| 05/04/2013
Slitta il decreto per il pagamento dei debiti della PA alle imprese: il CdM
convocato per il 3 aprile è stato rimandato più volte nel corso della giornata
fino ad essere spostato a prossimi giorni (probabilmente lunedì 8 aprile).
I ministri dell’Economia Vittorio Grilli e dello Sviluppo Economico Corrado
Passera hanno richiesto ulteriori approfondimenti prima di definire il testo del
decreto sui pagamenti dei debiti commerciali della Pubblica Amministrazione.
Il punto debole è l’aggiornamento del DEF, il Documento di programmazione
Economica e Finanziaria: la restituzione di 40 miliardi fra il 2013 e il 2014
deve essere portata a termine senza peggiorare troppo i conti pubblici.
L’impatto stimato dal Governo è pari a uno 0,5% di deficit/PIL, che per il 2013
significa sfiorare quel 3% che, pur con le flessibilità che l’Unione Europea ha
concesso all’Italia per sbloccare i pagamenti, resta un limite invalicabile.
Anche perché ci sono ulteriori richieste delle imprese da valutare, come il
blocco dell’aumento IVA al 22% previsto per luglio e il rinvio della TARES al
2014, che assieme costerebbero almeno altri 7-7,5 miliardi.
Lo rende noto un comunicato del portavoce di Rehn, Olivier Bailly.
Ad ogni modo Monti avrebbe già inviato a Bruxelles la necessaria documentazione
per rassicurare la UE sull’impegno del’Italia nel rispettare il vincolo. Il
commissario europeo per gli Affari monetari Olli Rehn ha avviato l’immediato
esame dei termini del decreto.
Insomma, al solito c’è un problema di copertura. Una delle bozze valutate nelle
scorse ore prevedeva di finanziare la misura con un anticipo al 2013
dell’aumento dell’addizionale regionale IRPEF, ma l’ipotesi ha scatenato
reazioni così negative da parte dei sindacati e forze politiche da rientrare
subito. Per ora.
Anche secondo le PMI di Rete Imprese Italia queste ipotetiche bozze non
andrebbero incontro alle richieste delle aziende, invece accolte dal Parlamento,
«di predisporre interventi di immediata eseguibilità, con procedure semplificate
o automatiche, evitando il rimando a ulteriori fonti normative di carattere
secondario e, soprattutto, verificando la fattibilità di introdurre la
compensazione diretta tra debiti e crediti da parte delle imprese».
Tuttavia, il rinvio del CdM – in cui si dovrà necessariamente approvare il
decreto sul rientro del debito della PA con le imprese – sembra proprio
riconducibile all’esigenza di far quadrare i conti, magari armonizzando il
provvedimento con altre misure economiche.
Fonte: PMI:it - Articolo di Barbara Weisz