Nel “mercato” degli appalti, il monitoraggio dei profili di gestione dei
rapporti di lavoro riveste un ruolo strategico soprattutto in considerazione
della complessità legislativa e dalla contrattazione collettiva. Tra gli aspetti
più critici primeggia la verifica della documentazione del personale impiegato
nell’appalto su cui si accentuano anche i controlli degli enti preposti. Ecco
perché oggi per le imprese è fondamentale essere sempre aggiornate sui rischi
a cui potrebbero essere esposte se l’appaltatore o i subappaltatori non
applicano correttamente le obbligazioni di natura normativa, previdenziale e
assicurativa.
Con un’esperienza riconosciuta in tutti i settori, F2A assiste le aziende
committenti con il servizio Controllo Compliance Fornitori che integra
consulenza, processi strutturati e strumenti evoluti. Il Servizio solleva il
committente dall’onere della raccolta e controllo della documentazione
necessaria tramite la piattaforma dedicata, Compliance Tool, dove
l’appaltatore caricherà in autonomia i documenti necessari ed al termine del
controllo di F2A, l’appaltante potrà visionare le situazioni critiche con le
relative esposizioni economiche.
Esternalizzare e automatizzare funzioni aziendali legate alla gestione degli
appalti significa, quindi, diminuire tempo e risorse impiegati su attività “non
core” mantenendo elevati standard di sicurezza informatica, continuità di
servizio e conformità al GDPR.
Non perdere l’intervento di
Paolo Brossa,
Territory Sales Director di
F2A,
in programma il 14 giugno alle 9:30 al
CPO
Summit, l'evento dedicato al mondo del Procurement e della
Supply Chain che si terrà presso il Museo Diocesano di Milano
all'interno di
Business Leaders, la settimana di eventi ideata da
Business International -
Fiera MIlano e dedcata ai
migliori C-level dell'impresa moderna.
Il contesto di emergenza attuale ha posto alle aziende molte sfide nuove,
dalla digitalizzazione e ricerca di risorse skillate all’analisi di nuovi
target/mercati da sviluppare al monitoraggio costante dei costi, relativi non
solo ad acquisti “strategici” ma anche quelli “indiretti” indispensabili per
l’operatività quotidiana.
Ed è proprio sull’ottimizzazione degli acquisti di classe C che Manutan può
supportare le aziende grazie al suo approccio SAVIN'SIDE®.
I nostri esperti, dopo un’analisi approfondita sul come avvengono gli acquisti
delle gamme di prodotti di classe C utilizzati dall’azienda e dei prodotti
acquistati, propongono un piano alternativo di saving reali attuabili anche
grazie alle nostre soluzioni di eProcurement, quali ad es. punchout, hosted
catalogues,…
Poiché questo piano d’azione fa parte di una strategia di miglioramento
continuo, Manutan e l’azienda implementano un sistema di monitoraggio dei
risultati dell’attività con report periodici e KPI predefiniti. Entrambe le
parti monitorano i livelli di attività e possono avviare le necessarie misure
correttive per raggiungere gli obiettivi concordati.
SAVIN'SIDE® offre assistenza e indicazioni preziose per ridurre le spese
di gestione interna, abbattere i costi con suggerimenti personalizzati per
prodotti alternativi, velocizzare le transazioni elettroniche, organizzare le
forniture in base alle attività dei dipendenti, migliorare la gestione
dell’inventario e molto altro. Riducendo i costi di gestione totali (TCO) degli
acquisti di Classe C, SAVIN'SIDE® consente quindi alle aziende di
risparmiare somme ingenti che possono essere reinvestite in progetti di sviluppo
futuri.
https://www.manutan.it/it/mai/savin-side
https://www.manutan.com/savinside/en/discover-savinside
I dati sono fondamentali nella valutazione del rischio di fallimento di
un’azienda, ma come i segnali più soft e qualitativi possono determinare un
cambiamento nelle strategie decisionali?
L’affidabilità di un’azienda è difficile da valutare in periodi di instabilità
economica. L’attuale clima di incertezza può potenzialmente portare problemi di
liquidità e nella peggiore delle ipotesi insolvenza. La sfida sta
nell’identificare quali aziende siano più in difficoltà, e quali potrebbero
uscire dalla crisi addirittura con una posizione più forte. Le aziende che
cercano di ridurre il rischio puntando sui propri fornitori più solidi o
acquisendone di nuovi, hanno bisogno di indicatori di rischio adattivi.
Identificare segnali meno evidenti di rischio prima che questi possano essere
confermati da dati reali può essere utile per adattare il conseguente processo
decisionale, soprattutto nell’attuale contesto in repentino cambiamento.
L’accesso ad informazioni sulla variazione della solidità finanziaria e
dell’affidabilità dei propri partner è un aspetto importante della gestione del
rischio, ma comporta l’elaborazione di una moltitudine di dati spesso complessi.
Bureau van Dijk offre la possibilità di accedere a strumenti come lo score
Market Reactive MORE (sviluppato con modeFinance), che consente di valutare il
rischio di un’azienda e la sua reattività rispetto al contesto economico e il
Sentiment Score. Lo score Market Reactive MORE è reattivo: pesando la solidità
finanziaria dell’azienda con gli effetti di eventi significativi per il settore
di appartenenza o per l’economia globale – come la pandemia – può fornire una
visione istantanea della probabilità di default di una società; permette
pertanto di fornire informazioni predittive attendibili sull’affidabilità
creditizia.
Lo score utilizza inoltre dati su rischio settore e rischio paese di Moody’s
Analytics e diverse variabili quantitative per sviluppare degli ‘impact
scenarios’ che includono anche una serie di scenari geo-politici: lo score offre
quindi una valutazione rispetto a come questi scenari potrebbero influenzare il
fatturato di una società e quindi le proprie capacità creditizie. L’output
ottenuto può anche essere utilizzato poi in scorecard, workflow e dashboard e
per impostare degli alert.
Il machine learning alla base del Sentiment Score consente inoltre di valutare
rapidamente le fonti mediatiche internazionali e mettere in luce se una precisa
azienda o un settore vengono menzionati all’interno di un contesto che potrebbe
avere implicazioni negative anche per il cliente. Difficoltà nel raccogliere
capitali, tensioni commerciali o ristrutturazione del debito, per esempio,
possono essere usati per conferire uno score di rischio alto.
La tecnologia sviluppata da Moody’s Analytics filtra e valuta i contenuti dei
media usando i nostri strumenti di deep learning proprietari per assegnare
punteggi di sentiment sia giornalieri che storici. Il contenuto che valutiamo
copre migliaia di testate giornalistiche e milioni di articoli a livello
globale: se più articoli suggeriscono ad esempio che un’azienda sta affrontando
cause legali, questo verrebbe riflesso nel punteggio del sentiment.
Queste soluzioni sono pensate per offrire un’istantanea della solidità
finanziaria di una società e dell’intero portfolio fornitori, per consentire di
prendere decisioni in modo efficiente e veloce in scenari in continua evoluzione
come quelli attuali
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Richiedi le tue credenziali di prova gratuite per esplorare da subito la
solidità dei tuoi partner.
A cura di:
Luisa Quarta
Marketing Director – Italy, Greece, Malta, Cypro
In questo momento di difficoltà CRIBIS ha voluto focalizzarsi sulla fase di
ripartenza dell’economia. “Il mondo ci aspetta”: questo principio ha
guidato CRIBIS nel progettare e dare vita a un’iniziativa che permettesse alle
PMI italiane di far sapere al mercato che sono tornate in attività.
Le PMI possono trovare nuovi clienti attraverso piattaforme di sales
acceleration come
Margò e allo stesso tempo hanno la necessità di riallacciare e
rafforzare i propri legami d’affari con clienti, fornitori, distributori e
importatori. Per fare questo è fondamentale aggiornare e arricchire le
proprie informazioni nel patrimonio informativo di CRIBIS. Le informazioni di
CRIBIS sono infatti utilizzate ogni giorno da decine di migliaia di aziende in
Italia e nel mondo per valutare con chi e come fare business con le PMI
Italiane.
Attraverso il portale
ItaliaRiparte.com, le PMI possono arricchire i propri dati, rispondere a
un rapido questionario sulla propria attività e aggiungere documenti, foto e
brevi video certificati da CRIBIS per “far vedere” ai propri interlocutori che
l’attività della PMI è ripartita.
L’evento che il tessuto imprenditoriale italiano e mondiale si è trovato ad
affrontare a seguito dell’emergenza COVID-19 è del tutto straordinario, con
caratteristiche differenti dalle crisi affrontate nell’ultimo ventennio.
Così è emersa l’importanza di adottare un modello di stima dell’impatto che ogni
impresa sta affrontando.
In questo senso CRIBIS ha sviluppato “Touch Your Restart”, l’analisi che
permette di misurare l’impatto del lockdown nei singoli portafogli delle
aziende. Tutto questo è stato fatto mettendo in campo le nostre competenze e
informazioni per sviluppare un’indicazione puntuale, che permettesse di
conoscere in modo preciso l’impatto della crisi e la reale capacità dell’azienda
di riprendere la propria attività.
a cura di
CRIBIS
Il periodo emergenziale appena trascorso ha evidenziato come la
trasformazione digitale dei processi di business sia il passaggio essenziale
alla “nuova normalità”. Questo riguarda anche la gestione di acquisti e
supply chain, che se gestiti digitalmente possono assicurare una superiore
resilienza ed agilità in qualunque situazione, anche emergenziale.
Le aziende devono dunque poter contare su piattaforme per la gestione del ciclo
source to pay sicure, robuste, interoperabili, integrate, facili da usare e,
soprattutto, al passo con le potenzialità offerte dall’evoluzione delle nuove
tecnologie quali AI, Robot Process Automation, Vocal Recognizer, Machine
Learning…
Le tendenze del mercato hanno dimostrato che per assicurare tutto ciò i provider
devono avere spalle larghe e grandi capacità di investimento, oltre che
acclarata competenza. Quando si sceglie una piattaforma è senza dubbio corretto
focalizzarsi sugli aspetti funzionali, sugli SLA, sulla compliance rispetto a
normative e policy specifiche di ogni settore o addirittura di ogni singola
azienda. Ma altrettanto importante è chiedersi se il provider è sostenibile,
ovvero in grado di garantire la sua continuità nel tempo.
Chiediamoci, ad esempio, quanto può costare al provider certificare le proprie
soluzioni sul fronte della sicurezza e dell’integrità dei dati nel tempo ? In
rappresentanza di un’azienda con un soluzioni S2P pluricertificate ISO posso
affermare che si tratta di cifre significative… E quanto costano risorse in
grado di seguire ed applicare l’innovazione IT ormai rapidissima?
Il suggerimento è dunque di definire dei KPI di valutazione della sostenibilità
dei provider quando si sceglie una soluzione a cui affidare i propri processi
core. Per esempio considerando la permanenza in termini di tempo sul mercato,
l’investimento annuale in R&D, il possesso di certificazioni di qualità, la
conoscenza dei processi di procurement del settore pubblico, la possibilità di
gestire soluzioni replicabili e la sicurezza dell’infrastruttura, il costo medio
del personale che se molto basso apre molti dubbi sulla esperienza e qualità
delle persone.
In questi 20 anni di procurement digital transformation il numero degli
operatori del mercato si è ridotto costantemente, con una forte tendenza al M&A
concentrandosi via via sui soli provider in grado di sostenere i ritmi
dell’evoluzione tecnologica, puntando alla standardizzazione e
all’interoperabilità delle soluzioni.
Queste peculiarità assicurano infatti quella velocità di integrazione tra
sistemi indispensabili in uno scenario digitale sempre più interconnesso. Il
“piccolo è bello” di Ernst Friedrich Schumacher, e “customizzo come vuoi” è una
prospettiva non praticabile nelle tecnologie. Sembrerebbe che la soglia critica
per reggere “i colpi del mercato” sia un taglio prossimo ai 200 mio € di
fatturato e nel futuro si sposterà ben oltre. Insomma un mercato dal forte
dinamismo e certamente sfidante che i clienti devono saper ben valutare per
delle scelte sostenibili
a cura di
Mario Messuri
General manager
JAGGAER Italia e VP South Europe