SOSTENIBILITA’, INNOVAZIONE E TRASPARENZA, COSI’ SI MIGLIORA CULTURA E QUALITA’ DELLA VITA IN AZIENDA

di Matteo Castelnuovo | 03/10/2022

«Quello che viviamo oggi è un momento di enorme trasformazione e, se dobbiamo pensare a quale sia il messaggio più importante che un brand possa far arrivare ai propri stakeholder, credo che questo sia far capire che esista uno scenario chiaro anche in un contesto di turbolenza assoluta come quello attuale. In questo senso, quindi, le aziende devono essere capaci di dire con chiarezza alle persone che cosa fanno e come lo fanno, permettendo loro di comprendere se sono allineate o meno con questa visione e se si possono riconoscere realmente in essa». E’ questo lo spazio concettuale su cui Livio Livi, Direttore Risorse Umane, Sostenibilità e Relazioni Esterne di Kuwait Petroleum Italia, ha voluto concentrarsi nel suo commento a latere della presentazione della ricerca “L’Employer Branding nell’era della Great Resignation: come attrarre i talenti nel nuovo mondo del lavoro” (realizzata da Business InternationalFiera Milano in collaborazione con Indeed) tenutasi nel corso dell’evento HR Directors Summit all’interno dell’edizione primaverile della settimana del Business Leaders Summit. Una visione precisa di uno stato dell’arte del mondo del lavoro che, tra i due anni di Pandemia appena passati e la crisi geopolitica in atto, è in costante evoluzione sia sotto un profilo socio-economico, sia da un punto di vista profondamente culturale. «La trasformazione tecnologica e culturale che per sintesi si focalizza e denomina in sostenibilità – spiega il manager – deve portare, quindi, le aziende a veicolare una visione nuova sia al loro esterno, sia al loro interno, attraverso tutti gli strumenti che hanno a loro disposizione. In questo scenario la grande novità da sfruttare risiede proprio nei nuovi metodi di comunicazione, dove il digitale permea tutto».

LA FORZA DELLA DIGITAL TRANSFORMATION

In questi due anni, infatti, il digitale si è evoluto e ha cambiato il nostro modo di stare insieme e anche l’ambiente in cui viviamo. Elementi che non possono essere più ignorati o sottovalutati. «La comunità aziendale oggi ha uno spazio diverso nel quale vive e che si articola tra lavoro in presenza e smart working – prosegue Livi –. In questo nuovo ambiente i modi di comunicare sono molto cambiati. Le persone sono a distanza e proprio per questo devono essere in grado di venire inserite comunque in un'unica dimensione virtuale. Nonostante questo, però, l’obiettivo dell’azienda deve rimanere quello di una creazione di equilibrio personale e di benessere che ovviamente varia e deve essere calibrata sulle esigenze di ogni singola persona, per far si che possa esprimere il suo potenziale al massimo e liberamente».

IL VALORE DELL’ASCOLTO

In questo senso, l’ascolto, l’empatia e la capacità di interpretare, analizzare e gestire le situazioni, soprattutto a livello interpersonale, diventano risorse essenziali per il futuro. «In ogni contesto, per migliorare, bisogna capitalizzare tutte le opportunità date da un nuovo scenario – sottolinea il manager –. Ai giorni nostri questo significa puntare tutto su sostenibilità e innovazione. Per farlo, però, prima di produrre qualsiasi tipo di investimento strutturale, è necessario mettere al centro la persona, elencando tutte le informazioni di cui ha bisogno per poter capire a fondo cosa stia succedendo e quindi da lì muoversi per cambiare davvero il volto all’azienda». Un approccio quasi filosofico, questo, che porta però a capire come, gestendo il problema alla radice, si possa impostare una vera strategia vincente per attrarre le migliori eccellenze presenti sul mercato. «La Talent Acquisition – continua il manager –, secondo noi, è fondamentalmente legata al concetto di sostenibilità. Prima di cercare nuovi professionisti, infatti, bisogna sempre porsi una domanda: “Tu chi vuoi?”. E’ chiaro, infatti, come per le aziende oggi la laurea e l’inglese siano elementi di base, ma è altrettanto cruciale valutare con attenzione anche un assessment in cultura digitale e in cultura di sostenibilità. Impostazioni mentali che consentono di mappare le persone non solo sulle competenze, ma anche sulla cultura giusta per affrontare il futuro».

METTERE IL TERRITORIO E LE PERSONE AL CENTRO

Un approccio che guarda avanti, dunque, e che pone grande attenzione nelle collaborazioni con il territorio circostante e nella capacità di interagire e coinvolgere la propria forza lavoro. «Dopo due anni di Pandemia – continua Livi – se si vuole davvero percorrere la strada della sostenibilità a 360 gradi, bisogna dare opportunità di crescita alle eccellenze sul territorio, creare internamente all’azienda un ambiente che sia sfidante e porti la persona a sentirsi in prima fila, organizzativamente parlando, nei progetti e nell’opera di cambiamento». In questo modo, ognuno porterà il suo contributo, sviluppando un senso di soddisfazione e appartenenza diffuso verso l’azienda. «Quella che noi chiamiamo social intelligence – spiega il manager – è uno dei quattro asset di sviluppo fondamentale per il futuro del business. Questo concetto, però, non si rifà solo all’aspetto empatico, ma verte anche su qualità come etica, trasparenza, correttezza e coerenza organizzativa su temi valoriali». Tutti aspetti che, ovviamente, generano benessere psicofisico nelle persone. «Se offri un ambiente nel quale c’è qualità di vita – commenta Livi – la gente non se ne va. Il nostro tasso di uscita, in Q8, per esempio, è sotto l’1%. Il nostro settore, infatti, è considerato una industry su cui investire in lungo periodo e l’uomo è sempre un asset che non va visto a breve raggio. Per questo, in una persona che entra nel nostro team, vogliamo vedere una prospettiva di lungo termine». Un ideale che, nell’ultimo periodo, con l’avvento del fenomeno della cosiddetta “Great Resignation”, sembra essersi un po’ perso. «Quello che è andato in criticità non è una competenza piuttosto che un’altra – sottolinea Livi –, ma sono state proprio le persone in senso generale. Ciò che abbiamo vissuto in questi due anni, probabilmente, è stato come trovarsi davanti a un bivio di scelte con cui confrontarci, dove la domanda principale è stata: “Cosa vuoi tu davvero?”. E rispetto alla risposta conseguente le persone hanno fatto la loro scelta. La gente se ne va dalle aziende oggi se non si trova più bene con se stessa e con il mondo circostante. Se non c’è equilibrio si cerca con sempre maggiore determinazione di ritrovarlo, senza guardare più a un salario più alto o a cose simili, come avveniva in passato, ma semplicemente all’equilibrio e alla qualità della propria vita».