Palomba: dai manager alle aziende, oggi, non c’è reputation senza identità digitale
| 21/10/2019
La reputation è una cosa seria. Può determinare le fortune tanto di un Paese, quanto di un’azienda o di un manager. Mentre una volta era possibile stabilire il valore di una realtà in base alla sua potenza economica o capacità di creare innovazione, sempre di più ai giorni nostri le dinamiche di questa valutazione sono cambiate, lasciando spazio a fattori come la sostenibilità, l’etica, la tempestività e la capacità di comunicare in maniera coerente e trasparente. Elementi che, per esempio, nella recente classifica dei Paesi con la migliore reputazione, stilata a livello globale dal Reputation Institute, hanno portato l’Italia a scendere di due posizioni dal 13° al 15° posto per l’instabilità della sua tenuta economico-politica e la mancanza di un solido e chiaro programma in politiche pubbliche e sociali. Un’evidenza, questa, del fatto che oggi nemmeno i governi possono sottovalutare l’impatto che la nuova comunicazione digitale e la conseguente necessità di trasparenza generata dall’avvento delle fake news hanno prodotto nella popolazione mondiale.
Un argomento di grande importanza e attualità che abbiamo voluto comprendere meglio insieme al Founder e CEO di Community Group e Co-Founder di Reputation Science, Auro Palomba, in vista della sua partecipazione al prossimo appuntamento dell’Executive Club, dal titolo “CEO’s Brand Reputation“, previsto presso la ClubHouse Brera di Milano il 22 ottobre 2019 e organizzato da Business International (divisione Fiera Milano Media – Gruppo Fiera Milano) per indagare i segreti e le migliori strategie da impostare al fine di ottenere una buona brand reputation.