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FERRI (SAMMONTANA): IL GIUSTO RITMO? UNA SERIE DI SCELTE PER DARE VALORE A NOI STESSI E AL CONTESTO IN CUI OPERIAMO

«La più consistente scoperta che ho fatto…è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare». Sono le parole di Jep Gambardella ne “La grande bellezza” a guidare la riflessione di Annalisa Ferri, Chief Marketing Officer di Sammontana Italia, in questa intervista rilasciata in occasione della realizzazione della nuova edizione del report annuale dal titolo "Keep Time and Manage Leadership", prodotto da Business International, la knowledge unit di Fiera Milano, pensato per indagare alcuni degli aspetti più importanti da considereare per la leadership del mondo dell'impresa contemporanea e presentato lo scorso 19 giugno 2025 in apertura del Business Leaders Summit, tenutosi presso l'Allianz MiCo di Milano. Uno spunto importante che, in un mondo sempre più velocizzato dall’avvento dell’intelligenza artificiale e reso complesso dalle policrisi in atto, cerca di proporre un approccio diverso al significato e al valore del concetto di tempo per un leader d’azienda, al fine di poter produrre davvero un beneficio competitivo nei confronti del business. «Ho recentemente assistito all'inizio di una profonda trasformazione della mia azienda che ha reso possibile per me una bella opportunità di carriera e un nuovo inizio – spiega la manager –. Per me, e più in generale per tutti noi dipendenti, il tema del tempo è diventato, così, un fattore centrale. Questa riflessione mi impegna e mi affascina e, da sempre, la mia posizione, in merito a questo aspetto, è quella di voler fare ciò che davvero mi appassiona. Nella citazione cinematografica di poco fa ritrovo il senso del tempo come vera ricchezza». Una risorsa preziosa da trattare con cura e rispetto, ma soprattutto con un’intima serietà, in grado di consentirci di rimanere onesti e coerenti con il nostro essere. «Per fare questo – prosegue l’esperta –, serve disincanto e selettività, capacità di preservare sé stessi da attività inutili da ogni punto di vista, rifuggire la superficialità e dedicarsi a ciò che davvero può fare la differenza». Tutti obiettivi che partono da una grande comprensione, sia esterna, guardando al contesto, sia interna, ponendo un importante focus su se stessi. «Credo che sia utile dedicare tempo e risorse personali a capire chi si è, i propri meccanismi di funzionamento, per trovare la nostra personale modalità di gestione, e, poi, un'analisi spietata di ciò che è davvero importante e ciò che non lo è – sottolinea Ferri –. Credo fortemente nella complessità dell'uomo, nella curiosità e nella capacità di nutrirsi in modo onnivoro degli stimoli che arrivano dalla molteplicità della realtà che ci circonda». Un’esigenza, questa, che, però, va alimentata e allenata, senza mai essere sottovalutata, poiché rappresenta il vero motore della nostra crescita personale e professionale. Una virtù senza cui non potremo mai guidare un team o prendere decisioni realmente consapevoli. «Gli strumenti sono commodities alla portata di tutti – prosegue la manager –. Metterli a disposizione non basta, però, come nemmeno formare a utilizzarli potrà mai essere sufficiente. Ciò che davvero serve e servirà, sarà coltivare l'eccellenza nel pensiero: nella capacità di aggiungere valore da parte dei manager sta la differenza sostanziale e il vero cambio di passo lo fanno solo persone complete, che sappiano unire pragmatismo a spirito visionario». Due facce di una stessa medaglia, che spesso vengono proposte e considerate come alter ego contrapposti di una tipologia di leader che, in questo modo, non potrà mai essere realmente completo nel suo modello aspirazionale. Secondo Ferri, infatti, queste due anime dovrebbero coesistere nella stessa persona per poterla rendere una guida efficace e valida, al fine di raggiungere il successo e abbracciare concretamente il cambiamento. Ma anche il cambiamento, per la manager, ha un suo battere e un suo levare da comprendere e misurare, ottimizzare e massimizzare, rimanendo continuamente alla ricerca di quel bilanciamento che sembra ormai essere il vero mantra dei professionisti moderni e che oggi si articola in quella dicotomia tra il tempo utilizzato per lavorare e quello necessario a produrre risultati, il tempo essenziale per gestire le priorità e quello fondamentale per prendersi cura delle persone, il tempo da concedersi e quello da concedere, il tempo perso e quello da non sprecare. Un contesto complesso da gestire e composto da molteplici stimoli, richieste, distrazioni e necessità, nel quale la tecnologia assume un ruolo essenziale, con relativi rischi da evitare e opportunità da cogliere per riuscire a trovare la giusta dimensione del ritmo da tenere per raggiungere il successo, senza dimenticarsi di mettere sempre al centro le persone e le loro esigenze. «Secondo me – aggiunge l’esperta –, non esiste un ritmo. Esiste il proprio ritmo. Ho sempre pensato che la vita si risolvesse in questo: capire il ritmo di ogni situazione e saperlo interpretare. Chi è fuori ritmo rompe qualcosa o finisce per rompere sé stesso. Accettare il tempo che scorre, invece, utilizzare tutti gli strumenti disponibili con la giusta maestria e il giusto distacco, produce un vantaggio importante nella quotidianità di ognuno di noi. Una dose di opportunismo in questo modello diventa la chiave di volta da sfruttare. Io non so quale sia la risposta corretta, so solo che ho sempre cercato di imparare da ogni situazione e di mettere me stessa in tutto quello che facevo, cercando di tenere nel giusto equilibrio felicità e immancabile dose di frustrazione che ognuno di noi sperimenta ogni giorno. Ho coltivato questo approccio, quello che mi ha insegnato il mio professore di filosofia in terza liceo, e ho cercato di aiutare gli altri a praticarlo». D’altronde non esiste una guida certa in questo campo. Non c’è una mappa, ma al massimo una bussola che ci consenta di guardare avanti, proiettando noi stessi e le nostre speranze in un futuro migliore, costruito su un presente equilibrato e focalizzato su quelli che sono i nostri valori principali, sempre con l’idea di continuare a metterci in dubbio, ponendoci domande e sviluppando il nostro pensiero critico. «Un’attitudine – chiosa la manager – che le nuove generazioni dovranno fare sempre più propria, riuscendo a mixare quella leggerezza dell’essere sia come persona, sia come professionista e come manager, gestendo il tempo, ma anche creandolo e proponendolo al proprio team, in un’esplorazione continua e curiosa che li porti a essere più interessati a imparare che non a dimostrare il proprio sapere come banale esibizione del proprio pensiero o del proprio potere. Perché solo ponendosi le giuste domande, mettendosi sempre in dubbio e dando il giusto ritmo a situazioni, conversazioni, priorità e relazioni noi esseri umani e manager possiamo trarre il meglio dal nostro io e dal mondo che ci circonda».

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AI TEMPI DELL’AI, IN ITALIA, 8 MANAGER SU 10 GESTISCONO ANCORA TEMPO E PRIORITÀ CON TO-DO-LIST SCRITTE A MANO E AGENDE CARTACEE

Rapidità, continuità e contemporaneità, visione di lungo periodo, capacità di anticipare gli scenari e di reagire alle criticità. Queste sono solo alcune delle skill che, secondo la nuova ricerca dal titolo “Keep Time and Manage Leadership”, realizzata da Business Internaional, la knowledge unit di Fiera Milano, con il contributo di Federico Ceschel, Ricercatore del Dipartimento di Economia Aziendale, Università Roma Tre, oggi un leader deve avere per poter capire come utilizzare nel modo migliore anche solo una brevissima frazione di secondo utile a prendere la decisione che farà la differenza tra il successo e il fallimento.

Il report, presentato all’Allianz MiCo, il 19 giugno 2025, nel corso dell’apertura della nuova edizione del Business Leaders Summit – la grande manifestazione dedicata ai C-level dell’impresa contemporanea – ha analizzato, inoltre, come, in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale spinge l’essere umano a non avere tempo per pensare, ma a dover concentrare tutta la sua attenzione unicamente sull’azione immediata, ogni attività generata proponga inevitabilmente il rischio costante di errori frammentati che, a causa delle loro interdipendenze, possono produrre discontinuità dannose al funzionamento di un’organizzazione se non gestite nel modo migliore. Nonostante la trasformazione digitale in atto, però, a sorpresa stupisce come, secondo i risultati dell’analisi, la maggior parte dei manager italiani (81%) gestisca ancora la propria agenda e le proprie priorità attraverso strumenti analogici, come calendari, agende cartacee e block notes. A sottolineare quanto, in uno scenario complesso come quello che stiamo vivendo, la gestione e la cura del proprio tempo e soprattutto l’impostazione strategica dei punti focali su cui concentrarsi assumano un valore e un ruolo tale da doverne mantenere il saldo controllo manuale e personale.

D’altronde l’esigenza della gestione del tempo per i leader – ha commentato Ceschel – è un elemento che, come abbiamo potuto verificare anche nella survey, non si pone più solo come una semplice tecnica organizzativa, ma come una sorta di pratica esistenziale per governare il nuovo ritmo di una quotidianità sempre più artificiale e sempre meno umana, nella quale la vera sfida non è trovare più tempo, ma usare quest’ultimo come uno spazio strategico per costruire futuro”

 

LA SURVEY

L’analisi è stata condotta su un campione di oltre 100 tra HR Director, Chief Financial Officer, Chief Procurement Officer, Chief Risk Officer, Chief Information Officer e Chief Marketing Officer, attivi in alcune delle più importanti aziende nazionali e internazionali operanti sul territorio italiano, che sono stati intervistati tra il mese di febbraio e quello di aprile 2025. Obiettivo del questionario somministrato è stato, quindi, quello di comprendere meglio, e più approfonditamente, come oggi i professionisti alla guida delle imprese sappiano gestire il proprio tempo e quello dei propri collaboratori, facendo fronte alle sfide proposte dai mercati e dai cambiamenti in atto, non solo in termini di trasformazione digitale, ma anche di nuove esigenze culturali, sociali, organizzative e valoriali che influenzano in maniera sempre più significativa il mondo del business. Un tema di grande attualità che, tra l’altro, ha fatto anche da filo conduttore alle conversazioni dei sei eventi verticali che hanno composto il palinsesto del Business Leaders Summit e che hanno permesso ai C-level intervenuti di confrontarsi e capire l’importanza di una risorsa così preziosa in scenari di grande complessità e incertezza, come quelli che stiamo vivendo. Basti pensare infatti che, secondo una recente ricerca di Forbes, se fino a qualche anno fa in cima ai desiderata dei recruiter erano presenti skill tecniche e tecnologiche, legate principalmente alla gestione dei dati e all’adozione di nuove applicazioni di AI, oggi la tendenza è decisamente cambiata e le soft skill, come la comunicazione efficace, l’intelligenza emotiva, l’ascolto continuo e, per l’appunto, la gestione del tempo, hanno raggiunto la vetta delle priorità delle organizzazioni alla continua ricerca di nuovi leader che le sappiano traghettare nel futuro. Una richiesta di talenti che, però, secondo una recente indagine di LinkedIn, sembra essere tutt’altro che semplice. L’analisi, inoltre, sottolinea come, a livello globale, più di 8 professionisti su 10 (82%) non siano in grado di gestire il tempo in maniera efficace sul posto di lavoro e più del 40% nel 2024 si sia iscritto o abbia partecipato a un corso di time management.

 

Se a livello internazionale la fotografia è questa, però, in Italia il polso della situazione è leggermente differente con il 60% degli intervistati che dichiara di essere soddisfatto della propria gestione del tempo. In questo scenario, inoltre, la maggior parte dei rispondenti conferma di riuscire a gestire le scadenze proposte dal proprio lavoro attraverso l’identificazione di chiari obiettivi (21%), la creazione di obiettivi multilivello di breve e lungo periodo (21%) o la scomposizione dei compiti in attività più ridotte (13%), ma in pochi (solo il 9%) indicano di monitorare con costanza l’avanzamento dei propri risultati nella gestione di obiettivi e scadenze. Questo sottolinea come spesso la pianificazione non trovi il riscontro necessario alla sua funzionalità, rendendo molto diffuse, per esempio, skill di adattamento e flessibilità agli imprevisti e alle emergenze, che vengono indicate dai professionisti nel 35% dei casi come capacità di ricalibrazione delle proprie priorità, sottolineando una grande propensione all’improvvisazione momentanea, che sembra emergere più come reattività anziché come capacità deliberata di riformulare strategie in maniera proattiva.  E in questo scenario, il rischio maggiore è quello di incappare in errori tecnici che rendono impossibile la gestione delle priorità stesse. Tra gli sbagli più comuni, sotto questo punto di vista, figurano l’interruzione per attività non pianificate (44%) e l’incapacità di dire di no a richieste esterne (42%). Questi comportamenti segnalano una vulnerabilità organizzativa legata alla permeabilità dei confini lavorativi e all’assenza di norme condivise sulla protezione del tempo che, in questo modo, non viene identificato come risorsa scarsa e preziosa di cui prendersi cura. Una sottovalutazione resa ancora più forte da due aspetti che, in quest’era post-Covid, rendono ancora più complesso il panorama e che sono molto più frequenti di quanto ci si aspetterebbe, ovvero: l’emergere continuo di urgenze non pianificate (37%) e la bassa qualità delle riunioni organizzate (30%).  Oltre a questo, poi, risulta chiaro anche che se, da un lato, l’utilizzo di calendar digitali, ormai, nel nostro Paese è abbastanza diffuso (73%), l’utilizzo di piattaforme per la collaboration, invece, non è ancora così considerato. Solo il 7% dei rispondenti, infatti, lo identifica come strumento funzionale alla gestione del proprio tempo e di quello dei propri collaboratori, rafforzando quindi l’impressione rilevata in precedenza e relativa a una scarsa considerazione del tempo di tutti, come risorsa fondamentale per gestire flussi e processi di lavoro. Come detto all’inizio, però, il gap tecnologico non si fa sentire solo negli strumenti di collaboration, ma proprio anche nell’uso di strumenti necessari alla gestione delle proprie priorità. In questo senso, infatti, solo il 19% degli intervistati ha dichiarato di utilizzare strumenti digitali per il time management, mentre la maggior parte del campione (35%) conferma che lo strumento migliore per gestire le proprie attività e la definizione della loro importanza è la creazione di una to-do-list scritta  a mano e il 28% afferma che nulla può sostituirsi all’agenda cartacea. A dimostrazione di quanto sia importante oggi per i manager avere proprio un controllo fisico del tempo e delle loro priorità. Un’esigenza che tra l’altro spesso si traduce anche in una forma di incapacità nella delega che porta quasi 1 manager su 5 (18%) a gestire in prima persona le urgenze e le questioni più critiche. Una tendenza, questa, che comprometterebbe, poi, il raggiungimento dei quattro principali benefici prodotti da una buona strategia di gestione del tempo e individuati dai manager coinvolti nella survey in fattori come: una maggiore capacità di pianificazione strategica (21%), una riduzione dello stress decisionale (17%), una migliore prioritizzazione delle attività (23%) e un incremento del tempo dedicato alla riflessione (22%). Asset fondamentali per poter ottenere il massimo dalla propria quotidianità professionale che richiedono, però, anche delle competenze specifiche da acquisire necessariamente, come per esempio l’automazione dei processi, che il 19% degli intervistati vede come una hard skill su cui bisogna lavorare per il futuro, o l’attivazione di un decision making più rapido, che il 19% dei rispondenti vede come una soft skill di grande valore, a cui si unisce anche l’abilità di comunicare in modo efficace (13%), o la gestione del cambiamento (22%) e delle emergenze (18%), che sono skill tipiche degli ambienti ad alta complessità.

 

I QUATTRO TIPI DI MANAGER ALLA PROVA DEL TEMPO

Dati, quelli emersi nella ricerca, che hanno portato infine a identificare anche quattro tipologie di manager moderni, elaborate in base alla capacità di gestire il tempo e le priorità, proprie e dei propri team. Attraverso una cluster analysis è stato possibile, così, evidenziare una suddivisione dei principali idealtipi di leader che oggi guidano le imprese e che definiscono l’approccio al concetto di tempo da parte di ogni professionista.

Il primo profilo è quello dell’”Orchestratore Strategico”. Figura manageriale di riferimento nei contesti complessi, questo tipo di manager è colui che riesce a trasformare il tempo in uno strumento di leadership. Rappresenta il vertice dell’intenzionalità e della strutturazione: guida il proprio team con una visione chiara, una pianificazione accurata e una capacità di delega ben consolidata. È il tipo di manager che non solo governa il tempo, ma lo progetta, attribuendogli valore strategico nel disegno organizzativo.

Il secondo profilo, poi, è quello dell’”Equilibrista Riflessivo”. Un manager che unisce sensibilità e capacità gestionale. Si muove con consapevolezza tra struttura e flessibilità, tra visione e operatività. È riflessivo, osserva sé stesso, apprende dall’esperienza e valorizza la coerenza tra azioni e valori. Non punta tanto all’efficienza quanto alla sostenibilità del proprio ruolo nel tempo. La sua forza sta nella capacità di adattarsi con consapevolezza, ma questo equilibrio è fragile e necessita di riconoscimento e supporto.

Il terzo profilo, invece, è quello dell’”Esecutore Organizzato”. Figura concreta, operativa, centrata sull’efficienza, questo tipo di manager incarna l’idealtipo del manager che tiene le redini del tempo grazie alla pianificazione meticolosa e all’utilizzo sistematico di strumenti. Il suo approccio è pragmatico: struttura, controlla, misura. Rappresenta la certezza della continuità organizzativa ma può rischiare di irrigidirsi, perdendo contatto con l’evoluzione e con il senso più profondo delle azioni che svolge.

Il quarto e ultimo profilo, infine, è quello del “Navigatore Reattivo”. Il manager esposto al caos, all’urgenza continua, alle interruzioni. Il suo tempo è costantemente frammentato, la sua attenzione sotto attacco. Si difende come può: improvvisa, reagisce, incassa. Spesso opera in PMI o in ruoli operativi dove mancano strumenti, delega, supporti organizzativi. È resiliente, capace di affrontare pressione e incertezza. Ma il rischio di burnout è alto, così come quello di perdita di direzione. Il navigatore reattivo ha bisogno di formazione, strumenti e riconoscimento per trasformare la sopravvivenza in capacità di guida.

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QUERCIOLI (FEDERMANAGER): I C-LEVEL? DECISORI DEL QUOTIDIANO, IN GRADO DI FAR FARE UN SALTO DI QUALITA' ALLE IMPRESE

Caratteristica del tempo è indubbiamente la sua capacità trasformativa. E tale tratto distintivo si rinviene non solo nei processi fisici, ma è riscontrabile certamente anche sul terreno di quotidiana applicazione della managerialità: il lavoro.

 

Un concetto che cercheremo di esplorare insieme in questo editoriale, scritto in vista della prossima edizione del Business Leaders Summit, la grande manifestazione organizzata da Business International, la knowledge unit di Fiera Milano, prevista il prossimo 19 e 20 giugno 2025 presso l'Allianz MiCo di Milano e dedicata ai migliori C-level dell'impresa contemporanea. Un momento di incontro e confronto tra HR Director, CFO, CPO, CMO, CRO e CIO, che cercherà di comprendere strategie e best practice per rimanere al passo con i tempi e dare valore al singolo istante, al fine di interpretare un decision making sempre più rapido, efficace ed efficiente. 

 

UN INCONTRO DI INTELLIGENZE UMANE E ARTIFICIALI

Il tempo, questo nostro tempo scandito dagli avanzamenti tecnologici, ridisegna infatti modelli organizzativi e processi produttivi. E lo fa, in una sinergia costante tra elemento umano e tecnologico. Perché nel mondo del lavoro stanno progressivamente entrando nuove generazioni, quindi nuove intelligenze umane, e al contempo sistemi sempre più sviluppati di intelligenza artificiale. Tali intelligenze sono quindi chiamate oggi a cooperare per ridisegnare il lavoro, i suoi ritmi, i suoi spazi e la sua essenza costituiva, anche in termini di sicurezza e implementazione concreta.

 

IL RUOLO DEI MANAGER

Nel nuovo paradigma in evoluzione, i manager, che con orgoglio la nostra Federazione rappresenta, hanno il dovere di guidare questo tempo del cambiamento, in un dialogo intergenerazionale proficuo e mirato a valorizzare i talenti e le competenze, anche in una visione strategica che sappia premiare il merito. E i C-level in particolare, a cui il Business Leaders Summit è dedicato, sono proprio quei ‘decisori del quotidiano’ capaci di far compiere un salto di qualità effettivo alle proprie organizzazioni, a patto di saper anticipare i nuovi trend industriali, su mercati che corrono a ritmi incessanti. Dettare i tempi, per i manager, vuol dire quindi essere in grado di contribuire, da protagonisti, alla costruzione del futuro. Quell’avvenire a cui guardare con fiducia e che le nuove generazioni esigono più sostenibile e inclusivo.

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AAA CERCASI “TIME MANAGER” DISPERATAMENTE, NEL MONDO PIÙ DI 8 LAVORATORI SU 10 NON RIESCONO A GESTIRE IL TEMPO EFFICACEMENTE

Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando”: mai banali le parole di Albert Einstein che ha sempre visto nel tempo una grandissima risorsa. Le dichiarazioni del noto fisico risultano più che mai attuali in un’epoca in cui grandi e piccini vivono a stretto contatto con la velocità. All’interno di questo scenario in cui tutti sono sempre costantemente di corsa, soprattutto durante le ore di lavoro, risulta più che mai fondamentale sviluppare una dote in particolare: si tratta del time management, ovvero la capacità di gestire nel migliore dei modi il tempo a propria disposizione, svolgendo così le mansioni richieste nella quotidianità e ponendosi delle priorità essenziali per raggiungere il successo.

 

Un tema, questo, che abbiamo voluto approfondire anche in vista della prossima edizione del Business Leaders Summit, la grande manifestazione organizzata da Business International, la knowledge unit di Fiera Milano, e prevista il 19 e 20 giugno 2025 all'Allianz MiCo di Milano, con l'obiettivo di riunire in un unico luogo i migliori C-level dell'impresa contemporanea. In occasione del nuovo appuntamento della kermesse, infatti, il filo conduttore dei sei summit verticali che caratterizzeranno la manifestazione con focus specifici dedicati al mondo HR, Procurement, Finance, Risk, Cybersecurity, Information Technology e Marketing, sarà proprio il concetto di tempo sotto i suoi diversi aspetti e nelle sue differenti declinazioni. 

 

I DATI

Secondo una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto del Consorzio Vero Volley, il cosiddetto time management risulta una competenza quasi del tutto assente negli workplace di tutto il mondo. Infatti, stando a quanto indicato da Linkedin, più di 8 professionisti su 10 (82%) non sono in grado di gestire il tempo in maniera efficace sul posto di lavoro e, inevitabilmente, non riescono a rispettare le deadline imposte dai superiori e a portare loro risultati rilevanti. A seguito di quanto appena illustrato, non sorprende il fatto che, secondo un ulteriore approfondimento strutturato sempre da Linkedin, più del 40% dei professionisti globali si sia iscritto o abbia già partecipato nel corso dell’anno corrente a corsi utili per imparare tutti i segreti del mestiere e diventare così degli ottimi “Time Manager”. Migliorare o addirittura perfezionare la skill della gestione del tempo risulta molto importante perché, stando a quanto specificato da Forbes US, è una delle soft skill più richieste da HR Recruiter e leader d’impresa nel corso del 2024 e sarà una delle più ricercate in vista dei prossimi mesi e anni.

 

Arrivati a questo punto, sorge una domanda quasi del tutto spontanea: esistono dei “superpoteri” da sviluppare per arricchire il proprio bagaglio di competenze con la skill più ricercata sul mercato del lavoro? La risposta è sì e sono innumerevoli: le prime conferme in merito giungono da Economic Times, il quale, grazie ad un approfondimento esaustivo basato su una serie di studi elaborati dalla Indian School of Business, mette in risalto il cosiddetto “priority power”. Nello specifico, è l’abilità di stabilire delle priorità fin dalle prime ore della propria giornata lavorativa, completando così innanzitutto i compiti più lunghi e dispendiosi e, in seguito, tutto il resto. Ulteriori precisazioni sul tema arrivano dall’Italia e, nel dettaglio, da un’esperta del settore. Si tratta di Alessandra Marzari, presidente del Consorzio Vero Volley, struttura di riferimento nel mondo della pallavolo nazionale e internazionale, che recentemente ha espresso la sua opinione sul valore del tempo in relazione anche alla costruzione di una società sportiva e allo sviluppo dei suoi progetti presso l'Università degli Studi di Milano: “La nostra disciplina, la pallavolo, che è un gioco a punteggio, non ha quella caratteristica della fretta che è tipica di altri ambiti. Anche la costruzione e la storia del Consorzio Vero Volley sono state caratterizzate da questo, aspettando il tempo che era necessario per crescere, anche per studiare e capire con pazienza quello che stava succedendo e si stava sviluppando. Mantenendo, però, sempre fermi alcuni nostri pensieri, come quelli legati all'attività giovanile e alla sua importanza nello sviluppo delle life skills delle persone. Oggi, il Consorzio, con i suoi circa vent'anni di storia è raccontato dal claim «Driven by Values», quello che di più parla di noi. Aver lasciato lavorare anche il tempo è una modalità di cui sono veramente soddisfatta nella crescita del Consorzio, che continua a guardare, immaginare il futuro e ad accompagnare tante generazioni nello sviluppo del loro percorso”.

 

Fanno seguito alle parole di Alessandra Marzari indicazioni aggiuntive sui superpoteri da sviluppare per acquisire un ottimo time management. A questo proposito, ecco l’International Journal of Multidisciplinary Research in Arts Science and Technology che definisce il concetto di “bundary bliss”, vale a dire la corretta distinzione tra attività lavorative e mansioni di carattere personale. In questo modo, fin dal principio, sarà possibile dividere la giornata in due fasi distinte e concentrare l’attenzione su ciò che è più importante a seconda del momento, del luogo e della situazione in cui ogni singolo lavoratore si trova. Si prosegue con Linkedin che descrive la “distraction defense”: entrando più nel dettaglio, il lavoratore in questione, per organizzare il tempo a sua disposizione, deve eliminare ogni tipologia di distrazione ed entrare in una specie di bolla in cui isolarsi e pensare solo ed esclusivamente ai progetti da portare a termine. E ancora, secondo Mckinsey un Time Manager di livello è capace di prefissarsi degli “smart goal”, cioè obiettivi pertinenti e specifici correlati ad un lasso di tempo necessario per svolgere nel migliore dei modi il lavoro richiesto. Per ultimo, ma non meno importante, ogni crescita, in questo caso in termini di time managing, passa sempre dalla determinazione e dalla voglia di cambiare del singolo professionista. Per questo motivo, il portale britannico Management Today parla, nel dettaglio, di “change for growth”. 

 

Ecco, quindi, di seguito i 7 superpoteri da sviluppare per diventare dei veri e propri maestri di time managing sul posto di lavoro:

 

  • Priority power: si tratta della capacità di fare una vera e propria lista delle priorità fin dall’inizio dell’orario di lavoro, svolgendo in primis i compiti più difficili e dispendiosi;

 

  • Train the patience: una gestione efficace del proprio tempo passa dalla capacità di avere pazienza, qualità che aiuta ad analizzare la situazione corrente e, di conseguenza, ad elaborare strategie e soluzioni efficaci;

 

  • Let time be your ally: il tempo non è un nemico, bensì un alleato che, una volta apprezzato nella sua totalità, è in grado di offrire le giuste opportunità di crescita da cogliere giorno dopo giorno;   

 

  • Bundary bliss: separare di netto le mansioni lavorative da quelle di natura personale risulta fondamentale per organizzare il proprio tempo e decidere su cosa concentrare l’attenzione;

 

  • Distraction defense: le distrazioni, all’interno dell’ambiente di lavoro, possono nascondersi ovunque, per questo è importante isolarsi, soprattutto mentalmente, per favorire la concentrazione;

 

  • Smart Goal: un vero time manager non può solo avere obiettivi, ma dei veri e propri smart goal da correlare ad un giusto corrispettivo di ore o minuti in cui poter raggiungere il traguardo desiderato;

 

  • Change for growth: dietro ogni crescita c’è sempre un grande cambiamento, soprattutto mentale, che i lavoratori globali sono chiamati ad attuare in ottica time management.
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DONZELLI (GATTINONI BUSINESS TRAVEL): “TRA TECNOLOGIA E SOSTENIBILITA', AL CENTRO RESTA SEMPRE LA CONSULENZA DEI NOSTRI OPERATORI”

Secondo i dati della IATA – International Air Transport Association, nel 2025 è previsto il record di passeggeri e di voli prenotati da quando l’uomo può viaggiare tra le nuvole. Il report, infatti, prevede oltre 5.2 miliardi di posti riservati su aerei di linea e non, per oltre 40 milioni di voli nei prossimi 12 mesi. Di questi, più del 40% saranno viaggi d’affari, ma le prospettive di crescita per il settore sono estremamente positive.

Una fotografia, questa, che propone una nuova attenzione verso un mondo del turismo, e del business travel in particolare, che oggi è sempre più influenzato e trainato da temi come la sostenibilità dei carburanti, la riduzione delle emissioni di CO2 e gli straordinari impatti proposti dall’avvento della digitalizzazione e dell’AI, e che abbiamo voluto approfondire meglio in questa intervista esclusiva con Piergiulio Donzelli, Amministratore Delegato di Gattinoni Business Travel (Gruppo Gattinoni), che ci ha dato la sua visione del mercato, tra trend, sfide e opportunità da considerare per continuare a crescere con successo nei prossimi mesi.

 

Donzelli, con un 2024 che si sta per concludere e che per lei ha rappresentato concretamente una nuova avventura manageriale, proprio in Gattinoni Business Travel, che analisi si può fare di questi suoi ultimi mesi in una realtà in grande crescita che si posiziona sempre di più come leader di mercato e quali sono i dati di scenario che la riguardano e la posizionano all’interno del mondo del business travel in italia e a livello internazionale?

«Sono stati mesi sicuramente intensi e sfidanti. Siamo soddisfatti di come si sta concludendo il 2024, l’andamento è positivo e in linea con il piano triennale e con il percorso di crescita partito già nel 2023. Durante quest’anno ci sono state importanti novità, come l’espansione del Triveneto con l’ufficio di Treviso, che ha portato ad un ampliamento del portfolio clienti e del team di lavoro dell’area, e l’apertura della nuova sede a Milano, in Via Fara 35, nel cuore pulsante della città. Senza dimenticare il processo di integrazione di BTExpert. Questi traguardi rappresentano un passo strategico per sostenere la crescita della Business Unit, consolidando ulteriormente il posizionamento dell’azienda nel settore dei viaggi d’affari. Infatti, oggi come divisione Business Travel abbiamo a disposizione altri 5 Business Travel Center situati a Monza, Bologna, Torino, Roma e Parma, con oltre 160 consulenti specializzati. Si tratta di una squadra di assoluto valore, sia lato operativo sia lato commerciale, e l’attività si sta orientando verso le aziende non solo per il Business Travel classico ma anche per integrazione di dati e processi con un particolare focus su tecnologia e sostenibilità. Il target per noi prevede di chiudere l’anno con una crescita attorno al 15%, nonostante a partire da luglio il settore abbia registrato una lieve contrazione».

 

Con un 2025 alle porte, quali saranno le prossime priorità su cui concentrarsi, le sfide primarie da affrontare e superare e, magari, anche le nuove opportunità da cogliere, dopo una stagione ricca di acquisizioni, fusioni ed espansione?

«Già oggi assistiamo al consolidamento di alcuni tipi di richieste da parte delle aziende: l’esigenza del servizio è sempre più rimarcata, insieme alle soluzioni ibride, anche le aziende più refrattarie ai tool digitali vi si stanno avvicinando. Emerge poi un’esigenza di integrazione con i sistemi gestionali delle aziende. Le trasferte diminuiscono numericamente, ma sono più complesse, specialmente verso l’estero, e assumono un taglio bleisure. Si rinforza l’esigenza di viaggi per meeting: dopo l’adozione dello smart working, fornire momenti aggregativi, a persone che non condividono più come prima il luogo di lavoro, è una nuova necessità. A livello di scenario, siamo in una fase di profonda trasformazione, trainata dall’innovazione tecnologica, dalla crescente attenzione alla sostenibilità e dall’evoluzione delle esigenze dei viaggiatori d’affari. E la figura dell’account manager diventa sempre più importante: rappresenta il vero punto di contatto con l’azienda cliente e oggi, con una gestione molto più complessa, è cruciale il contributo di una figura esperta e competente a 360 gradi. In Gattinoni abbiamo obiettivi ambiziosi per il futuro. Stiamo per portare a termine le attività di integrazione, tra le diverse società del gruppo in ambito business travel, sotto un unico brand, Gattinoni Business Travel, e quelle volte a un profondo miglioramento degli strumenti a supporto e in uso ai clienti. Cogliamo l’occasione di questa ultima fase della fusione per investire e ammodernare il back-office e il supporto alla struttura operativa, in modo più efficiente per tutti. Siamo determinati a ridefinire gli standard del settore del Business Travel, mettendo al centro i bisogni dei nostri clienti e un impegno concreto verso la sostenibilità e la tecnologia. Il nostro principale obiettivo per il 2025 sarà quello di lavorare per guidare il cambiamento e fornire soluzioni di viaggio che non solo facilitino le trasferte aziendali, ma le rendano più efficienti, sicure e responsabili».

 

Oggi la sostenibilità è un asset fondamentale della strategia del Gruppo Gattinoni, come anche l’innovazione e la capacità di connettere persone, aziende ed esigenze. Ma se dovessimo declinare questi pillar su un mondo specifico, come quello dei viaggi d’affari, anche partendo dalla sua grande esperienza nel settore, quali dovrebbero essere i trend da seguire per il 2025, o meglio, di cosa avrebbe ancora bisogno secondo lei questo segmento per crescere ed espandersi sempre di più nel mercato economico italiano e quali dovrebbero essere i passi essenziali da compiere sia a livello strategico che pratico, tanto per le istituzioni, quanto per le aziende e i professionisti, per sostenerlo e potenziarlo, al fine di determinarne uno sviluppo consolidato come già avviene anche negli altri mercati a livello globale?

«Nonostante il nostro Paese sia ancora agli inizi sotto il profilo della sostenibilità nel settore dei viaggi d’affari, alcuni segnali importanti e positivi sono già evidenti. Per esempio, oggi viene compreso maggiormente che la sostenibilità non è solo un costo, ma è un’opportunità e che è necessario inserire la scelta sostenibile all’interno di una visione più ampia e in grado di offrire molteplici benefici sia all’azienda, sia al singolo professionista. Tutte le aziende sono interessate a comprendere quale sia l’impatto ambientale generato dalle trasferte dei propri dipendenti, perché questi dati hanno un diretto riscontro sulle performance finanziarie del business e la reputazione dell’impresa. Consapevole dell’impatto ambientale dei viaggi d’affari, come Gattinoni Business Travel puntiamo a integrare sempre più pratiche sostenibili nelle nostre soluzioni, promuovendo viaggi a basso impatto ambientale e offrendo servizi di compensazione delle emissioni di CO2. Da un lato, privilegiamo partner allineati con i principi ESG, dall’altro come Gruppo Gattinoni abbiamo avviato, ormai due anni fa, un percorso verso una certificazione di sostenibilità insieme a Up2You, società certificata a rilasciare la Carbon Footprint, nell’ottica di ridurre i nostri impatti ambientali diretti e indiretti. Il futuro, che poi è già il presente, ha la strada abbastanza tracciata dalla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) della Commissione Europea del febbraio 2022. Si tratta di una direttiva spartiacque, nata per rispondere all’urgenza di affrontare la sostenibilità delle operazioni aziendali lungo tutta la supply chain e non solo entro i confini della propria patria, ma in ambito internazionale, ove siano previste le trasferte. A giugno 2023 il Parlamento Europeo ha votato a favore del rafforzamento di tale proposta legislativa. Ciò ha comportato il consolidamento di normative più rigorose in materia di sostenibilità e, conseguentemente, l’esigenza di una maggiore responsabilità da parte delle aziende nell’adottare pratiche sostenibili su larga scala. Come Gattinoni Business Travel, abbiamo quindi orientato sempre di più il nostro approccio verso un modello consulenziale che sappia accompagnare le aziende in questo processo evolutivo».

 

Guardando al futuro, però, quale sarà il vero cambiamento da abbracciare e su cui ancora oggi anche Gattinoni Business Travel deve lavorare e perché e che ruolo avrà in questo contesto l’innovazione tecnologica?

«Investimenti in tecnologia e innovazione nei servizi di consulenza sono i due driver del cambiamento del settore. È indubbio che il mercato globale sia influenzato dalla crescente digitalizzazione nei settori del turismo e delle imprese e l’impatto di tecnologie emergenti, come Blockchain e intelligenza artificiale, per dare vita a processi più rapidi e semplificati. Credo, però, che negli anni sia maturata una maggior consapevolezza della necessità di supporto esterno alle competenze dei Travel Manager, anche e soprattutto nelle piccole imprese, che lavorano bene, ma non possono dedicare troppe risorse alla gestione delle trasferte. Il fatto che sempre più aziende richiedano servizi complementari evidenzia una maggior comprensione dei vantaggi derivanti dall’utilizzo di una TMC. Per facilitare questo avvicinamento, proponiamo strumenti tecnologici efficienti, ma semplificati, affinché possano rappresentare una soluzione ideale per chi si avvicina per la prima volta a una gestione più strutturata del business travel. La tecnologia ha quindi un ruolo sempre più centrale e il Gruppo sta accelerando la trasformazione digitale dei propri servizi, con l’implementazione di soluzioni avanzate per migliorare l’efficienza operativa e soddisfare al meglio le esigenze dei clienti. Gattinoni sta investendo in servizi di consulenza avanzata per supportare le aziende nell’ottimizzazione delle politiche di viaggio, nella riduzione dei costi e nella sicurezza dei viaggiatori durante le trasferte. L’aspetto più importante che resta al centro della nostra offerta è comunque la consulenza dei nostri operatori, che affianca la crescente implementazione tecnologica dei nostri servizi». 

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Top Management

DAGLI EXECUTIVE AI CEO, FIERA MILANO ISPIRA I TOP MANAGER GRAZIE AI GRANDI MAESTRI DEL PASSATO

Dall’impero romano, con la sua maestosa capacità di riunire e integrare molteplici punti di vista al fine di raggiungere un unico grande obiettivo, alla sapiente scrittura di uno dei più grandi autori della letteratura italiana, con le sue lezioni d’oltre oceano che hanno tracciato i sei pilastri del racconto di futuro di cui il mondo ancora oggi ha bisogno, anche in questo autunno 2024 tornano gli eventi di Business International, la knowledge unit di Fiera Milano, per coinvolgere C-level, amministratori delegati, esperti, opinion leader e accademici in momenti d’incontro e confronto dedicati all’analisi e alla comprensione dei principali temi che guideranno il mondo del business nei prossimi mesi. Un vero e proprio percorso che si articola tra il Pantheon e Harvard, tra le tracce indicate dal politeismo e quelle proposte dalla cultura. Un mix di visione olistica e futuristica, pronta a integrare presente e passato per sviluppare nuove strategie di crescita con il coraggio di chi sa prevenire rischi e cogliere opportunità. Così, muovendo i propri passi da questo principio maieutico, il 26 e 27 novembre a Roma, presso gli iconici ambienti di SPAZIO FIELD, all’interno dello storico Palazzo Brancaccio, avrà luogo l’edizione capitolina del “Business Leaders Summit, uno degli appuntamenti più prestigiosi e qualificati in Italia sui temi del management e della strategia aziendale, e il 4 dicembre, all’Hotel Principe di Savoia di Milano, si terrà la decima edizione del CEO Italian Summit & Awards, il momento più atteso dai Top Manager del Bel Paese che nella sua fase finale, oltre a rappresentare la punta di diamante di un percorso di appuntamenti e conversazioni ad alto valore aggiunto lungo 12 mesi, premierà anche i migliori capitani del made in Italy in una serata di gala realizzata in collaborazione con Forbes Italia.

 

IL BUSINESS LEADERS SUMMIT

Si inizia, quindi, con il Business Leaders Summit, l’edizione autunnale e romana dell’unica kermesse italiana che raduna in un’unica location i principali decision maker dell’impresa contemporanea e che, da anni ormai, è il punto di riferimento nella nostra penisola per intavolare una discussione costruttiva e capace di avere una visione olistica, dedita all’individuazione dei driver fondamentali per il successo del business dei mesi a venire. Da sempre orientata anche alla valorizzazione del prezioso tessuto territoriale in cui si inserisce, in questa occasione l’iniziativa ha deciso di ispirarsi a uno dei simboli più importanti della tradizione capitolina con il titolo: “All’ombra del Pantheon: Il ruolo dei C-level nei processi di integrazione”. Un segnale chiaro del valore attribuito alla tradizione, vista come un asset vincente nello sviluppo di nuovi orientamenti strategici che consentano agli executive coinvolti di trovare metodi innovativi per gestire tempi di grande incertezza, volgendo il proprio sguardo ai grandi esempi e maestri del passato. CFO, HR Director, CPO, Chief Risk Officer, Chief Information Security Officer e Chief Innovation Officer, dunque, sono chiamati a dialogare sull’importanza crescente dell’interazione e dell’integrazione dei differenti processi aziendali al fine di abbattere i silos funzionali ancora oggi presenti nelle logiche e nelle dinamiche delle organizzazioni. Un elemento cruciale, questo, per affrontare le sfide moderne del business, proponendo al contempo una visione circolare del management e ispirandosi al tempio “di tutti gli dèi”. Un luogo dalla struttura imponente e affascinante che incarna appieno la visione aperta e lungimirante del popolo romano. Un esempio ricco di risorse da cui il summit cercherà di trarre insegnamento fin dall’inizio, attraverso un keynote speech a cura di Aldo Cazzullo, Vice direttore del Corriere della Sera, che sarà seguito poi dagli interventi di esperti come Cristina Freguja, Direttrice della Direzione Centrale per le statistiche sociali e il welfare di Istat e Nicola Rizzoli, Director of Refereeing della Concacaf, premiato per due anni consecutivi come miglior arbitro al mondo e per 7 anni consecutivi come miglior arbitro italiano, Pasquale Elia Responsabile ufficio per il coordinamento, lo sviluppo organizzativo e le relazioni sindacali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Monica Parrella, Adjunt Professor Luiss Business School, Carmine Scoglio, Vice Presidente Andaf, Giuseppe D'Onza, Direttore, Master Auditing e Controllo Interno, Docente, Risk management e di Analisi dei Processi e revisione gestionale dell’Università di Pisa, Federica Maria Rita Livelli, Business Continuity & Risk Management Consultant & Socia ANRA, Maurizio Talamo, Professore Ordinario di Sicurezza Informatica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Maria Rosaria Marcone, Ordinario in Economia e Gestione delle Imprese, Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche e molti altri. Opinion leader di alto livello che, nella due giorni di Roma, animeranno le numerose tavole rotonde dedicate alle diverse funzioni presenti nel mondo aziendale, andando a comporre un programma, denso di contenuti, che vedrà la presenza di oltre 100 speaker pronti a calcare il palco delle cinque manifestazioni parallele chiamate ad articolare un palinsesto senza precedenti tra HR Business Summit, Re-Inventing Finance Summit, Strategic Risk & Cybersecurity Summit, CIO Roundtable e CPO Roundtable.

 

10 ANNI DI CEO ITALIAN SUMMIT & AWARDS

Il secondo e ultimo prestigioso evento della stagione autunnale di Business International, la knowledge unit di Fiera Milano, sarà il CEO Italian Summit & Awards 2024. Questa, però, sarà un’edizione speciale per il più atteso momento d’incontro della più grande community italiana dedicata al top management che, proprio in questa occasione, celebrerà il suo decimo anniversario. Una ricorrenza speciale, a cui si è scelto di accostare il tributo per un altro indimenticabile simbolo della nostra tradizione letteraria che proprio quest’anno festeggia i 40 anni dalla sua ideazione, ovvero quei “Six Memos for the next Millennium” di Italo Calvino che forse, nella loro versione italiana, molti conoscono come “Lezioni Americane” e che hanno influenzato e continuano a influenzare il pensiero di intere generazioni con l’obiettivo di insegnare ad abbracciare il futuro con leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e coerenza. Tutti elementi incarnati perfettamente anche dagli ospiti speciali che per l’occasione apriranno il summit: le frecce tricolori. Il 4 dicembre 2024 all’Hotel Principe di Savoia a Milano, infatti, sarà l’occasione per gli oltre 200 amministratori delegati, direttori generali, presidenti di enti istituzionali e fondazioni, oltre che opinion leader del mercato economico finanziario, esperti ed accademici nazionali e internazionali, di conoscere da vicino la realtà del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico “Frecce Tricolori” dell’Aeronautica Militare, che incontrerà il gotha del top management italiano per trasferire quei valori di tradizione, disciplina, creatività, leadership e lavoro di squadra capaci di caratterizzare da sempre uno dei simboli del made in Italy nel mondo. Un momento emozionante, questo, a cui seguirà, come di consueto, la presentazione, in anteprima, dell’outlook economico italiano per il 2025 stilato dall’OCSE e proposto al pubblico da, Cyrille Schwellnus, Chief Economist Desk Italia, OECD, che a sua volta darà inizio a una serie di conversazioni moderate da Roberto Tallei, Vice Capo Redattore di SkyTg24, e animate, tra gli altri, anche da esperti come Federico Menna, CEO, EIT Digital - European Institute of Innovation and Technology, Romolo Isaia, Head of Lending to Corporates, Italy, European Investment Bank. Le novità di questa 10° edizione, però, non finiscono qui. Per dare ancora più risalto all’importanza di questa giornata, infatti, per la prima volta, sarà organizzato un momento, esclusivo e a porte chiuse, chiamato: "The Golden Chair". Un incontro con chi ha messo il proprio genio al servizio del mondo: Michelangelo Pistoletto. Figura chiave dell’arte contemporanea pronta a dialogare con due leader di nuova generazione per creare una pura contaminazione di visioni, culture e tradizioni per guardare a quel presente esteso che chiamiamo futuro in maniera sempre innovativa e differente. Un approccio, questo, sottolineato, infine, anche dall’appuntamento più prestigioso di questa kermesse: i CEO Italian Awards, realizzati in collaborazione con Forbes Italia e pronti a premiare i migliori capitani del made in Italy che negli ultimi 12 mesi si sono distinti per competenze, capacità e risultati.

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Amministratore Delegato Poste Welfare – Poste Italiane

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