Fatturato ed export in crescita, boom di specializzazioni all’università e
massime opportunità anche per giovani e donne. L’agricoltura piace e traina
l’economia italiana, sarà anche per l’idea sempre di moda della bella cornice
verde, lontana da caos e inquinamento.
Se una volta per gli europei c’era il sogno americano, la speranza di farsi da
sé in un mondo nuovo e pieno d’opportunità, oggi questo sogno sembra svanito:
causa crisi e globalizzazione ogni fuga pare inutile, o comunque molto
difficile. Il “green dream”, il sogno verde di ritorno alle origini contadine, è
invece ancorato su basi sempre più solide. Perché l’agricoltura è un business
quanto mai attuale e per molti la risposta a disoccupazione e licenziamento.
Crescita netta e record di esportazioni
L’agricoltura è da tempo l’unico settore in crescita. L’ultimo rapporto
Istat del primo trimestre 2013 sancisce il settore come unico in grado di
segnare sia un aumento del valore aggiunto in termini congiunturali (+4,7 %) che
tendenziali (+0,1 %), e questo nonostante il calo del 3,7% dei consumi
alimentari. Secondo lo Short-Term Agricultural Outlook 2014, ovvero il rapporto
sulle prospettive di breve termine, il raccolto di cereali italiani porterà le
scorte a crescere a fine anno al 12,2%, rispetto al 10,3% del 2013. L’export
potrebbe raggiungere livelli record (37 milioni di tonnellate). Anche la
produzione di carne di manzo e maiale è prevista in rialzo nel 2014. Il settore
lattiero-caseario è pure in crescita, ma il vero boom si attende per il 2015,
quando finirà il sistema delle quote latte e si avranno nuove opportunità di
esportazione nei mercati mondiali, in particolare per il latte in polvere e i
formaggi.
La vera opportunità sta nel bio
Nonostante la crisi, l’Italia registra un aumento dell’8,8% dei consumi di
prodotti biologici, secondo i dati dell’Associazione italiana per l’agricoltura
biologica (Aiab). Siamo primi in Europa per esportazioni, con quasi 50mila
operatori impegnati nella produzione, 1,2 milioni di ettari di terreno occupato
e un giro di affari complessivo di oltre 3 miliardi di euro. Comprano bio
italiano soprattutto i tedeschi, ma anche la domanda interna segna un tasso di
crescita paradossalmente più notevole durante la crisi economica (+7,8% della
media annua) che negli anni precedenti (+3% del 2008-2009). Il fatturato di
negozi specializzati, grande distribuzione, vendite dirette in aziende agricole,
gruppi d’acquisto, ristorazione e altri canali di filiera corta è stimato in
circa 2.011 milioni di euro. Lo conferma un’indagine Eurispes: se restano fermi
i consumi di alimenti tradizionali, crescono i biologici. Il 70% degli italiani
afferma di acquistare almeno il 20% di prodotti di origine biologica (di questi
il 71% lo fa per la salute, il 46% per l’ambiente, il 40% per il gusto, il 20%
per il benessere degli animali). Il 77,6% degli italiani sceglie “Made in
Italy”, e il 46,4% acquista spesso prodotti Dop-Igp-Doc.
C’è posto anche per le donne
Può darsi che l’agricoltura premi il merito più della tradizione, ma sta di
fatto che – come ricorda Coldiretti per la Festa dell’8 marzo – sono 227.894 le
imprese agricole guidate da donne in Italia, quasi una su tre (dati Unioncamere
del 2013).
I sostegni delle Regioni per le start-up agricole
Ma l’aspetto ancora più interessante di tutta questa storia è che
l’agricoltura è un’attività sostenuta. Molte regioni puntano ad agevolare
l’avvio di attività piccole o medie, che riguardino agricoltura o attività
affini, come viene descritto nel dettaglio a ogni link: Lombardia, Piemonte,
Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Puglia
Fonte: www.wired.it
Secondo l’ultimo sondaggio Istat sul commercio estero ad agosto 2013 le
esportazioni italiane verso i paesi extra-Ue sono aumentate dello 0,2% rispetto
al mese di luglio, mentre le importazioni sono diminuite dello 0,5%.
Ad agosto 2013, rivela l’Istat, il surplus commerciale dell’Italia verso i paesi
extra-Ue è stato pari a 559 milioni di euro, a fronte di un disavanzo di 903
milioni dello stesso mese del 2012. La crescita dell’export ha interessato i
beni di consumo (+3,8%) e i prodotti intermedi (+1,2%), ma non l’energia
(-12,3%) e i beni strumentali (-1%).
Sul fronte delle importazioni, invece, i settori che hanno subito un calo sono
energia (-7,0%) e beni di consumo (-2,9%), mentre sono in crescita gli altri
principali raggruppamenti di beni, in particolare quelli strumentali (+22%).
Nel mese di agosto 2013 i principali partner commerciali dell’export italiano
sono stati: MERCOSUR (+16,4%), Cina (+14,4%), Russia (+1,8%) e Stati Uniti
(+1,7%). Le vendite verso Turchia (-29,5%), Svizzera (-24,3%), ASEAN (-15,4%) e
OPEC (-12,2%), invece, sono diminuiti insieme agli acquisti di beni provenienti
dagli Stati Uniti (-14,8%), dalla Russia (-10,9%), dalla Cina (-10,3%), dai
paesi MERCOSUR (-8,7%) e dalla Svizzera (-7,6%).
Fonte: http://www.fasi.biz/
Il comitato esecutivo di Unioncamere ha approvato il Programma 2013-2014 del
Fondo Intercamerale di Intervento per la promozione delle pmi sui mercati
internazionali. Il Programma, articolato in cinque linee d’intervento, sarà
realizzato grazie alla collaborazione tra le Camere di commercio italiane e la
rete delle Camere di commercio italiane all’estero e di quelle miste.
Il piano intende sostenere l’internazionalizzazione delle imprese italiane
attraverso iniziative quali incoming, missioni, partecipazioni fieristiche,
missioni di sistema e governative, studi, workshop, seminari tematici, attività
formative e di sostegno all’export.
Sono previste cinque linee d’intervento:
Nell’ambito della prima linea, sono in programma per le imprese italiane del
comparto tessile, orafo e dell’edilizia sostenibile, attività promozionali, di
formazione e informazione in Francia, Australia, Russia, Germania, Giappone e
America Latina.
Per le imprese del settore nautico, invece, sono previsti incontri B2B e fiere
negli Stati Uniti, in Centro e Sud America, Francia e Gran Bretagna, mentre le
imprese del settore turistico e agroalimentare potranno partecipare a fiere in
est Europa, Kazakistan, India e Centro America.
Per sostenere la collaborazione con la rete degli sportelli d’informazione
camerale per l’internazionalizzazione, sono inclusi nel programma anche
interventi di formazione e promozione in Canada, Russia, Bielorussia, Kazakistan
e Africa.
Fonte: www.fasi.biz
Rispetto al mese precedente, a maggio si registra un contenuto aumento per
l'export (+0,6%) e una diminuzione per l'import (-0,9%). Nell'ultimo trimestre
si rileva una flessione congiunturale tanto per l'export (-0,5%) quanto, in
misura maggiore, per l'import (-3,1%).
L'incremento congiunturale delle esportazioni a maggio 2013 è la sintesi di un
aumento significativo delle vendite verso i Paesi extra Ue (+3,2%) e di una
diminuzione verso i paesi Ue (-1,8%). Sono in crescita i prodotti energetici
(+15,0%) e i beni strumentali (+3,6%).
La diminuzione congiunturale dell'import è più accentuata per gli acquisti dai
paesi extra Ue (-1,6%) rispetto ai mercati Ue (-0,5%). Solo i beni strumentali
sono in crescita (+2,2%).
Rispetto allo stesso mese del 2012, si registra una rilevante diminuzione
dell'import (-10,3%), più accentuata per gli acquisti dai paesi extra Ue
(-15,8%). La riduzione dell'export (-1,5%) è la sintesi di un aumento delle
vendite verso i paesi extra Ue (+0,7%) e di una flessione verso i paesi Ue
(-3,4%).
A maggio 2013 il consistente avanzo commerciale (+3,9 miliardi) supera di tre
miliardi il surplus conseguito nel 2012. È il risultato di un surplus sia con i
paesi extra Ue (+3,0 miliardi) sia con quelli Ue (+0,9 miliardi). Al netto
dell'energia, la bilancia risulta in attivo per 7,8 miliardi.
A maggio la diminuzione tendenziale dell'export è particolarmente accentuata
verso Svizzera (-15,8%), Austria (-7,9%) e Stati Uniti (-5,6%). Rilevante è la
diminuzione delle vendite di prodotti petroliferi raffinati (-18,7%), di metalli
di base e prodotti in metallo (-15,6%) e di autoveicoli (-7,0%).
Sono in forte diminuzione le importazioni da Paesi OPEC (-40,5%), Cina (-16,9%)
e Paesi MERCOSUR (-16,2%). In forte contrazione gli acquisti di mezzi di
trasporto (autoveicoli esclusi) (-46,0%), prodotti dell'estrazione di minerali
da cave e miniere (esclusi petrolio e gas) (-40,4%) e petrolio greggio (-32,9%).
Il calo delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine
e impianti, verso Svizzera, Francia e Germania spiega quasi interamente la
flessione tendenziale dell'export, voce fondamentale per la nostra economia.
a cura di Claudio C. Gandolfo
Fonte: www.businesscommunity.it
Rispetto al primo semestre del 2012 si segnala una crescita del 2% dei
viaggi business.
Nella prima parte del 2013 le aziende italiane ricominciano a mandare i propri
dipendenti in viaggio di lavoro, dopo la sfilza di segnali negativi degli ultimi
tempi. Questo quanto emerge dall’Uvet Travel Index, che segnala come nei primi
sei mesi dell’anno, in relazione allo stesso periodo del 2012, la percentuale di
crescita dei viaggi di lavoro sia pari al 2%, anche se la spesa media continua a
ridursi.
Le aziende italiane monitorano infatti molto attentamente le spese, che
nonostante l’aumento dei viaggi business fanno segnare una contrazione del 4%,
seppure la voce capace di far segnare il maggior incremento rispetto alle scorse
rilevazioni sia quella relativa ai viaggi intercontinentali, aumentati del 6%.
Diminuiscono invece sia i viaggi in Europa, che calano del 2%, sia quelli
interni alla penisola, giù dell’8%, a conferma di come si parta alla ricerca di
mercati vivi e dinamici, con Brasile e Russia su tutti gli altri.
Si sceglie di più lo spostamento in treno, con i viaggi sui binari che sono
aumentati del 10% rispetto allo scorso anno, mentre la meta più gettonata in
assoluto dagli italiani diventa Dubai, che ha scalzato dal gradino più alto del
podio New York. Per quel che riguarda l’Europa, i nostri traveller scelgono
Parigi come meta preferita, mentre calano i viaggi d'affari a Francoforte,
Monaco e Bruxelles.
Indicatori condivisi e premi di mercato per promuovere e incentivare la
responsabilità sociale d'impresa.
E' questa la ricetta proposta da Pier Mario Barzaghi, head of corporate
responsabilità Kpmg Network, intervenuto al Csr Italian Summit, giornata di
incontro e dibattito organizzata da Business International e Amref.
Stabilire degli standard setter internazionali per queste attività "è un lavoro
enorme" spiega all'Adnkronos, Barzaghi ma è anacronistico "parlare di
volontarietà piuttosto che di obbligatorietà di questi temi". A livello
internazionale, però, "alcune direttive, l'ultima è quella di aprile, continuano
a introdurre sempre elementi nuovi per cercare di dare degli indicatori su come
l'azienda si comporta dal punto di vista sociale e ambientale".
Diverso è invece definire dei premi per le aziende. "Ritengo che
defiscalizzazioni, agevolazioni siano delle opportunità che possono essere colte
per arrivare ad una obbligatorietà magari con gradi differenti di preparazione
delle aziende".
Fonte: IGN - Portale del Gruppo Adnkronos