“Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando”: mai banali le parole di Albert Einstein che ha sempre visto nel tempo una grandissima risorsa. Le dichiarazioni del noto fisico risultano più che mai attuali in un’epoca in cui grandi e piccini vivono a stretto contatto con la velocità. All’interno di questo scenario in cui tutti sono sempre costantemente di corsa, soprattutto durante le ore di lavoro, risulta più che mai fondamentale sviluppare una dote in particolare: si tratta del time management, ovvero la capacità di gestire nel migliore dei modi il tempo a propria disposizione, svolgendo così le mansioni richieste nella quotidianità e ponendosi delle priorità essenziali per raggiungere il successo.
Un tema, questo, che abbiamo voluto approfondire anche in vista della prossima edizione del Business Leaders Summit, la grande manifestazione organizzata da Business International, la knowledge unit di Fiera Milano, e prevista il 19 e 20 giugno 2025 all'Allianz MiCo di Milano, con l'obiettivo di riunire in un unico luogo i migliori C-level dell'impresa contemporanea. In occasione del nuovo appuntamento della kermesse, infatti, il filo conduttore dei sei summit verticali che caratterizzeranno la manifestazione con focus specifici dedicati al mondo HR, Procurement, Finance, Risk, Cybersecurity, Information Technology e Marketing, sarà proprio il concetto di tempo sotto i suoi diversi aspetti e nelle sue differenti declinazioni.
Secondo una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto del Consorzio Vero Volley, il cosiddetto time management risulta una competenza quasi del tutto assente negli workplace di tutto il mondo. Infatti, stando a quanto indicato da Linkedin, più di 8 professionisti su 10 (82%) non sono in grado di gestire il tempo in maniera efficace sul posto di lavoro e, inevitabilmente, non riescono a rispettare le deadline imposte dai superiori e a portare loro risultati rilevanti. A seguito di quanto appena illustrato, non sorprende il fatto che, secondo un ulteriore approfondimento strutturato sempre da Linkedin, più del 40% dei professionisti globali si sia iscritto o abbia già partecipato nel corso dell’anno corrente a corsi utili per imparare tutti i segreti del mestiere e diventare così degli ottimi “Time Manager”. Migliorare o addirittura perfezionare la skill della gestione del tempo risulta molto importante perché, stando a quanto specificato da Forbes US, è una delle soft skill più richieste da HR Recruiter e leader d’impresa nel corso del 2024 e sarà una delle più ricercate in vista dei prossimi mesi e anni.
Arrivati a questo punto, sorge una domanda quasi del tutto spontanea: esistono dei “superpoteri” da sviluppare per arricchire il proprio bagaglio di competenze con la skill più ricercata sul mercato del lavoro? La risposta è sì e sono innumerevoli: le prime conferme in merito giungono da Economic Times, il quale, grazie ad un approfondimento esaustivo basato su una serie di studi elaborati dalla Indian School of Business, mette in risalto il cosiddetto “priority power”. Nello specifico, è l’abilità di stabilire delle priorità fin dalle prime ore della propria giornata lavorativa, completando così innanzitutto i compiti più lunghi e dispendiosi e, in seguito, tutto il resto. Ulteriori precisazioni sul tema arrivano dall’Italia e, nel dettaglio, da un’esperta del settore. Si tratta di Alessandra Marzari, presidente del Consorzio Vero Volley, struttura di riferimento nel mondo della pallavolo nazionale e internazionale, che recentemente ha espresso la sua opinione sul valore del tempo in relazione anche alla costruzione di una società sportiva e allo sviluppo dei suoi progetti presso l'Università degli Studi di Milano: “La nostra disciplina, la pallavolo, che è un gioco a punteggio, non ha quella caratteristica della fretta che è tipica di altri ambiti. Anche la costruzione e la storia del Consorzio Vero Volley sono state caratterizzate da questo, aspettando il tempo che era necessario per crescere, anche per studiare e capire con pazienza quello che stava succedendo e si stava sviluppando. Mantenendo, però, sempre fermi alcuni nostri pensieri, come quelli legati all'attività giovanile e alla sua importanza nello sviluppo delle life skills delle persone. Oggi, il Consorzio, con i suoi circa vent'anni di storia è raccontato dal claim «Driven by Values», quello che di più parla di noi. Aver lasciato lavorare anche il tempo è una modalità di cui sono veramente soddisfatta nella crescita del Consorzio, che continua a guardare, immaginare il futuro e ad accompagnare tante generazioni nello sviluppo del loro percorso”.
Fanno seguito alle parole di Alessandra Marzari indicazioni aggiuntive sui superpoteri da sviluppare per acquisire un ottimo time management. A questo proposito, ecco l’International Journal of Multidisciplinary Research in Arts Science and Technology che definisce il concetto di “bundary bliss”, vale a dire la corretta distinzione tra attività lavorative e mansioni di carattere personale. In questo modo, fin dal principio, sarà possibile dividere la giornata in due fasi distinte e concentrare l’attenzione su ciò che è più importante a seconda del momento, del luogo e della situazione in cui ogni singolo lavoratore si trova. Si prosegue con Linkedin che descrive la “distraction defense”: entrando più nel dettaglio, il lavoratore in questione, per organizzare il tempo a sua disposizione, deve eliminare ogni tipologia di distrazione ed entrare in una specie di bolla in cui isolarsi e pensare solo ed esclusivamente ai progetti da portare a termine. E ancora, secondo Mckinsey un Time Manager di livello è capace di prefissarsi degli “smart goal”, cioè obiettivi pertinenti e specifici correlati ad un lasso di tempo necessario per svolgere nel migliore dei modi il lavoro richiesto. Per ultimo, ma non meno importante, ogni crescita, in questo caso in termini di time managing, passa sempre dalla determinazione e dalla voglia di cambiare del singolo professionista. Per questo motivo, il portale britannico Management Today parla, nel dettaglio, di “change for growth”.
Ecco, quindi, di seguito i 7 superpoteri da sviluppare per diventare dei veri e propri maestri di time managing sul posto di lavoro:
Secondo i dati della IATA – International Air Transport Association, nel 2025 è previsto il record di passeggeri e di voli prenotati da quando l’uomo può viaggiare tra le nuvole. Il report, infatti, prevede oltre 5.2 miliardi di posti riservati su aerei di linea e non, per oltre 40 milioni di voli nei prossimi 12 mesi. Di questi, più del 40% saranno viaggi d’affari, ma le prospettive di crescita per il settore sono estremamente positive.
Una fotografia, questa, che propone una nuova attenzione verso un mondo del turismo, e del business travel in particolare, che oggi è sempre più influenzato e trainato da temi come la sostenibilità dei carburanti, la riduzione delle emissioni di CO2 e gli straordinari impatti proposti dall’avvento della digitalizzazione e dell’AI, e che abbiamo voluto approfondire meglio in questa intervista esclusiva con Piergiulio Donzelli, Amministratore Delegato di Gattinoni Business Travel (Gruppo Gattinoni), che ci ha dato la sua visione del mercato, tra trend, sfide e opportunità da considerare per continuare a crescere con successo nei prossimi mesi.
Donzelli, con un 2024 che si sta per concludere e che per lei ha rappresentato concretamente una nuova avventura manageriale, proprio in Gattinoni Business Travel, che analisi si può fare di questi suoi ultimi mesi in una realtà in grande crescita che si posiziona sempre di più come leader di mercato e quali sono i dati di scenario che la riguardano e la posizionano all’interno del mondo del business travel in italia e a livello internazionale?
«Sono stati mesi sicuramente intensi e sfidanti. Siamo soddisfatti di come si sta concludendo il 2024, l’andamento è positivo e in linea con il piano triennale e con il percorso di crescita partito già nel 2023. Durante quest’anno ci sono state importanti novità, come l’espansione del Triveneto con l’ufficio di Treviso, che ha portato ad un ampliamento del portfolio clienti e del team di lavoro dell’area, e l’apertura della nuova sede a Milano, in Via Fara 35, nel cuore pulsante della città. Senza dimenticare il processo di integrazione di BTExpert. Questi traguardi rappresentano un passo strategico per sostenere la crescita della Business Unit, consolidando ulteriormente il posizionamento dell’azienda nel settore dei viaggi d’affari. Infatti, oggi come divisione Business Travel abbiamo a disposizione altri 5 Business Travel Center situati a Monza, Bologna, Torino, Roma e Parma, con oltre 160 consulenti specializzati. Si tratta di una squadra di assoluto valore, sia lato operativo sia lato commerciale, e l’attività si sta orientando verso le aziende non solo per il Business Travel classico ma anche per integrazione di dati e processi con un particolare focus su tecnologia e sostenibilità. Il target per noi prevede di chiudere l’anno con una crescita attorno al 15%, nonostante a partire da luglio il settore abbia registrato una lieve contrazione».
Con un 2025 alle porte, quali saranno le prossime priorità su cui concentrarsi, le sfide primarie da affrontare e superare e, magari, anche le nuove opportunità da cogliere, dopo una stagione ricca di acquisizioni, fusioni ed espansione?
«Già oggi assistiamo al consolidamento di alcuni tipi di richieste da parte delle aziende: l’esigenza del servizio è sempre più rimarcata, insieme alle soluzioni ibride, anche le aziende più refrattarie ai tool digitali vi si stanno avvicinando. Emerge poi un’esigenza di integrazione con i sistemi gestionali delle aziende. Le trasferte diminuiscono numericamente, ma sono più complesse, specialmente verso l’estero, e assumono un taglio bleisure. Si rinforza l’esigenza di viaggi per meeting: dopo l’adozione dello smart working, fornire momenti aggregativi, a persone che non condividono più come prima il luogo di lavoro, è una nuova necessità. A livello di scenario, siamo in una fase di profonda trasformazione, trainata dall’innovazione tecnologica, dalla crescente attenzione alla sostenibilità e dall’evoluzione delle esigenze dei viaggiatori d’affari. E la figura dell’account manager diventa sempre più importante: rappresenta il vero punto di contatto con l’azienda cliente e oggi, con una gestione molto più complessa, è cruciale il contributo di una figura esperta e competente a 360 gradi. In Gattinoni abbiamo obiettivi ambiziosi per il futuro. Stiamo per portare a termine le attività di integrazione, tra le diverse società del gruppo in ambito business travel, sotto un unico brand, Gattinoni Business Travel, e quelle volte a un profondo miglioramento degli strumenti a supporto e in uso ai clienti. Cogliamo l’occasione di questa ultima fase della fusione per investire e ammodernare il back-office e il supporto alla struttura operativa, in modo più efficiente per tutti. Siamo determinati a ridefinire gli standard del settore del Business Travel, mettendo al centro i bisogni dei nostri clienti e un impegno concreto verso la sostenibilità e la tecnologia. Il nostro principale obiettivo per il 2025 sarà quello di lavorare per guidare il cambiamento e fornire soluzioni di viaggio che non solo facilitino le trasferte aziendali, ma le rendano più efficienti, sicure e responsabili».
Oggi la sostenibilità è un asset fondamentale della strategia del Gruppo Gattinoni, come anche l’innovazione e la capacità di connettere persone, aziende ed esigenze. Ma se dovessimo declinare questi pillar su un mondo specifico, come quello dei viaggi d’affari, anche partendo dalla sua grande esperienza nel settore, quali dovrebbero essere i trend da seguire per il 2025, o meglio, di cosa avrebbe ancora bisogno secondo lei questo segmento per crescere ed espandersi sempre di più nel mercato economico italiano e quali dovrebbero essere i passi essenziali da compiere sia a livello strategico che pratico, tanto per le istituzioni, quanto per le aziende e i professionisti, per sostenerlo e potenziarlo, al fine di determinarne uno sviluppo consolidato come già avviene anche negli altri mercati a livello globale?
«Nonostante il nostro Paese sia ancora agli inizi sotto il profilo della sostenibilità nel settore dei viaggi d’affari, alcuni segnali importanti e positivi sono già evidenti. Per esempio, oggi viene compreso maggiormente che la sostenibilità non è solo un costo, ma è un’opportunità e che è necessario inserire la scelta sostenibile all’interno di una visione più ampia e in grado di offrire molteplici benefici sia all’azienda, sia al singolo professionista. Tutte le aziende sono interessate a comprendere quale sia l’impatto ambientale generato dalle trasferte dei propri dipendenti, perché questi dati hanno un diretto riscontro sulle performance finanziarie del business e la reputazione dell’impresa. Consapevole dell’impatto ambientale dei viaggi d’affari, come Gattinoni Business Travel puntiamo a integrare sempre più pratiche sostenibili nelle nostre soluzioni, promuovendo viaggi a basso impatto ambientale e offrendo servizi di compensazione delle emissioni di CO2. Da un lato, privilegiamo partner allineati con i principi ESG, dall’altro come Gruppo Gattinoni abbiamo avviato, ormai due anni fa, un percorso verso una certificazione di sostenibilità insieme a Up2You, società certificata a rilasciare la Carbon Footprint, nell’ottica di ridurre i nostri impatti ambientali diretti e indiretti. Il futuro, che poi è già il presente, ha la strada abbastanza tracciata dalla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) della Commissione Europea del febbraio 2022. Si tratta di una direttiva spartiacque, nata per rispondere all’urgenza di affrontare la sostenibilità delle operazioni aziendali lungo tutta la supply chain e non solo entro i confini della propria patria, ma in ambito internazionale, ove siano previste le trasferte. A giugno 2023 il Parlamento Europeo ha votato a favore del rafforzamento di tale proposta legislativa. Ciò ha comportato il consolidamento di normative più rigorose in materia di sostenibilità e, conseguentemente, l’esigenza di una maggiore responsabilità da parte delle aziende nell’adottare pratiche sostenibili su larga scala. Come Gattinoni Business Travel, abbiamo quindi orientato sempre di più il nostro approccio verso un modello consulenziale che sappia accompagnare le aziende in questo processo evolutivo».
Guardando al futuro, però, quale sarà il vero cambiamento da abbracciare e su cui ancora oggi anche Gattinoni Business Travel deve lavorare e perché e che ruolo avrà in questo contesto l’innovazione tecnologica?
«Investimenti in tecnologia e innovazione nei servizi di consulenza sono i due driver del cambiamento del settore. È indubbio che il mercato globale sia influenzato dalla crescente digitalizzazione nei settori del turismo e delle imprese e l’impatto di tecnologie emergenti, come Blockchain e intelligenza artificiale, per dare vita a processi più rapidi e semplificati. Credo, però, che negli anni sia maturata una maggior consapevolezza della necessità di supporto esterno alle competenze dei Travel Manager, anche e soprattutto nelle piccole imprese, che lavorano bene, ma non possono dedicare troppe risorse alla gestione delle trasferte. Il fatto che sempre più aziende richiedano servizi complementari evidenzia una maggior comprensione dei vantaggi derivanti dall’utilizzo di una TMC. Per facilitare questo avvicinamento, proponiamo strumenti tecnologici efficienti, ma semplificati, affinché possano rappresentare una soluzione ideale per chi si avvicina per la prima volta a una gestione più strutturata del business travel. La tecnologia ha quindi un ruolo sempre più centrale e il Gruppo sta accelerando la trasformazione digitale dei propri servizi, con l’implementazione di soluzioni avanzate per migliorare l’efficienza operativa e soddisfare al meglio le esigenze dei clienti. Gattinoni sta investendo in servizi di consulenza avanzata per supportare le aziende nell’ottimizzazione delle politiche di viaggio, nella riduzione dei costi e nella sicurezza dei viaggiatori durante le trasferte. L’aspetto più importante che resta al centro della nostra offerta è comunque la consulenza dei nostri operatori, che affianca la crescente implementazione tecnologica dei nostri servizi».
Dall’impero romano, con la sua maestosa capacità di riunire e integrare molteplici punti di vista al fine di raggiungere un unico grande obiettivo, alla sapiente scrittura di uno dei più grandi autori della letteratura italiana, con le sue lezioni d’oltre oceano che hanno tracciato i sei pilastri del racconto di futuro di cui il mondo ancora oggi ha bisogno, anche in questo autunno 2024 tornano gli eventi di Business International, la knowledge unit di Fiera Milano, per coinvolgere C-level, amministratori delegati, esperti, opinion leader e accademici in momenti d’incontro e confronto dedicati all’analisi e alla comprensione dei principali temi che guideranno il mondo del business nei prossimi mesi. Un vero e proprio percorso che si articola tra il Pantheon e Harvard, tra le tracce indicate dal politeismo e quelle proposte dalla cultura. Un mix di visione olistica e futuristica, pronta a integrare presente e passato per sviluppare nuove strategie di crescita con il coraggio di chi sa prevenire rischi e cogliere opportunità. Così, muovendo i propri passi da questo principio maieutico, il 26 e 27 novembre a Roma, presso gli iconici ambienti di SPAZIO FIELD, all’interno dello storico Palazzo Brancaccio, avrà luogo l’edizione capitolina del “Business Leaders Summit”, uno degli appuntamenti più prestigiosi e qualificati in Italia sui temi del management e della strategia aziendale, e il 4 dicembre, all’Hotel Principe di Savoia di Milano, si terrà la decima edizione del CEO Italian Summit & Awards, il momento più atteso dai Top Manager del Bel Paese che nella sua fase finale, oltre a rappresentare la punta di diamante di un percorso di appuntamenti e conversazioni ad alto valore aggiunto lungo 12 mesi, premierà anche i migliori capitani del made in Italy in una serata di gala realizzata in collaborazione con Forbes Italia.
IL BUSINESS LEADERS SUMMIT
Si inizia, quindi, con il Business Leaders Summit, l’edizione autunnale e romana dell’unica kermesse italiana che raduna in un’unica location i principali decision maker dell’impresa contemporanea e che, da anni ormai, è il punto di riferimento nella nostra penisola per intavolare una discussione costruttiva e capace di avere una visione olistica, dedita all’individuazione dei driver fondamentali per il successo del business dei mesi a venire. Da sempre orientata anche alla valorizzazione del prezioso tessuto territoriale in cui si inserisce, in questa occasione l’iniziativa ha deciso di ispirarsi a uno dei simboli più importanti della tradizione capitolina con il titolo: “All’ombra del Pantheon: Il ruolo dei C-level nei processi di integrazione”. Un segnale chiaro del valore attribuito alla tradizione, vista come un asset vincente nello sviluppo di nuovi orientamenti strategici che consentano agli executive coinvolti di trovare metodi innovativi per gestire tempi di grande incertezza, volgendo il proprio sguardo ai grandi esempi e maestri del passato. CFO, HR Director, CPO, Chief Risk Officer, Chief Information Security Officer e Chief Innovation Officer, dunque, sono chiamati a dialogare sull’importanza crescente dell’interazione e dell’integrazione dei differenti processi aziendali al fine di abbattere i silos funzionali ancora oggi presenti nelle logiche e nelle dinamiche delle organizzazioni. Un elemento cruciale, questo, per affrontare le sfide moderne del business, proponendo al contempo una visione circolare del management e ispirandosi al tempio “di tutti gli dèi”. Un luogo dalla struttura imponente e affascinante che incarna appieno la visione aperta e lungimirante del popolo romano. Un esempio ricco di risorse da cui il summit cercherà di trarre insegnamento fin dall’inizio, attraverso un keynote speech a cura di Aldo Cazzullo, Vice direttore del Corriere della Sera, che sarà seguito poi dagli interventi di esperti come Cristina Freguja, Direttrice della Direzione Centrale per le statistiche sociali e il welfare di Istat e Nicola Rizzoli, Director of Refereeing della Concacaf, premiato per due anni consecutivi come miglior arbitro al mondo e per 7 anni consecutivi come miglior arbitro italiano, Pasquale Elia Responsabile ufficio per il coordinamento, lo sviluppo organizzativo e le relazioni sindacali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Monica Parrella, Adjunt Professor Luiss Business School, Carmine Scoglio, Vice Presidente Andaf, Giuseppe D'Onza, Direttore, Master Auditing e Controllo Interno, Docente, Risk management e di Analisi dei Processi e revisione gestionale dell’Università di Pisa, Federica Maria Rita Livelli, Business Continuity & Risk Management Consultant & Socia ANRA, Maurizio Talamo, Professore Ordinario di Sicurezza Informatica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Maria Rosaria Marcone, Ordinario in Economia e Gestione delle Imprese, Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche e molti altri. Opinion leader di alto livello che, nella due giorni di Roma, animeranno le numerose tavole rotonde dedicate alle diverse funzioni presenti nel mondo aziendale, andando a comporre un programma, denso di contenuti, che vedrà la presenza di oltre 100 speaker pronti a calcare il palco delle cinque manifestazioni parallele chiamate ad articolare un palinsesto senza precedenti tra HR Business Summit, Re-Inventing Finance Summit, Strategic Risk & Cybersecurity Summit, CIO Roundtable e CPO Roundtable.
10 ANNI DI CEO ITALIAN SUMMIT & AWARDS
Il secondo e ultimo prestigioso evento della stagione autunnale di Business International, la knowledge unit di Fiera Milano, sarà il CEO Italian Summit & Awards 2024. Questa, però, sarà un’edizione speciale per il più atteso momento d’incontro della più grande community italiana dedicata al top management che, proprio in questa occasione, celebrerà il suo decimo anniversario. Una ricorrenza speciale, a cui si è scelto di accostare il tributo per un altro indimenticabile simbolo della nostra tradizione letteraria che proprio quest’anno festeggia i 40 anni dalla sua ideazione, ovvero quei “Six Memos for the next Millennium” di Italo Calvino che forse, nella loro versione italiana, molti conoscono come “Lezioni Americane” e che hanno influenzato e continuano a influenzare il pensiero di intere generazioni con l’obiettivo di insegnare ad abbracciare il futuro con leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e coerenza. Tutti elementi incarnati perfettamente anche dagli ospiti speciali che per l’occasione apriranno il summit: le frecce tricolori. Il 4 dicembre 2024 all’Hotel Principe di Savoia a Milano, infatti, sarà l’occasione per gli oltre 200 amministratori delegati, direttori generali, presidenti di enti istituzionali e fondazioni, oltre che opinion leader del mercato economico finanziario, esperti ed accademici nazionali e internazionali, di conoscere da vicino la realtà del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico “Frecce Tricolori” dell’Aeronautica Militare, che incontrerà il gotha del top management italiano per trasferire quei valori di tradizione, disciplina, creatività, leadership e lavoro di squadra capaci di caratterizzare da sempre uno dei simboli del made in Italy nel mondo. Un momento emozionante, questo, a cui seguirà, come di consueto, la presentazione, in anteprima, dell’outlook economico italiano per il 2025 stilato dall’OCSE e proposto al pubblico da, Cyrille Schwellnus, Chief Economist Desk Italia, OECD, che a sua volta darà inizio a una serie di conversazioni moderate da Roberto Tallei, Vice Capo Redattore di SkyTg24, e animate, tra gli altri, anche da esperti come Federico Menna, CEO, EIT Digital - European Institute of Innovation and Technology, Romolo Isaia, Head of Lending to Corporates, Italy, European Investment Bank. Le novità di questa 10° edizione, però, non finiscono qui. Per dare ancora più risalto all’importanza di questa giornata, infatti, per la prima volta, sarà organizzato un momento, esclusivo e a porte chiuse, chiamato: "The Golden Chair". Un incontro con chi ha messo il proprio genio al servizio del mondo: Michelangelo Pistoletto. Figura chiave dell’arte contemporanea pronta a dialogare con due leader di nuova generazione per creare una pura contaminazione di visioni, culture e tradizioni per guardare a quel presente esteso che chiamiamo futuro in maniera sempre innovativa e differente. Un approccio, questo, sottolineato, infine, anche dall’appuntamento più prestigioso di questa kermesse: i CEO Italian Awards, realizzati in collaborazione con Forbes Italia e pronti a premiare i migliori capitani del made in Italy che negli ultimi 12 mesi si sono distinti per competenze, capacità e risultati.
Che cosa fa di un atleta un campione olimpico? Quali fattori rendono un chirurgo un esperto di primo piano? Cosa permette ad un artigiano di realizzare con maestria il suo lavoro? Che cosa c’è alla base di un esame universitario superato il modo brillante? Da molto tempo la psicologia del lavoro, le scienze dell’educazione e il management si interrogano sui fattori che permettono di ottenere alte prestazioni in qualunque ambito. Con un lavoro durato oltre dieci anni, un gruppo di ricerca guidato da Filippo Ferrari, professore al Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna, è riuscito a identificare i fattori che sono alla base della performance e misurarli con un’equazione che comprende la somma di abilità, motivazione e caratteristiche personali, a cui si aggiunge il contesto esterno. Un rapporto che abbiamo voluto comprendere meglio in questo articolo, anche in vista della prossima edizione autunnale del Business Leaders Summit - la grande manifestazione dedicata ai migliori C-level dell'impresa contemporanea, organizzata da Business International, la knowledge unit di Fiera Milano, che si terrà il prossimo 26 e 27 novembre 2024 presso lo SPAZIO FIELD all'interno di Palazzo Brancaccio a Roma.
Lo studio – pubblicato sul Business Process Management Journal – mostra che i fattori personali influiscono tra il 40 e il 65% sul risultato finale della prestazione, mentre una quota compresa tra il 35 e il 60% è determinata da fattori esterni. "Questa equazione fornisce un quadro oggettivo per misurare i fattori che influenzano le prestazioni dei dipendenti e offre quindi spunti strategici per la gestione delle risorse umane", spiega Filippo Ferrari. "Si tratta di un modello che aiuta le organizzazioni a concentrarsi sulle competenze specifiche che sono più critiche per le prestazioni, consentendo una formazione mirata e ignorando le competenze meno rilevanti".
Ma come funziona questa equazione? Vediamo un esempio. Cosa rende Jannick Sinner un campione? Per prima cosa è dotato di un fisico e di una personalità adeguati al gioco del tennis (caratteristiche personali). Poi possiede eccellenti livelli di tecnica tennistica (abilità). E infine si allena e gareggia con intensità, tenacia e dedizione (motivazione). Questi fattori sono alla base della performance di qualunque tennista, anche mediocre, ma in Sinner hanno valori estremamente elevati.
Lo stesso discorso può valere per uno studente universitario: per superare brillantemente un esame deve avere certe attitudini personali (intelligenza, attitudine per la materia), e queste sono le caratteristiche personali. Poi deve impegnarsi con costanza ed intensità nel preparare ed affrontare l’esame, e questa è la motivazione. Infine, deve possedere determinate competenze: deve sapere prendere appunti a lezione, saper riassumere testi, essere in grado di usare al meglio le tecnologie che possono aiutarlo nello studio, e queste sono le abilità. "Dal punto di vista teorico, è possibile che una carenza in un singolo fattore sia compensata da livelli particolarmente elevati in altri fattori, ma dal punto di vista matematico i tre fattori non possono essere simultaneamente pari a zero, altrimenti la prestazione sarebbe impossibile, o meglio sarebbe dovuta solo a fattori non legati al soggetto", precisa Ferrari. "Oltre a competenze, motivazione e caratteristiche personali ci sono infatti molti fattori situazionali che possono influenzare la performance, ad esempio lo stile di leadership e il clima psicologico: un ulteriore valore da inserire nell'equazione".
L’equazione permette quindi di misurare quale parte della prestazione dipende dalle capacità del singolo individuo e quale dal contesto, attribuendo di conseguenza le giuste responsabilità al singolo ed evitando di valutare la prestazione anche per aspetti che sono al di fuori del suo controllo. Collegando competenze, motivazione e caratteristiche personali, il modello messo a punto dagli studiosi dell'Università di Bologna permette di stimare le prestazioni future e fornisce quindi un metodo più affidabile rispetto alla misura delle capacità cognitive generali, che è spesso meno accurata. Così facendo, il modello permette di implementare oggettivamente e con efficacia tutte le pratiche legate alla selezione, gestione, orientamento e sviluppo del personale. E può contribuire a un sistema di valutazione delle prestazioni più equo, riducendo al minimo i pregiudizi e migliorando la giustizia organizzativa.
Mentre il #GreenDeal europeo sta lentamente prendendo forma, affrontando numerosi ostacoli politici e anche rischi imprevisti, soprattutto sotto un profilo economico e degli investimenti, secondo i dati della ricerca “Sostenibilità e innovazione: dalla visione all’azione”, realizzata da Impronta Etica con il contributo di Sustainability Makers, in Italia la sostenibilità è sempre più centrale per il mondo del business.
Il 79,3% delle aziende nella nostra penisola ha intrapreso percorsi di innovazione e cambiamento, focalizzandosi sul miglioramento dell’impatto sociale e ambientale delle proprie attività. Il 51,1% ha al suo interno gruppi di lavoro impegnati nell’innovazione sostenibile. Mentre, il 53,3% ha destinato un budget specifico ad attività sostenibili. Dati questi che fanno ben sperare, anche se, come sottolinea l’ultima analisi proposta da Cerved sul tema, l’Italia ha ancora molta strada da fare in questo senso, posizionandosi, rispetto alle altre nazioni del Vecchio Continente, come ultima sotto il profilo dello sviluppo economico legato alla sostenibilità, 15esima nella classifica generale e 9* sotto il profilo della sicurezza ambientale.
Qual è allora il vero stato dell’arte della sostenibilità italiana? Ne abbiamo parlato in questo episodio speciale di "Question from the Club", dedicato al tema, insieme al Ministro dell’ambiente e sicurezza, Gilberto Pichetto Fratin, Monica Mantovani, Client Officer di Ipsos e Alessandro Foti di AIAS - Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza, che abbiamo avuto modo di incontrare nel corso dell’ultima edizione dell’Innovation Training Summit di Roma, organizzato da Ecosistema Formazione Italia - EFI.
Secondo gli analisti internazionali di MarketsandMarkets, il mercato globale dell’industrial robotics ha raggiunto i 17 miliardi di dollari nel 2023 e potrebbe superare i 32.5 miliardi di dollari nel 2028, con un tasso di crescita anno su anno del 13.8%. La crescente domanda di robot collaborativi in differenti settori, e l’aumento dell’adozione di sistemi di industry 4.0 e di algoritmi di intelligenza artificiale, sono tra i principali fattori che stanno contribuendo allo sviluppo del settore. A tal punto che se guardiamo nello specifico al mercato dei robot collaborativi, notiamo come secondo gli esperti il mercato nel 2024 potrebbe raggiungere gli 1.9 miliardi di dollari a livello globale e nel 2030 potrebbe superare gli 11.8 miliardi di dollari con un tasso di crescita composito annuo del 35.2%.
Cifre che portano i ricercatori a dire che questo sarà l’anno della robotica avanzata e dell’automazione per il mondo dell’industria.
Quali sono però i passi giusti da compiere per approcciare e gestire questa innovazione nel modo giusto? Ne abbiamo parlato insieme ad Alessandro Eros Piscioneri, Global Head of Product and Solution Management di Comau, in questo nuovo episodio di "#QuestionfromtheClub".