Nel dinamico contesto del business e della governance moderna, il successo non è più solo una questione di decisioni, ma di decisioni informate, tempestive ed efficaci. È qui che i modelli analitici potenziati dalla Generative AI emergono come una risorsa vitale, agendo da acceleratori per potenziare e superare i limiti dei sistemi ERP tradizionali.
Un tema, questo, che abbiamo voluto approfondire in questo articolo a cura di Alterna e KepleriA, anche in vista della prossima edizione del CFO Summit, l'evento dedicato al mondo del Finance previsto il prossimo 11 e 12 giugno 2024 all'interno del Business Leaders Summit - la grande manifestazione dedicata ai migliori C-Level dell'impresa contemporanea e organizzata da Business International, la knowledge unit di Fiera Milano.
Il CFO oggi si trova ad avere a disposizione una immensa quantità di dati generata sia dai sistemi aziendali interni come l’ERP ma anche dall’industria 4.0, Internet e dai nuovi modelli di business. Un valore inestimabile spesso inutilizzato. Per colmare questo gap, la data governance oggi è la scelta strategica che permette di valorizzare il patrimonio informativo delle aziende ed accogliere le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale, ormai alle porte, e di modelli di analisi predefiniti che consentono di agire nelle aree core dell’azienda: vendite, supply chain, procurement, produzione, finance, HR e magazzino.
Focalizzare l'azienda su una strategia dei dati, è un passo fondamentale che permette di organizzare in modo efficiente le informazioni, facilitando la presa di decisioni precise e affidabili, e promuovere la crescita del business.
A tale scopo Alterna e KepleriA, company del Gruppo Altea Federation, hanno realizzato dei modelli analitici, pronti all’uso, realizzati in Microsoft Power BI, che sfruttano le potenzialità del cloud e della Generative AI di Microsoft Copilot. Le soluzioni sono in grado di ottimizzare ogni processo e di favorire una presa delle decisioni informata, innovativa con una vista anche verso i temi e le esigenze di sostenibilità.
Partiamo da una domanda: il tradizionale canale bancario è, oggi, sufficiente per soddisfare le esigenze delle imprese italiane, e delle PMI in particolare? La risposta potrebbe essere “in parte”, perché l’accesso al credito per le piccole e medie aziende, necessario per garantire la crescita, diventa sempre più una sfida.
Un tema, questo, che abbiamo voluto approfondire meglio in questo articolo, anche in vista della prossima edizione del CFO Summit, l'evento dedicato al mondo del Finance previsto il prossimo 11 e 12 giugno 2024 all'interno del Business Leaders Summit - la grande manifestazione dedicata ai migliori C-Level dell'impresa contemporanea e organizzata da Business International, la knowledge unit di Fiera Milano.
È proprio nella sfida dell'accesso al credito per le imprese, infatti, che si innestano i concetti di finanza complementare, o finanza alternativa. Partendo dalla semantica, sicuramente il termine “complementare” è più adatto, sebbene meno utilizzato al momento, rispetto ad “alternativa”. Questo perché gli strumenti che la costituiscono non vanno considerati come un aut-aut rispetto alle logiche bancarie. Le società che si occupano di finanza complementare, come Azimut Direct, fintech company del Gruppo Azimut, si pongono accanto agli istituti bancari e non in un rapporto antagonistico, perché il bene comune è il sostegno alle imprese italiane.
“L'evoluzione dei mercati negli ultimi anni è stata tale da rendere non più sostenibile uno scenario in cui accedere ai capitali è un nice-to-have: oggi avere una fonte credibile di finanza per il proprio sviluppo è un must-have anche per le PMI. Emergono così modelli di servizio nuovi, specializzati e tecnologici, votati a servire le necessità finanziarie delle imprese in modo più efficiente e rapido, affiancandosi alle banche con strumenti di finanza complementare” commenta Antonio Chicca, Managing Director di Azimut Direct.
Per comprendere la portata del fenomeno, vediamo quali sono i principali strumenti di finanza complementare e prendiamo in considerazione gli ultimi numeri del comparto, dal “6° Quaderno di Ricerca sulla Finanza Alternativa per le PMI in Italia”, rilasciato alla fine del 2023 dal Politecnico di Milano.
Quali sono, nel concreto, le armi della finanza complementare per vincere la sfida dello sviluppo delle aziende del nostro Paese?
Prendiamo in considerazioni alcune delle principali e spieghiamo le caratteristiche di ciascuna soluzione:
Nel “6° Quaderno di Ricerca sulla Finanza Alternativa per le PMI in Italia”, sono state esaminate sette diverse categorie di strumenti finanziari - minibond, crowdfunding, invoice trading, direct lending, equity, crypto-asset e quotazioni – rilevando in generale una diminuzione nei volumi di mercato, contestualizzati nel quadro di difficoltà dovuta all’innalzamento dei tassi di interesse dell’ultimo periodo.
Per quanto riguarda i minibond, ad esempio, nel primo semestre del 2023 le emissioni hanno registrato un calo, arrivando al valore più basso degli ultimi tre anni e mezzo, sebbene non in tutte le categorie dello strumento: i basket bond mostrano segni di ripresa nel 2024.
Stabile il direct lending: sebbene ci sia stata una battuta d'arresto nel primo semestre del 2023, si evidenzia la fiducia del mercato per il futuro, con le PMI che utilizzano sempre più frequentemente questo strumento per ottenere finanziamenti.
Il mercato del private equity italiano, dal canto suo, mostra segni di crescita, soprattutto nell’ambito del venture capital, con un aumento delle operazioni per microimprese e startup.
Venerdì 17 maggio, a Palazzo Pfanner a Lucca, si terrà la seconda edizione del Sustainable Business Think Tank, organizzato proprio dalla Scuola Sant’Anna di Pisa all’interno dell’annuale appuntamento CCH Tagetik InTouch 2024 Global User Conference (15-17 maggio https://www.wolterskluwer.com/en/events/cch-tagetik-lucca-intouch-2024), che vedrà arrivare a Lucca oltre 800 tra clienti e partners di CCH Tagetik provenienti da tutto il mondo.
Il Sustainable Business Think Tank, nato nel 2023 con l’intento di sensibilizzare i partecipanti al meeting e promuovere cultura e confronto in tema di sostenibilità aziendale, continua il percorso tracciato mettendo in relazione i massimi esperti europei, accademici e top manager di aziende di eccellenza, su quella che è una delle sfide principali del nostro tempo: favorire modelli di business e sistemi produttivi, di sviluppo e di crescita realmente innovativi e sostenibili.
Un grande fermento normativo sta attraversando il mondo intero in merito alla comunicazione di sostenibilità (in materia di ambientale, sociale e di governance - Environmental, Social e Governance - ESG) oggi richiesta alle aziende. Andare oltre l’approccio normativo però significa considerare la sostenibilità come un elemento della strategia aziendale e parlare di imprese sostenibili vuol dire riferirsi ad imprese capaci di governare e rendicontare il proprio impatto sull’ambiente, la comunità, la società o l'economia globale e locale.
Durante il Think Tank saranno condivise esperienze, modalità operative e conoscenze su come le aziende leader possano fare business in modo etico rispettando il benessere del pianeta e dei suoi abitanti.
IL PROGRAMMA E I RELATORI.
Quattro le sessioni previste: la prima, dedicata a “Implementing sustainability reporting between regulation and standards” affronta l'implementazione del reporting di sostenibilità tra requisiti normativi e standard di settore. Mentre le normative forniscono un quadro di riferimento per la conformità, gli standard offrono invece una guida per le pratiche di rendicontazione efficaci. Le aziende devono quindi saper muoversi con attenzione in questo panorama, assicurandosi che il loro reporting non solo soddisfi gli obblighi di legge, ma si allinei anche alle migliori pratiche per migliorare la trasparenza e la credibilità.
I relatori della sessione saranno Chiara Del Prete, Chairwoman, Sustainability Reporting Technical Expert Group (TEG) – EFRAG e John Knights, Head of Services - Global Reporting Initiative (GRI)
Nella seconda sessione verrà trattato il tema “Sustainability in business: between dreams and reality” con Alessandro Mantini, Senior Manager, Sustainability Reporting - MFE Group (MediaForEurope), Marina Sabinina, ESG and Sustainable Finance Manager di A2A e Luca Molinari, Manager (EMEA) - Morningstar Sustainalitycs. Si parlerà di come la sostenibilità in ambito aziendale si colloca a cavallo tra obiettivi aspirazionali e attuazione pratica. Sebbene molte aziende aspirino a integrare la sostenibilità nelle loro attività, il viaggio dalla visione alla realtà presenta spesso numerose sfide: dal bilanciamento delle considerazioni finanziarie a breve termine alla navigazione in complesse catene di fornitura e paesaggi normativi, le aziende incontrano ostacoli che richiedono soluzioni innovative e impegno dedicato. Il successo sta nel colmare il divario tra i sogni di un futuro sostenibile e le azioni tangibili necessarie per realizzarlo.
Il tema della disclosure e delle iniziative sulla biodiversità verrà affrontato nella terza e quarta sessione, con i relatori Marco Lambertini, Convener - Nature Positive Initiative, Philippe Diaz, Member of the Sustainability Reporting Technical Expert Group (TEG) – EFRAG, Rossella Iorio, Head of ESG service excellence – Unicredit, William Nicolle, ESG Analyst, Fellow of UBS Sustainability and Impact Institute – UBS. Le aziende, in particolare nel settore bancario, riconoscono sempre più l'importanza dei rischi finanziari e come sia importante il potenziale impatto della perdita di biodiversità e del degrado degli ecosistemi sulla stabilità economica. Questi rischi comprendono una serie di fattori, tra cui i rischi fisici derivanti da eventi legati al cambiamento climatico, i rischi di transizione associati al passaggio a pratiche più sostenibili e i rischi di responsabilità derivanti da danni ambientali. Le banche stanno iniziando a integrare queste considerazioni nei loro quadri di gestione del rischio, valutando l'esposizione ai settori che dipendono dai servizi ecosistemici e incorporando criteri ambientali nelle decisioni di prestito e investimento. Così facendo, le istituzioni finanziarie possono contribuire a promuovere la resilienza di fronte alle sfide ambientali, salvaguardando al contempo il valore finanziario a lungo termine per loro stesse e per i loro stakeholder.
Andrea Tenucci e Lino Cinquini, coordinatori del “Sustainable Business” Think Tank per l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna, spiegano come “la sostenibilità è entrata nel linguaggio comune aziendale ed è riuscita a permeare qualunque funzione aziendale. In particolare, in questa seconda edizione del Think Tank abbiamo deciso di dedicare attenzione a questioni che riguardano la biodiversità e stimolare i partecipanti a riflettere su come l’inclusione del capitale naturale nelle decisioni aziendali rappresenti una questione aperta e rilevante per il futuro.”
Portare lo spirito e le opportunità del fintech su tutto il territorio italiano. Questo l’obiettivo che ha portato Fintech District e Fiera Milano, attraverso l’attività della sua knowledge unit Business International, a dare vita al roadshow dedicato al FinTech. L’iniziativa vedrà a Roma, il 18 aprile, presso la Delegazione di Roma di Regione Lombardia la sua prima tappa, per poi muoversi verso Reggio Emilia, dove, il 25 giugno, avrà luogo il secondo appuntamento di un percorso pensato per guidare un pubblico, non solo di addetti ai lavori, fino alla quinta edizione del Milan Fintech Summit, prevista all’Allianz MiCo di Milano, il prossimo 8 e 9 ottobre.
Un interesse sempre maggiore verso il settore a livello globale e un mercato domestico ricco di eccellenze, riconosciute anche a livello internazionale, ma anche di potenzialità ancora inesplorate. Saranno queste le premesse da cui partiranno i due incontri che precederanno il tradizionale evento annuale sull’evoluzione del settore dei servizi bancari e finanziari che in autunno, con il supporto, di Milano&Partners, l'agenzia ufficiale di Milano, radunerà nel capoluogo meneghino i CEO delle eccellenze fintech internazionali e italiane, player finanziari, investitori, grandi aziende e PMI interessate alle soluzioni fintech per semplificare i processi di business, Istituzioni, Associazioni, HUB esteri. L’obiettivo, come sempre, sarà rafforzare il ruolo di Milano quale capitale europea dell’innovazione e valorizzare l’ecosistema italiano a livello internazionale, attraendo investimenti e talenti e creando occasioni di business networking, ma a differenza del passato e rimanendo fedele alla promessa fatta lo scorso anno, la novità che questo percorso di avvicinamento vuole proporre al mercato sarà proprio quella di evidenziare anche le innovative capacità e potenzialità dell’intero territorio peninsulare.
Clelia Tosi, Head of Fintech District: “Il fintech è in un momento evolutivo cruciale e oggi più che mai è necessario fermarsi a riflettere sui driver che permetteranno al settore di continuare a esprimere il proprio potenziale, anche in un contesto macro economico meno favorevole rispetto al passato. La mission di Fintech District è promuovere iniziative che supportino lo sviluppo dell’ecosistema e la cultura fintech e il Milan Fintech Summit è tra le iniziative più significative per raggiungere questa finalità. Milano deve continuare a guidare l'innovazione, ma è il momento di accendere i riflettori anche sulle eccellenze del resto del Paese. L'incontro e il confronto tra tutti gli stakeholder è fondamentale per una crescita sana e costante del settore, siamo certi che la nuova edizione dell’evento, come accaduto in passato, spingerà il fintech italiano verso traguardi sempre più ambiziosi”.
Umberto Pellegrino, Head of Business International, la knowledge unit di Fiera Milano ha commentato: “L’avvio di un roadshow sul mondo del fintech sottolinea ancora una volta l’impegno di Fiera Milano nel promuovere una nuova cultura dell’innovazione su tutto il territorio nazionale, proponendo Milano e l’Italia come esempio di un nuovo modo di fare impresa. Un’attività che, grazie all’esperienza acquisita in queste edizioni del Milan Fintech Summit e alla tradizione ultratrentennale della nostra knowledge unit, Business International, oggi sa guardare ai giovani, alla collaborazione, all’innovazione e anche a un futuro sempre più digitale e sostenibile. L’opportunità che vogliamo cogliere ora, infatti, non è solo quella di seguire un trend di crescita e internazionalizzazione, ma è proprio quella di essere protagonisti del cambiamento, guidando l’ecosistema Paese verso una trasformazione ineludibile e soprattutto necessaria. Un processo evolutivo che vede nei nuovi servizi bancari e finanziari un modello di sviluppo innovativo e dirompente che vorremmo diventasse uno standard propositivo per qualsiasi altro settore del business”.
LA PRIMA TAPPA: ROMA, 18 APRILE
Roma si prepara, quindi, ad accogliere la prima tappa del roadshow del Milan Fintech Summit, organizzato in collaborazione con Regione Lombardia che rappresenterà un primo momento di confronto su tematiche chiave quali: i trend e le prospettive di sviluppo; il fintech come opportunità di carriera; l’imprenditoria femminile nel settore; la regolamentazione e le soluzioni per contrastare i crimini finanziari.
MFS University: A fare il fintech comincia tu: la mattina sarà dedicata agli studenti universitari che potranno approfondire le opportunità di carriera che il fintech offre e le soluzioni fintech che semplificano la vita di tutti i giorni.
Mohamed Fadiga (EasyPol), Enrico Giuseppe Ricceri (Expert Revolution) e Luigi Ucci (UpsideTown) interverranno nella prima parte del confronto spiegando come il fintech possa semplificare la vita quotidiana. Orlando Merone (Conio), Roberto Macina (Profit Farm) e Matteo Longoni (Finanz) racconteranno cosa vuol dire avviare una startup fintech e considerare il fintech il proprio percorso di carriera.
Nel pomeriggio, invece, le porte si apriranno per le aziende. Chiara Padua e Umberto Pellegrino, i Co-Head del Milan Fintech Summit, apriranno i lavori. Seguiranno, poi, il discorso di Massimo Carnelos, Consigliere dell'Ambasciata e Capo Ufficio Innovazione Tecnologica e Startup presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che darà una visione globale sullo stato dell’arte del settore, e il Direttore Generale dell’ABI, Giovanni Sabatini, che si soffermerà sulle vie di collaborazione fra banche e fintech e i confini dell’innovazione grazie alle sandbox.
E la regulation bussò, esperti del settore e rappresentanti istituzionali si confronteranno sulla regolamentazione del fintech, evidenziando le opportunità di crescita che può offrire al settore. Pierfrancesco Gaggi (ABI), Massimo Doria (“Milano Hub” Banca d’Italia), Davide Fioranelli (Lumen Ventures/Freetrade), Gessyca Golia (Regione Lombardia) e Laura Larducci (MEF) porteranno le loro prospettive sul tema.
Quello che le donne non dicono: cresce nel tempo il numero di aziende fintech fondate e guidate da donne e il tema dell’imprenditoria femminile è chiave anche in questo ambito. Molto può e deve essere ancora fatto in termini di politiche e incentivi. Moderata da Annamaria Arcese, questa tavola rotonda vedrà la partecipazione di Camilla Cionini Visani di ItaliaFintech e di Claudia Segre di Assofintech. Interverranno anche Stefano Azzalin di dpixel e Mariano Spalletti di Qonto.
C’è chi dice no al Financial Crime: la lotta contro i crimini finanziari è un tema critico nell'era digitale. Roberto Caramia di ACN-Agenzia Cybersecurity Nazionale, Cristiano Leggeri della Polizia di Stato, Servizio Postale e delle Comunicazioni, Daniele Azzaro di CleverChain e Pierguido Iezzi di Swascan - Tinexta Cyber parteciperanno alla discussione su come affrontare questa sfida.
KYC che vieni, AML che vai: la giornata si concluderà con una serie di pitch presentati da aziende fintech che offrono soluzioni innovative per il Know-Your-Customer e l'Antiriciclaggio, anche sfruttando soluzioni di intelligenza artificiale. Daniele Giuliani (GenioDiligence), Edwin Colella (Wallife), Salvatore Mafodda (Ineo) e Salvatore Carso (Keyless) presenteranno le proprie proposte.
SMELLS LIKE FINTECH SPIRIT
Come ogni anno il Milan Fintech Summit si caratterizzerà con un fil rouge che renderà la manifestazione ancora più speciale. Se l’anno scorso i libri sono stati il filo conduttore dei lavori, quest’anno, invece, sarà la musica a farla da padrona. L’edizione 2024 del Milan Fintech Summit, infatti, si ispirerà al sound dei migliori artisti nazionali e internazionali. A partire dal pay-off “Smells like fintech spirit”, chiaramente ispirato ai Nirvana, ogni sessione farà riferimento al titolo di una canzone nota. A speaker, partner e partecipanti sarà chiesto di condividere la propria canzone preferita per creare la playlist ufficiale del Milan Fintech Summit.
I risultati dell’ultima edizione – 95 partner, oltre 110 relatori italiani e internazionali, la partecipazione degli Unicorni internazionali e di oltre 1.300 persone (di cui il 63% C Level) provenienti da oltre 30 Paesi – confermano il ruolo centrale dell’evento per portare avanti un dibattito costruttivo sui trend evolutivi del fintech.
Secondo una recente fotografia degli ultimi 12 mesi realizzata da parte di Crist | Kolder Associates, relativamente ai CFO presenti nella maggior parte delle più grandi aziende quotate in borsa, è stata evidenziata una crescita nelle nuove nomine in rosa nella posizione di CFO, con un tasso maggiore di direttori finanziari assunti per la prima volta dal 2020, e un aumento dei CFO che sono diventati CEO. Tra l’altro, sempre secondo gli analisti internazionali, il ruolo del direttore dell’area AFC oggi a livello globale strizza sempre di più l’occhio non solo a una diversity di genere, ma anche all’attenzione verso una variegata diversità etnica e razziale.
Una tema, questo, che abbiamo voluto comprendere meglio, attraverso l’analisi commentata della survey, che vi proponiamo di seguito, anche in vista della prossima edizione del CFO Summit, l’evento dedicato al mondo dei direttori finanziari d’azienda previsto il prossimo 11 e 12 giugno 2024 presso gli spazi dell’Allianz MiCo di Milano, all’interno del Business Leaders Summit, e organizzato da Business International, la knowledge unit di Fiera Milano.
Il numero di donne CFO sta continuando la sua graduale scalata per rompere il cosiddetto “soffitto di cristallo”, come dicono gli americani, e nel 2023 il 18.5% (124) dei CFO di aziende quotate a livello globale erano donne, in salita dal 10% riscontrato nel 2013. Nel settore consumer si è notata una progressione continua nell’aprire la pista a questo cambiamento, con 30 donne CFO presenti nelle principali aziende dell’industry, mentre nel mondo healthcare c’è ancora del lavoro da fare con solo otto donne CFO. I numeri legati alla diversity etnica e razziale, invece, stanno crescendo più lentamente, con solo 86 professionisti che ricoprono il ruolo di CFO negli ultimi 12 mesi e che hanno questo tipo di background sociale differente, dai 59 attivi nel 2019.
Secondo i dati di Crist|Kolder Associates, inoltre, nell’ultimo anno sono aumentate anche le aziende che al loro interno, nella posizione di CFO, vorrebbero vedere un range più variegato di professionisti, sotto un profilo etnico o razziale. Un’altra buona notizia per tutti quei direttori finanziari che sperano di diventare CEO un giono, è il fatto che nel 2023 l’8.4% dei top manager assunti come CEO precedentemente ricopriva il ruolo di CFO — la più alta percentuale di sempre all’interno delle statistiche prodotte da Crist|Kolder, che dal 2013 analizza questo particolare segmento di mercato.
Mentre fino a qualche anno fa il turnover dei CFO in azienda era una vera e propria notizia, nel 2023 questa movimentazione è diventata la nuova normalità con il 17% di nuovi direttori finanziari nel solo 2023 all’interno delle aziende quotate a livello globale. Chiaramente, però, il fenomeno varia in base al settore di appartenenza dell’organizzazione — con l’healthcare, per esempio, che vede il minor numero di CFO cambiati nell’ultimo anno (8%), mentre le aziende nell’ambito dei servizi hanno il più alto tasso di nuovi professionisti in questa posizione all’interno delle imprese (18.8%). La media della permanenza di un CFO all’interno della stessa azienda, ormai, è scesa a 4.7 anni. Il settore dell’energy, in questo senso, ha la media più bassa, 4 anni, seguita dalle aziende del mondo consumer, 4.3 anni. La crescita nelle nuove assunzioni di CFO provenienti da altre aziende — circa il 43% di nuovi CFO sono stati selezionati da altre realtà — mostra come molti direttori dell’area AFC siano sempre più alla ricerca di nuove opportunità al di fuori della propria organizzazione e come anche ci sia sempre più richiesta, da parte delle aziende per questo tipo di profili. Nonostante questo, però, i candidati interni all’azienda che possono accedere a queste posizioni sono in crescita, con il 57% dei CFO in uscita dalle imprese l’anno scorso che sono stati sostituiti da candidati interni alle società. In questo senso, tra l’altro, un’ulteriore evidenza delle dinamiche di movimentazione dei direttori finanziari è stato il fatto che, come avveniva nel 2022, anche in questo 2023 le persone che sono state promosse al ruolo di CFO siano state in maggioranza profili che ricoprivano precedentemente il ruolo di Vice President, Senior Vice President, o Executive Vice President del dipartimento finance delle aziende, o alcuni tipi di posizioni di leadership nei segmenti FP&A. Al secondo posto di questa particolare classifica nella scalata alla posizione del CFO si possono trovare i controller e i chief accounting officer, seguiti dao presidenti di divisione, responsabili della tesoreria, e responsabili dell’investment banking di gruppi societari di grandi dimensioni, o responsabili di sviluppo, pianificazione o strategia industriale.
Lo scorso anno si è assistito, per la prima volta, ad una riduzione del flusso globale dei fondi sostenibili, che ha registrato un deflusso netto di 2,5 miliardi di dollari. Diverse le cause: a giocare un ruolo decisivo è stato il complesso contesto economico e geopolitico internazionale e le conseguenze che, a cascata, ha portato con sé, dai timori di recessione all’aumento della pressione inflazionistica e dei tassi d’interesse. Unica eccezione, il contesto europeo che, al contrario, ha mantenuto i flussi netti positivi, attraendo 3,3 miliardi di dollari nel quarto trimestre dello scorso anno, seppur in calo rispetto al trimestre precedente.
Questo uno dei risultati emersi dal secondo Rapporto annuale di O-Fire, (“Osservatorio sulla Finanza d’Impatto e sue Ricadute Economiche”), l’Osservatorio sulla finanza sostenibile lanciato due anni fa dall’Università di Milano-Bicocca insieme a Banca Generali e Aifi-Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt, che abbiamo voluto comprendere meglio, attraverso una analisi approfondita, anche in vista della prossima edizione del CFO Summit - l'evento, dedicato ai direttori finanziari, che si terrà all'Allianz MiCo - Milano Convention Centre, il prossimo 11 e 12 giugno 2024, all'interno del Business Leaders Summit (la grande manifestazione organizzata da Business International e dedicata ai migliori C-Level di oggi e di domani).
VERSO UN ORIZZONTE NORMATIVO RINNOVATO
L'Europa si sta muovendo rapidamente verso un rinnovamento del quadro normativo per la sostenibilità. La recente pubblicazione dell’Atto delegato per l’Ambiente e l'introduzione della Direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità delle imprese (CSRD) segnano passi decisivi verso l'ampliamento dei requisiti di informativa non finanziaria. Con l'obbligo per quasi 50.000 aziende di aderire agli European Sustainability Reporting Standards, l'UE punta a una maggiore trasparenza e responsabilità sociale d'impresa, fattori chiave per la competitività sul mercato.
L’analisi evidenzia, dunque, come la Tassonomia europea sia ancora in una fase di piena evoluzione e che saranno necessarie nuove integrazioni e modifiche che possano favorire gli investimenti necessari a rendere l’Unione Europea a zero emissioni nel 2050.
FINANZA SOSTENIBILE E TRANSIZIONE ENERGETICA: UN BINOMIO INDISSOLUBILE
Il Rapporto pone in evidenza l'importanza cruciale degli investimenti nelle fonti di energia rinnovabile per la transizione energetica e il conseguimento degli obiettivi di finanza sostenibile. Tuttavia, emergono sfide legate all'impatto del cambiamento climatico sulla produzione energetica, che potrebbero ridefinire gli equilibri globali di domanda e offerta e influenzare gli investimenti nel settore.
«Gli investimenti nelle Fonti di energie rinnovabili – scrivono i ricercatori – pur influenzando positivamente il rating ESG, possono avere un effetto opposto sul rating del credito. Un'analisi sulla relazione tra i due tipi di rating relativa a 116 società europee ha mostrato infatti che solo per 35 società, che rappresentano il 30% del campione, il rating di credito e il rating ESG hanno la stessa qualità».
ADATTAMENTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO: UNA PRIORITA' URGENTE
La necessità di adattarsi ai cambiamenti climatici richiede un impegno finanziario considerevole e ben ponderato, attualmente sostenuto solo in minima parte dagli investimenti globali. L'allocazione di risorse verso interventi specifici come la prevenzione delle catastrofi naturali e la sicurezza alimentare resta fondamentale per mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
«I risultati emersi dal rapporto sottolineano le sfide e le opportunità che ci attendono sulla strada verso una transizione ecologica più giusta ed equa – ha commentato Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’Università di Milano-Bicocca e presidente di Musa –. È significativo osservare come, nonostante le turbolenze economiche e geopolitiche, l'Europa continui a dimostrare una resilienza unica nel mantenere flussi netti positivi di investimenti sostenibili. Questo è un chiaro indicatore dell'impegno del continente verso obiettivi di sostenibilità a lungo termine, anche in tempi incerti. Tuttavia, la riduzione globale dei flussi di fondi sostenibili ci ricorda che il cammino verso la sostenibilità è disseminato di sfide che richiedono attenzione, innovazione e cooperazione internazionale. Questo rapporto non solo mette in evidenza i progressi compiuti ma anche le aree in cui dobbiamo concentrare maggiormente i nostri sforzi. È attraverso questa consapevolezza e comprensione che possiamo mobilitare azioni concrete per affrontare le sfide più urgenti del nostro tempo, per un impegno collettivo verso una finanza che sia veramente sostenibile, inclusiva e capace di affrontare le sfide del nostro secolo».
«Raggiungere gli ambiziosi obiettivi in termini di politica climatica è un’impresa che richiede e continuerà a richiedere grande responsabilità, impegno e capacità di coordinamento tra istituzioni, imprese e privati, per incanalare nella giusta direzione di un mondo più sostenibile sforzi e investimenti della collettività – dichiara Carmelo Reale, Responsabile Area General Counsel & Group Sustainability di Banca Generali – e in questo contesto le istituzioni finanziarie sono uno dei principali catalizzatori per la promozione di investimenti in questa direzione. Gli anni passati hanno visto un grande sviluppo della sensibilità legata alle questioni ambientali e dell’offerta di investimenti sostenibili da parte dell’industria finanziaria, ma il 2023 ha mostrato per la prima volta un risultato in controtendenza nei flussi verso questi investimenti. Ora è quindi fondamentale focalizzarsi sulle best practices per rilanciare la finanza d’impatto e non abbandonare il percorso virtuoso fatto finora. Ringraziamo l’Università di Milano-Bicocca e tutte le persone coinvolte nel progetto per il meticoloso ed eccezionale lavoro di ricerca e analisi, i cui risultati saranno integrati nella nostra riflessione sulle sfide future dell’industria degli investimenti sostenibili e nel nostro modello. Noi come banca siamo in prima linea per cogliere la sfida della sostenibilità come dimostra anche la recente adesione agli UN Global Compact, iniziativa volontaria delle Nazioni Unite volta ad incoraggiare le imprese a creare un quadro economico, sociale ed ambientale per un'economia mondiale sana e sostenibile».