati, infatti, ha dichiarato che lo sviluppo del business deve orientarsi alla comprensione degli environmental impacts e confrontarsi con i fattori esogeni ed endogeni per raggiungere i criteri necessari alla composizione dei report di sostenibilità finanziaria e adeguarsi alle richieste di mercato. Un percorso che vede, quindi, ancora 8 aziende su 10 nel nostro Paese alle prese con l’esigenza di aumentare le proprie competenze e i propri investimenti in questo senso al fine di rimanere al passo con i tempi, seguendo le dinamiche della nuova green economy che guida e guiderà sempre di più l’evoluzione futura del business.

 

LE PRIORITA' STRATEGICHE DEI CFO

Proseguendo nell'analisi dell'indagine, risulta chiaro che tra le priorità strategiche e le azioni da mettere in campo emerge la necessità di una maggiore collaborazione tra le funzioni aziendali (50%), al fine di condividere le opportunità legate allo sviluppo sostenibile, perfezionare le competenze e le responsabilità dei manager. L’integrazione dei processi e la comunicazione interna, secondo le risposte emerse, sembrano essere fortemente connesse e funzionali all’ottimizzazione dei processi (22%), alla digitalizzazione delle attività di pianificazione e reporting (14%) e alla disposizione delle analisi e degli insight per un migliore decision making (8%). Guardando i dati in ottica di scala, quindi, è evidente che le imprese stiano evolvendo in funzione della green economy e verso un modello che, attraverso la digitalizzazione promuova un’ottimizzazione combinata per supportare le decisioni strategiche ed operative.

 

LE NUOVE COMPETENZE DEL FINANCE

Le capabilities del team finance da consolidare riguardano la capacità di analisi e interpretazione dei nuovi scenari: il 47% degli intervistati mette al primo posto la necessità di comprensione e reazione del team agli spesso volatili equilibri macroeconomici e geopolitici, che portano le imprese ad interrogarsi sulle decisioni da prendere. In questo senso, dunque, la practice del Risk Management risulta essere fondamentale e proporre nuove frontiere nell’evoluzione di una funzione sempre più al centro delle logiche strategiche del business. La rivoluzione ambientale e geopolitica in atto, infatti, in questo senso, portano alla luce nuove esigenze che impongono nuovi metodi e tattiche di approvvigionamento delle risorse a 360 gradi. Un’evidenza, questa, che è in linea anche con le altre priorità indicate dai CFO per il futuro. La seconda priorità di un ipotetico podio, in questo senso, è la necessità di consolidare la strategia di guida al decision making (25%). Mentre la terza è il bisogno di adattamento delle competenze nell’ambito alla digital finance transformation (25%). Sappiamo, infatti, che molte aziende stanno mettendo in campo azioni, attraverso l’uso delle moderne tecnologie, orientate a ottenere dati quanto più veritieri e in real time per poter prendere decisioni consapevoli e per far propri i principi alla base della sustainability ambientale, con l’obiettivo di passare da una visione ROI based ad una ESG based (8%). Sotto questo profilo, tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, il cloud computing o la blockchain risultano elementi essenziali nello sviluppo di nuove opportunità per le attività di business. Questo, ovviamente, come dicevamo pocanzi propone anche la necessità di nuove competenze e nuove professionalità che sempre di più dovranno andare a integrarsi all’interno dei team finance per permettere una concreta evoluzione di questa funzione, rendendola capace di produrre insight sempre più efficaci ed efficienti, ma soprattutto in grado di anticipare o reagire con rapidità alle esigenze proposte dai mercati.

 

I CRITERI DI MISURAZIONE DELLA SOSTENIBILITA'

Nel questionario viene poi approfondito anche l’aspetto della sostenibilità, per comprendere quali sono i criteri di misurazione più importanti per la creazione di un valore condiviso e il dato emerso è estremamente interessante, poiché il 33% degli intervistati mette al primo posto la “social responsability”. Sui mercati infatti, si registra come molte imprese stiano intraprendendo un percorso legato alle tematiche ESG, nelle quali gli impatti sociali e di ricaduta territoriale delle attività di business, assumono un ruolo e un valore sempre più importante. Questo, produce un valore aggiunto condiviso tanto all’interno della comunità in cui si opera, quanto all’interno dell’ambito lavorativo, migliorando anche la qualità della vita della forza lavoro dell’impresa. Tutti aspetti che incrementano, si, la reputazione aziendale, con un’importanza del 20%, ma anche il successo dell’azienda sul mercato, innescando favorevoli processi di innovazione come cruciale elemento per il 18% degli intervistati. Fattori distintivi, questi, che diventano sempre di più asset strategici dello sviluppo economico dell’azienda, che vede la trasparenza, la coerenza, e la value proposition del proprio operato come criteri irrinunciabili per guardare al futuro, anche e soprattutto in relazione a quel sempre più necessario coinvolgimento e rapporto con gli stakeholder e le loro esigenze.

 

LA MISURAZIONE DELLE INTERDIPENDENZE

Posto che oggi la sostenibilità, come abbiamo capito, è un driver per la crescita economico finanziaria di un’azienda, tra gli aspetti concettuali e valoriali che assumono un ruolo sempre più importante, bisogna poi attualizzare la rendicontazione non finanziari in maniera concreta per orientarla in questa direzione. Guardando quindi ai criteri dei report di sostenibilità finanziaria: il 28% degli intervistati conferma come il criterio principale da considerare nello sviluppo dei report sia il dato relativo agli impatti ambientali.  Al secondo posto troviamo con un 23% di consensi, l’importanza della relazione tra lavoratori e management, avvalorando il concetto di collaborazione e integrazione tra le funzioni aziendali. Infine, si evidenzia la crucialità degli impatti economici indiretti con un 17% di risposte a validare quella che sta diventando una consuetudine per le aziende: sviluppare un approccio integrato e strategico per puntare alla sostenibilità, non solo con finalità etiche ma anche in funzione di una riduzione dei rischi derivanti dall’integrazione con l’ambiente e il contesto sociale. Un aspetto che evidenzia quanto le aziende abbiano compreso l’importanza di concentrare la propria attenzione su una visione di lungo periodo, in grado di produrre benefici concreti, non solo sulla propria dimensione e perimetro operativo, ma anche sullo sviluppo e il compattamento della filiera, oltre che al miglioramento delle condizioni ambientali, sociali e organizzative del contesto in cui l’azienda è inserita. Un processo che porta interi territori a migliorare le proprie capacità produttive e la qualità della vita degli abitanti.

 

I PROSSIMI PASSI DEL FINANCE VERSO LA SOSTENIBILITA'

Guardando al futuro, l’ambito della reportistica non finanziaria sarà soggetto a un aggiornamento delle regolamentazioni governative ed europee, anche in vista della necessità di raggiungere gli obiettivi di sostenibiltà proposti dalle Nazioni Unite per il 2030. Un impegno concreto che, anche nei mesi scorsi, a Sharm-el–Sheikh, i leader mondiali hanno rimarcato e che non può essere sottovalutato ormai da nessun modello di business. Gli aggiornamenti dei criteri per i report non finanziari, così, proporranno nuovi scenari per tutte quelle imprese, in ogni settore e ad ogni livello, che vorranno espandere il proprio raggio d’azione in maniera sostenibile. Chiedendo quindi ai CFO quali potrebbero essere le nuove dinamiche che si svilupperanno da questi cambiamenti, la maggior parte di loro (41%) ipotizza un aumento della reportistica sullo sviluppo sostenibile e, scendendo nel dettaglio,  auspica l'orientamento verso una maggiore attenzione agli impatti etici del proprio business (26%), una valorizzazione della forza lavoro integrando risorse umane e finanziarie (25%) e un miglioramento dell’interazione e relazione con le PA e la filiera (8%).