| 10/03/2014
Fatturato ed export in crescita, boom di specializzazioni all’università e
massime opportunità anche per giovani e donne. L’agricoltura piace e traina
l’economia italiana, sarà anche per l’idea sempre di moda della bella cornice
verde, lontana da caos e inquinamento.
Se una volta per gli europei c’era il sogno americano, la speranza di farsi da
sé in un mondo nuovo e pieno d’opportunità, oggi questo sogno sembra svanito:
causa crisi e globalizzazione ogni fuga pare inutile, o comunque molto
difficile. Il “green dream”, il sogno verde di ritorno alle origini contadine, è
invece ancorato su basi sempre più solide. Perché l’agricoltura è un business
quanto mai attuale e per molti la risposta a disoccupazione e licenziamento.
Crescita netta e record di esportazioni
L’agricoltura è da tempo l’unico settore in crescita. L’ultimo rapporto
Istat del primo trimestre 2013 sancisce il settore come unico in grado di
segnare sia un aumento del valore aggiunto in termini congiunturali (+4,7 %) che
tendenziali (+0,1 %), e questo nonostante il calo del 3,7% dei consumi
alimentari. Secondo lo Short-Term Agricultural Outlook 2014, ovvero il rapporto
sulle prospettive di breve termine, il raccolto di cereali italiani porterà le
scorte a crescere a fine anno al 12,2%, rispetto al 10,3% del 2013. L’export
potrebbe raggiungere livelli record (37 milioni di tonnellate). Anche la
produzione di carne di manzo e maiale è prevista in rialzo nel 2014. Il settore
lattiero-caseario è pure in crescita, ma il vero boom si attende per il 2015,
quando finirà il sistema delle quote latte e si avranno nuove opportunità di
esportazione nei mercati mondiali, in particolare per il latte in polvere e i
formaggi.
La vera opportunità sta nel bio
Nonostante la crisi, l’Italia registra un aumento dell’8,8% dei consumi di
prodotti biologici, secondo i dati dell’Associazione italiana per l’agricoltura
biologica (Aiab). Siamo primi in Europa per esportazioni, con quasi 50mila
operatori impegnati nella produzione, 1,2 milioni di ettari di terreno occupato
e un giro di affari complessivo di oltre 3 miliardi di euro. Comprano bio
italiano soprattutto i tedeschi, ma anche la domanda interna segna un tasso di
crescita paradossalmente più notevole durante la crisi economica (+7,8% della
media annua) che negli anni precedenti (+3% del 2008-2009). Il fatturato di
negozi specializzati, grande distribuzione, vendite dirette in aziende agricole,
gruppi d’acquisto, ristorazione e altri canali di filiera corta è stimato in
circa 2.011 milioni di euro. Lo conferma un’indagine Eurispes: se restano fermi
i consumi di alimenti tradizionali, crescono i biologici. Il 70% degli italiani
afferma di acquistare almeno il 20% di prodotti di origine biologica (di questi
il 71% lo fa per la salute, il 46% per l’ambiente, il 40% per il gusto, il 20%
per il benessere degli animali). Il 77,6% degli italiani sceglie “Made in
Italy”, e il 46,4% acquista spesso prodotti Dop-Igp-Doc.
C’è posto anche per le donne
Può darsi che l’agricoltura premi il merito più della tradizione, ma sta di
fatto che – come ricorda Coldiretti per la Festa dell’8 marzo – sono 227.894 le
imprese agricole guidate da donne in Italia, quasi una su tre (dati Unioncamere
del 2013).
I sostegni delle Regioni per le start-up agricole
Ma l’aspetto ancora più interessante di tutta questa storia è che
l’agricoltura è un’attività sostenuta. Molte regioni puntano ad agevolare
l’avvio di attività piccole o medie, che riguardino agricoltura o attività
affini, come viene descritto nel dettaglio a ogni link: Lombardia, Piemonte,
Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Puglia
Fonte: www.wired.it