Che cosa fa di un atleta un campione olimpico? Quali fattori rendono un chirurgo un esperto di primo piano? Cosa permette ad un artigiano di realizzare con maestria il suo lavoro? Che cosa c’è alla base di un esame universitario superato il modo brillante? Da molto tempo la psicologia del lavoro, le scienze dell’educazione e il management si interrogano sui fattori che permettono di ottenere alte prestazioni in qualunque ambito. Con un lavoro durato oltre dieci anni, un gruppo di ricerca guidato da Filippo Ferrari, professore al Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna, è riuscito a identificare i fattori che sono alla base della performance e misurarli con un’equazione che comprende la somma di abilità, motivazione e caratteristiche personali, a cui si aggiunge il contesto esterno. Un rapporto che abbiamo voluto comprendere meglio in questo articolo, anche in vista della prossima edizione autunnale del Business Leaders Summit - la grande manifestazione dedicata ai migliori C-level dell'impresa contemporanea, organizzata da Business International, la knowledge unit di Fiera Milano, che si terrà il prossimo 26 e 27 novembre 2024 presso lo SPAZIO FIELD all'interno di Palazzo Brancaccio a Roma.
Lo studio – pubblicato sul Business Process Management Journal – mostra che i fattori personali influiscono tra il 40 e il 65% sul risultato finale della prestazione, mentre una quota compresa tra il 35 e il 60% è determinata da fattori esterni. "Questa equazione fornisce un quadro oggettivo per misurare i fattori che influenzano le prestazioni dei dipendenti e offre quindi spunti strategici per la gestione delle risorse umane", spiega Filippo Ferrari. "Si tratta di un modello che aiuta le organizzazioni a concentrarsi sulle competenze specifiche che sono più critiche per le prestazioni, consentendo una formazione mirata e ignorando le competenze meno rilevanti".
Ma come funziona questa equazione? Vediamo un esempio. Cosa rende Jannick Sinner un campione? Per prima cosa è dotato di un fisico e di una personalità adeguati al gioco del tennis (caratteristiche personali). Poi possiede eccellenti livelli di tecnica tennistica (abilità). E infine si allena e gareggia con intensità, tenacia e dedizione (motivazione). Questi fattori sono alla base della performance di qualunque tennista, anche mediocre, ma in Sinner hanno valori estremamente elevati.
Lo stesso discorso può valere per uno studente universitario: per superare brillantemente un esame deve avere certe attitudini personali (intelligenza, attitudine per la materia), e queste sono le caratteristiche personali. Poi deve impegnarsi con costanza ed intensità nel preparare ed affrontare l’esame, e questa è la motivazione. Infine, deve possedere determinate competenze: deve sapere prendere appunti a lezione, saper riassumere testi, essere in grado di usare al meglio le tecnologie che possono aiutarlo nello studio, e queste sono le abilità. "Dal punto di vista teorico, è possibile che una carenza in un singolo fattore sia compensata da livelli particolarmente elevati in altri fattori, ma dal punto di vista matematico i tre fattori non possono essere simultaneamente pari a zero, altrimenti la prestazione sarebbe impossibile, o meglio sarebbe dovuta solo a fattori non legati al soggetto", precisa Ferrari. "Oltre a competenze, motivazione e caratteristiche personali ci sono infatti molti fattori situazionali che possono influenzare la performance, ad esempio lo stile di leadership e il clima psicologico: un ulteriore valore da inserire nell'equazione".
L’equazione permette quindi di misurare quale parte della prestazione dipende dalle capacità del singolo individuo e quale dal contesto, attribuendo di conseguenza le giuste responsabilità al singolo ed evitando di valutare la prestazione anche per aspetti che sono al di fuori del suo controllo. Collegando competenze, motivazione e caratteristiche personali, il modello messo a punto dagli studiosi dell'Università di Bologna permette di stimare le prestazioni future e fornisce quindi un metodo più affidabile rispetto alla misura delle capacità cognitive generali, che è spesso meno accurata. Così facendo, il modello permette di implementare oggettivamente e con efficacia tutte le pratiche legate alla selezione, gestione, orientamento e sviluppo del personale. E può contribuire a un sistema di valutazione delle prestazioni più equo, riducendo al minimo i pregiudizi e migliorando la giustizia organizzativa.
Mentre il #GreenDeal europeo sta lentamente prendendo forma, affrontando numerosi ostacoli politici e anche rischi imprevisti, soprattutto sotto un profilo economico e degli investimenti, secondo i dati della ricerca “Sostenibilità e innovazione: dalla visione all’azione”, realizzata da Impronta Etica con il contributo di Sustainability Makers, in Italia la sostenibilità è sempre più centrale per il mondo del business.
Il 79,3% delle aziende nella nostra penisola ha intrapreso percorsi di innovazione e cambiamento, focalizzandosi sul miglioramento dell’impatto sociale e ambientale delle proprie attività. Il 51,1% ha al suo interno gruppi di lavoro impegnati nell’innovazione sostenibile. Mentre, il 53,3% ha destinato un budget specifico ad attività sostenibili. Dati questi che fanno ben sperare, anche se, come sottolinea l’ultima analisi proposta da Cerved sul tema, l’Italia ha ancora molta strada da fare in questo senso, posizionandosi, rispetto alle altre nazioni del Vecchio Continente, come ultima sotto il profilo dello sviluppo economico legato alla sostenibilità, 15esima nella classifica generale e 9* sotto il profilo della sicurezza ambientale.
Qual è allora il vero stato dell’arte della sostenibilità italiana? Ne abbiamo parlato in questo episodio speciale di "Question from the Club", dedicato al tema, insieme al Ministro dell’ambiente e sicurezza, Gilberto Pichetto Fratin, Monica Mantovani, Client Officer di Ipsos e Alessandro Foti di AIAS - Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza, che abbiamo avuto modo di incontrare nel corso dell’ultima edizione dell’Innovation Training Summit di Roma, organizzato da Ecosistema Formazione Italia - EFI.
Secondo gli analisti internazionali di MarketsandMarkets, il mercato globale dell’industrial robotics ha raggiunto i 17 miliardi di dollari nel 2023 e potrebbe superare i 32.5 miliardi di dollari nel 2028, con un tasso di crescita anno su anno del 13.8%. La crescente domanda di robot collaborativi in differenti settori, e l’aumento dell’adozione di sistemi di industry 4.0 e di algoritmi di intelligenza artificiale, sono tra i principali fattori che stanno contribuendo allo sviluppo del settore. A tal punto che se guardiamo nello specifico al mercato dei robot collaborativi, notiamo come secondo gli esperti il mercato nel 2024 potrebbe raggiungere gli 1.9 miliardi di dollari a livello globale e nel 2030 potrebbe superare gli 11.8 miliardi di dollari con un tasso di crescita composito annuo del 35.2%.
Cifre che portano i ricercatori a dire che questo sarà l’anno della robotica avanzata e dell’automazione per il mondo dell’industria.
Quali sono però i passi giusti da compiere per approcciare e gestire questa innovazione nel modo giusto? Ne abbiamo parlato insieme ad Alessandro Eros Piscioneri, Global Head of Product and Solution Management di Comau, in questo nuovo episodio di "#QuestionfromtheClub".
Secondo una recente ricerca di Boston Consulting Group, quando chi fa parte di un’organizzazione si sente sicuro di potersi esprimere liberamente, di assumersi rischi senza timore di essere giudicato o criticato, di ammettere i propri errori, mostrandosi autentico, si trova in una condizione di sicurezza psicologica che ha conseguenze positive sulla capacità innovativa aziendale e le performance finanziarie, oltre che lo sviluppo di ambienti di lavoro equi, giusti, inclusivi e, quindi, felici.
Quali sono, però, i passi fondamentali da considerare e da compiere per mettere in pratica una #happiness strategy di successo? Ne abbiamo parlato, in questo nuovo episodio di #QuestionfromtheClub, insieme a Marco Piantanida, amministratore delegato di HARIBO Italia.
Stiamo vivendo una trasformazione del modo di lavorare, accelerata esponenzialmente negli ultimi anni. Oggi, grazie alla tecnologia, l’ufficio può essere ovunque, rispondendo ad una crescente esigenza di flessibilità, in particolare delle nuove generazioni.
Un tema che abbiamo voluto approfondire meglio con HP, a seguito della sua partecipazione all'ultima edizione del CEO Italian Summit & Awards 2023, svoltosi all'Hotel Principe di Savoia di Milano lo scorso 30 novembre, al fine di comprendere meglio come una realtà innovativa oggi può parlare di lavoro ibrido e di hybrid workplace in un contesto di innovazione e anche di sfide, come quella della cybersecurity: proteggere i dispositivi pc e printing, fuori dal tradizionale perimetro aziendale, dagli attacchi con impatti potenziali e costi significativi per i singoli e per le aziende. Pensando agli investimenti per l’ufficio del futuro, un tema saranno le tecnologie di collaboration e la rivisitazione degli spazi aziendali, più pensati in una logica di collaborazione e meeting con sale riunioni ibride, che, attraverso la tecnologia – nel nostro caso le soluzioni di Poly - daranno cioé la possibilità di un’esperienza tecnologica simile sia in presenza, sia in remoto – un nuovo concetto di ‘equity’.
In questo scenario l’intelligenza artificiale sta già rivoluzionando alcuni paradigmi e sarà sempre più integrata nei dispositivi, aumentandone performance e produttività. La sinergia tra lavoro ibrido, sicurezza e intelligenza artificiale sarà la base per un’organizzazione resiliente e adattabile. Le imprese dovranno navigare in questo ecosistema con un mix strategico di innovazione tecnologica, formazione e cultura aziendale per promuovere un ambiente di lavoro inclusivo e produttivo.
Si è conclusa il 30 novembre 2023, presso l’Hotel Principe di Savoia a Milano, l’edizione 2023 del CEO Italian Summit & Awards. L’evento, organizzato da Business International, la knowlwdge unit di Fiera Milano, in collaborazione con Forbes Italia, ha registrato la partecipazione di oltre 200 tra amministratori delegati e imprenditori italiani. La serata di gala che ha chiuso il Summit è terminata con l’attesissima premiazione dei 15 “Capitani d’impresa” più innovativi e di successo dell’anno, secondo la classifica Forbes.
ECONOMY, INNOVATION, INVESTMENTS: LE LEVE DELLA LEADERSHIP DEL FUTURO
L’iniziativa, supportata da importanti partner come Amref Health Africa – Italia, Mutika EMC, Daiichi Sankyo, Epta, HARIBO, HP Italy, Zentiva Italia e Arkadia Translations, anche quest’anno ha cercato di mettere a confronto esponenti del top management ed esperti di economia e business a livello nazionale e internazionale articolando le conversazioni del pomeriggio di lavori su tre fondamentali domande: Come rimanere resilienti, continuando a essere profittevoli e sostenibili? Che tipo di ecosistema dell’innovazione bisogna costruire per avere successo? Come evolvere il proprio mindset per cambiare visione e approccio? Si è partiti, quindi, dall’analisi dei trend di crescita dell’Italia, presentati in anteprima dall’OCSE, per poi cercare di capire insieme come interpretare le logiche e le dinamiche di un mondo sempre più messo alla prova dalla “policrisi” geopolitica, economica, culturale e ambientale in atto, in un’era nella quale la volatilità dei mercati, l’inflazione e lo spettro di una recessione globale impongono la necessità di nuove competenze previsionali e tecnologiche, oltre a una rapidità di azione e decision making come mai prima d’ora.
I PREMIATI
La giornata di lavori si è così conclusa, come di consueto, con le premiazioni dei CEO Italian Awards co-organizzati con Forbes Italia. In base alle specifiche categorie, individuate dagli esperti di Forbes, i premiati sono stati: Filippo Surace, Founder & CEO di Cube Labs (categoria: Life Science), Lara Ponti, Vicepresidente e CEO di Ponti (categoria: Food), Mauro Macchi, Country Managing Director in Italy, Accenture (categoria: Innovazione), Monica Poggio, CEO di Bayer Italia (categoria: Pharma), Nicola Veratelli, CEO di OCTO Group (categoria: Smart Mobility), Fadel Al Faraj, CEO Q8 Italia e EVP Marketing KPI (categoria: Energy), Fabrizio Soru, CEO di Datlas (categoria: Emergente), Francesco Vanni, Managing Director Italy, Spain and Portugal di Harley-Davidson (categoria: Motori), Federica Minozzi, CEO di Iris Ceramica Group (categoria: Design), Stefano Azzi, CEO for Italy di Dazn (categoria: Entertainment), Alessandro Bernini, CEO di MAIRE (categoria: Industry), Fabrizio Ruggiero, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Edenred Italia (categoria: Welfare), Danilo Cattaneo, Amministratore Delegato di Infocert (categoria: IOT), Carlo Bertelli, Founder di Kama.Sport (categoria: SportTech), Sabrina De Filippis, CEO di Mercitalia Logistics – Polo Logistica Gruppo FS (categoria: Logistica).