| 27/05/2020
Oggi, aziende e recruiter si sono fatti un'idea ben precisa del candidato
ideale e delle competenze più preziose. Per raggiungere questo obiettivo,
tuttavia, servono una nuova cultura della formazione e adeguate strategie di
re-skill e up-skill.
Dal punto di vista dell’azienda, è fondamentale non correre il rischio di vuoti
di competenze. La situazione deve essere costantemente sotto il radar della
direzione HR, che deve sempre sapere chi ha determinate skill. Ciò comporta la
necessità di utilizzare un ampio spettro di metodi di valutazione variamente
combinati: revisioni strutturate (annuali o semestrali), valutazioni a 360
gradi, peer review, osservazioni sul posto, conversazione continua tra
dipendenti e manager.
Usando tutti questi strumenti, le HR dovrebbero riuscire a ricavare una
panoramica completa delle competenze presenti in azienda. Sulla base della
strategia aziendale, il dipartimento HR dovrà essere in grado di anticipare i
bisogni di nuove competenze. Se, ad esempio, l’azienda prevede di acquisire
un’altra organizzazione o di fondersi, sarà necessaria una formazione sulle soft
skill per supportare i manager nel processo di integrazione dei nuovi colleghi,
gestire i potenziali conflitti e costruire una nuova cultura aziendale.
Se il Ceo decide di entrare in nuovi mercati o lanciare nuovi prodotti, le HR
dovranno fare in modo di attivare il giusto team di progetto, dotato delle
competenze necessarie.
Dal punto di vista del dipendente, d’altro canto, è importante ricevere una
formazione continua per evitare di divenire obsoleto. L’obiettivo finale è di
essere sempre “impiegabile”, non solo con le competenze che possono interessare
a un’azienda, ma anche dimostrando di essere desideroso di apprenderne di nuove,
così da rendere più breve il tempo necessario per passare a un nuovo ruolo.
I lavoratori oggi cercano uno scopo in ciò che fanno e per promuovere lo scopo è
necessario promuovere la curiosità. Ciò significa portare idee nuove per
consentire alle persone di apprendere in modo più efficiente e continuo.
Promuovere una cultura della curiosità e dell'apprendimento attraverso una
mentalità aperta e la passione, piuttosto che insegnare le hard skill, andrà a
beneficio non solo dei dipendenti ma anche dell’azienda.