| 23/02/2014
Come funziona la nuova sperimentazione sul contratto di ricollocazione?
Ecco le regole per l'accesso ai voucher lavoro.
La Legge di Stabilità (comma 215) ha istituito in via sperimentale il
contratto di ricollocazione, in controtendenza rispetto ai più recenti sforzi
del Legislatore, che a causa della crisi si sono concentrati sulle politiche
passive del lavoro, sostenendo il reddito con fondi per la disoccupazione o la
cassa integrazione che non comportavano necessariamente la ricerca di nuovo
impiego o la riqualificazione professionale. Il contratto di ricollocazione
tenta invece di favorire il reinserimento del lavoratore nel tessuto produttivo,
stabilendo un contatto diretto tra Stato e Regioni.
Le Regioni, che hanno la competenza legislativa e amministrativa in materia di
servizi per l’impiego, sono libere di prendere parte alla sperimentazione,
scegliendo un intervento attivo in luogo dei sempre più diffusi corsi di
formazione.
Basta una delibera regionale per stipulare la nuova tipologia di contratto,
mettendo a disposizione voucher a copertura dei costi per la ricerca di lavoro.
I buoni sono divisi in una parte fissa e una variabile (più consistente) legata
alla ricollocazione del lavoratore, che potrà rivolgersi a una delle agenzie
accreditate presso la propria Regione e appoggiarsi ad un tutor con mansioni di
assistenza e ricerca di eventuali corsi di riqualificazione.
Voucher Lavoro
Il valore del voucher cambiano a seconda del livello di ricollocabilità del
lavoratore, così da evitare che le agenzie si concentrino sulle figure
professionali più ricercate (che avranno un voucher meno considerevole),
tralasciando i lavoratori con maggiori problemi di reinserimento (i cui voucher
saranno ben più redditizi). Al primo rifiuto di una iniziativa o di un posto di
lavoro, il lavoratore subirà una prima contestazione dal parte del tutor con la
conseguente perdita di metà dell’indennità, che verrà completamente azzerata
alla seconda contestazione.
La particolarità della nuova disciplina, che ha potuto manifestare la propria
validità in Paesi come l’Olanda, consiste soprattutto nella competizione tra
agenzie accreditate: quella che si dimostri troppo accondiscendente verso il
lavoratore rischia di non trovargli un’occupazione e quindi di non incassare il
voucher; quella troppo rigida sarebbe non gradita ai lavoratori, che si
rivolgerebbero invece alla struttura capace di ricollocarli in tempi brevi e con
criteri equi e ragionevoli, trovando un punto d’incontro tra aspirazioni e
richieste del mercato.
Fonte: www.pmi.it